«Mary» mi chiamò Charlotte entrando di corsa nella stanza con una grossa scatola rettangolare addobbata con un enorme fiocco rosso. «Mary, guarda!»
«Ti sei presa un nuovo vestito per la festa a palazzo?» scherzai avvicinandomi al letto, sul quale Charlotte aveva appoggiato il suo bottino.
«Magari! Non sono più tanto sicura... Elaine ne ha comprato uno oggi. E se il suo fosse identico al mio?» domandò quasi allarmata.
«In caso, le strapperai la manica» la presi in giro. «E poi tu hai Alan, cosa ti importa del vestito?»
«Forse hai ragione tu» disse Charlotte ricominciando a respirare. «Mancano solo due giorni! Tu sei sicura di non voler venire?»
Sbuffai sedendomi sul letto. Nei giorni precedenti ne avevamo parlato molte volte, ma non volevo mettere tutti in pericolo per poter partecipare ad uno sciocco ballo o per vedere un uomo che era chiaramente impegnato.
«Cos'è questo?» domandai toccando il fiocco.
«Non lo so» rispose Charlotte. «Lo hanno appena consegnato. Consegna speciale per Emeline Foster, così ha detto il corriere.»
«Quindi sarebbe per me?» chiesi perplessa.
Charlotte sbarrò la bocca in modo decisamente inappropriato. «Forse un regalo da parte di Everard, possiamo chiamarlo così adesso vero? Migliore amica?» mi punzecchiò slacciando il fiocco.
Scossi la testa alzando gli occhi al cielo, quando mai avevo avuto la geniale idea di raccontare a Charlotte tutto quello che era successo con il principe! Mi aveva presa in giro per giorni!
«Non posso crederci» disse Charlotte alzando il coperchio. «È un vestito! E la stoffa sembra così morbida! Anzi è veramente morbida, sembra seta... prova» disse accarezzando l'abito verde acqua, non avevo mai visto un colore tanto bello.
«Incredibile!» mormorai toccando la stoffa. Era veramente morbida!
«C'è un bigliettino» disse Charlotte estraendolo dalla scatola e porgendomelo senza nemmeno leggerlo, la cosa mi sorprese tantissimo. «Dai leggilo!» esclamò saltellando.
Presi un profondo respiro per calmare i nervi, ma soprattutto il formicolio alle mani, sembrava quasi che il mio potere fosse più eccitato di me, un po' come l'ombra di Peter Pan.
La carta portava il timbro reale e la calligrafia era meno formale di quella dell'invito, eppure sembrava altrettanto sofisticato, ben lontano dai nostri foglietti fatti di cartapesta.
Spero di vedervi ballare con questo vestito. EW
«EW. Everard Wardwell!» disse Charlotte saltellando. «Il principe vuole ballare con te, Mary! Come nelle favole!»
«No, Charlotte» la corressi. «Questo è solo un modo poetico per...»
«Invitarti al ballo!» concluse Charlotte prima che potessi finire la frase. «Da un amico di Gil non mi aspetto nulla di diverso, poetico e patetico.»
«Scusa?» domandai confusa. Poetico e patetico contornati dalla sua euforia mi lasciavano disorientata. Era poetico o patetico? Dovevo esserne lusingata o disgustata?
«Voglio bene a Gilbert, ma sa esattamente come dire tutto senza dire nulla» rise Charlotte.
«Non credo di seguirti...» ammisi a disagio.
«Oh, Mary, sto dicendo che questo biglietto vuol dire un sacco di cose. È la tecnica del bello misterioso che ti lascia con l'eterno dubbio: ci sta provando oppure no? E questo fa lavorare il nostro cervello freneticamente, così prima di rendercene conto siamo innamorate!» spiegò lei.
«Funziona?» domandai increspando le sopracciglia, anche se sapevo già la risposta: funzionava eccome! Ormai ero totalmente persa di Everard.
«Certo che funziona!» rispose Charlotte tirando fuori il vestito. «Il trucco sta nel lasciare lo stesso dubbio nelle loro menti: penseranno di averti fregata, ma poi si ritrovano con un anello al dito» scherzò spostando l'abito di lato per poterlo ammirare meglio.
Era meraviglioso.
Un lungo e ampio vestito con il corpetto in pizzo tempestato di piccoli, quasi minuscoli, fiori rosa e brillanti che luccicavano alla luce del lampadario. Non avevo mai visto nulla di così bello e sicuramente non avevo mai posseduto nulla di così costoso.
«Comincio ad essere un po' invidiosa» mormorò Charlotte osservando l'abito.
«Visto che non vado lo potrai mettere tu» dissi estraendo dalla scatola la maschera dello stesso colore, ma valorizzata da una grossa piuma soffice. C'era anche una corona per i capelli. «Tutto questo è veramente esagerato...»
«Romantico» mi corresse Charlotte. «Ricorda che questo abito le sue sorelle lo indossano per andare a far colazione. Per il suo portafoglio è l'equivalente di un sacchetto di caramelle.»
«Quelle si mangiano» mormorai mentre la porta si apriva. Edwin osservò l'abito e poi noi.
«Da dove viene?» chiese indicandolo.
«A occhio e croce da palazzo direi» rispose Charlotte aprendo l'abito. «Qui c'è il ricamo reale.»
«Lo ha mandato il principe Everard?» chiese sorpreso.
«Lo metterà Charlotte, non preoccuparti. Io ovviamente non andrò» lo rassicurai appoggiando la maschera nella scatola. In realtà mi sarebbe piaciuto poterlo almeno provare, sentire come mi cadeva sulla pelle. Sentirmi finalmente bella e viva. Mi sarebbe piaciuto ballare e ridere con Charlotte davanti ai buffi vestiti degli aristocratici di Salem, come facevo da bambina.
«Puoi scendere di sotto? Io e Gilbert volevamo parlarti di una cosa che riguarda la tua improvvisa voglia di abbandonarci» disse Edwin tenendo la porta aperta e indicandomi l'esterno.
«Certo» risposi titubante. Chissà perché avevo la sensazione di essere in guai seri.
STAI LEGGENDO
SALEM Noi e Loro
Paranormal*Primo Volume* Nel regno di Salem nulla fu più lo stesso quando si scoprì l'esistenza della magia e delle Streghe: donne che operavano contro la natura e contro l'uomo, donne che non meritavano di vivere. Per questo ben presto cominciarono a bruciar...