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Mi girai di lato massaggiandomi la fronte

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Mi girai di lato massaggiandomi la fronte. Dopo aver guarito Thomas per la terza volta ero praticamente svenuta, ormai privata di ogni energia. Tuttavia questo non spiegava perché mi trovassi sdraiata sul piccolo divanetto o perché Thomas stesse cercando di buttare giù la porta magica a mani nude, da dove arrivava tutta quella rabbia?

Lia, seduta dall'altra parte scattò in piedi e mi abbracciò prima ancora che potessi dire qualunque cosa. «Sei viva!» mormorò quasi piangendo, poi si girò verso Thomas. «È viva! È viva! Mary è viva!»

Thomas si bloccò girandosi di scatto, sembrava sorpreso, quasi temessero veramente che me ne fossi andata; il che mi apparve alquanto strano!

«Credevate veramente che bastasse guarire un paio di volte un duca rompiscatole per morire?» chiesi drizzandomi a sedere.

«Ann ha ripreso a cantare un attimo prima che svenissi, non l'hai sentita?» chiese Lia. La guardai confusa: davvero aveva cantato? Io ricordavo solo il sangue di Thomas, i suoi occhi rabbiosi (non era d'accordo con la mia scelta) e la confusione che mi aveva lasciato il suo dolore mentre lo guarivo.

«Voi come fate a sapere che quella canzone ha il potere di uccidere?» chiesi stupita.

«Era una favola di Lucia» mormorò Thomas a disagio inginocchiandosi davanti a me sulla soffice moquette ricoperta di vino. «Il canto di morte, così lo chiamava. Amavo tantissimo quel racconto, la morale di come anche le cose belle possano diventare malvagie nelle mani sbagliate, il male nascosto in una voce d'angelo... andavo da lei ogni volta che potevo per farmela raccontare.»

«Avevi gusti macabri da bambino, lasciatelo dire!» mormorai massaggiandomi la fronte. Thomas scoppiò a ridere. «Non preoccupatevi: la magia di Ann non potrà più nuocerci. Almeno finché sarò viva... ho protetto anche Everard e i miei fratelli. Specialmente Gilbert, lui avrebbe bisogno di una corazza con l'animo irruento che si ritrova. Nemmeno Adelaide farà loro del male, anzi nessuna magia recherà loro danno.»

«Grazie» disse Lia quasi in lacrime, probabilmente era preoccupata per la sorte di suo fratello.

«Dov'è andata Ann?» chiesi tremante. Thomas a quel punto scattò in piedi e si sedette accanto a me afferrandomi le mani e il mio sguardo si perse sulle sue nocche ferite. Ancora una volta era riuscito a farsi del male, forse dovevo preoccuparmi più di Thomas che di mio fratello!

«Non ci pensare, Mary!» quasi urlò lui allontanandosi da me di scatto. Sembrava furioso, per un motivo che, probabilmente, poteva comprendere solo lui. Io sicuramente non avevo idea di cosa stesse pensando per scattare così! Involontariamente mi tornò alla mente, ancora una volta, la definizione di Charlotte: "bello dannato" e scoppiai a ridere. In effetti Thomas avrebbe potuto benissimo incanalare il personaggio principale di uno dei libri preferiti di mia cugina, soprattutto ora che il sangue gli contornava il lato del volto e le mani.

«Quando hai finito di farti uscire il fumo dalle orecchie me lo dici perché sei così arrabbiato?» chiesi ammiccando in direzione di Lia che scoppiò a ridere sedendosi accanto a me.

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