8.Capitolo

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8.Capitolo


Sarada era terribilmente confusa. Su di giri e molto arrabbiata. Con tutta onestà pensava sarebbe stato più semplice.
Alla fine è una cosa semplice lasciare una persona con cui non vuoi stare, no?
No, forse per quel dannato ragazzo che le faceva attanagliare lo stomaco non funzionava così. Attenzione, non pretendeva di certo tutto velocemente, ma neanche vederseli pomiciare di fronte.
Che frustrazione. Si era resa effettivamente conto che sarebbe stato molto complesso liberarsi di quella arpia tinta di viola.
Non voleva che Boruto stesse con due piedi in una scarpa, dunque anche sotto consiglio della sua migliore amica Chocho, lo avrebbe messo davanti una scelta, o lei o l'arpia. Però solo dopo il biondo si sarebbe fatto risentire.

<< Farai la schizzinosa. >>

<< Mmh? >>

Sarada sollevò lo sguardo dal suo adorato milkshake alla vaniglia per osservare meglio Chocho.

<< Come la regina sul pisello. >> Continuò gesticolando con fare elegante.

<< In realtà, non so come comportarmi... >>
Si maledì portandosi le mani ai capelli. Chi diavolo ce l'aveva messa in quella situazione?

<< Si è fatto sentire? >> Le chiese l'amica compatendola

Negò col capo in risposta.
No, Boruto non si era ancora fatto sentire. E lei non l'avrebbe cercato per prima, neanche se l'avessero messa sotto tortura.
Capiva la situazione, ma si era sentita tradita.
Le veniva da ridacchiare, già tradita dal primo giorno...
E le parole di sua madre le tornavano in mente come una tempesta a ciel sereno.

Non fa per te.

Sì, che faceva per lei.
Il suo cuore ed anche il suo cervello le facevano dire che Boruto faceva per lei. Non c'entra nulla il fatto che provasse qualcosa per lui dalle medie, quindi da ben otto anni. Ma sentiva che il destino li aveva fatti mettere in gioco già da quando i loro genitori avevano combinato un disastro innamorandosi fra loro. Quindi non potevano rifiutarsi di giocare...e di vincere.

Non durerà

Beh, su questo non sapeva che cosa dire.
Il gioco valeva la candela? Mmh, ma cosa aveva da perdere? Nulla.
O almeno si autoconvinceva così...

Si sentì toccare ad una spalla e si ridestò dai suoi pensieri.

<< Posso unirmi a voi ? >>

Si girò di scatto ritrovandosi Mitsuki appena vicino al tavolo di quel bar.
Che diavolo ci faceva da quelle parti?
Sarada presa alla sprovvista annuì salutandolo per poi notare la faccia contrariata di Chocho, anzi schifata.
Le diede un calcio da sotto il tavolo, non era il modo di comportarsi, per quanto fosse strano ed emblematico.

<< Allora...Cosa ti porta qui ? >> Domandò Chocho al ragazzo alzando un sopracciglio ed incrociando le braccia.

Sarada sperò con tutta se stessa che non si comportasse da bastarda. Non sapeva il motivo per cui le interessasse così tanto, ma non voleva che passassero per stronze categoriche.

<< In realtà cercavo te, Sarada. >> Rispose ammiccando un sorriso.

Sarada spalancò lo sguardo incredula e si porto un dito al petto.
Chocho sbuffò annoiata.

<< Me? >>
<< Sì, oggi ti sei assentata da scuola, ed ho avuto il pensiero di mandarti un messaggio, ma non ti arrivano dunque mi sono detto, beh perché non andare a trovarla per vedere se è tutto a posto ! >>

La mora continuava a guardarlo incredula.

<< Poi mentre passavo di qui vi ho viste sedute e beh eccomi qui. Spero di non avervi disturbate. >>

<< Nono assolutamente... e che- >>

<< Aspetta Sarada, ha detto che i messaggi non ti arrivano ! >> Esclamò Chocho facendole segno verso il telefono.

O cavolo vero!
Annuì prendendo il telefono con un po' d'ansia.
Modalità aereo. Beh, sì le capitava di inserire quella modalità per sbaglio.
Non si era resa conto di nulla, anche perché con Chocho si era sentita via telefono fisso di casa.
Sbuffò. Che idiota.
Ma già sapeva che Boruto non si fosse fatto sentire.
Ma la speranza è sempre l'ultima a morire.
Impostò il telefono alla modalità normale e schiuse lo schermo in fretta.
Non era pronta per sapere.

<< Come mai tutta quest'ansia? >> Chiese Mitsuki.
<< Ma un sacco di affari tuoi, no eh? >> Sbottò la sua migliore amica in risposta.
<< Perfavore Chocho. >> Sussurrò Sarada guardandola male.
<< Tranquilla, Sarada. Non fa niente. >> Sorrise per ringraziarla
<< Però volevo chiederti se qualche pomeriggio ti va di fare un giro insieme fuori. >>

<< Non ci credo! >> Rise Chocho.
Sarada le diede l'ennesimo calcio mentre annuiva al ragazzo con un sorriso forzato.
Certo, in amicizia, perché no?

<< Perfetto allora... >> Disse alzandosi dal tavolo. << Ci sentiamo. >> E se ne andò facendole l'occhiolino.

Sarada e l'amica scoppiarono a ridere.
<< Perché attiri solo casi umani ? >>

<< Chocho, credimi non lo so. >> Rispose riprendendo il suo telefono tra le mani.
Notò un paio di messaggi non letti.
Perse un battito.
Il primo era di quel ragazzo strano che le chiedeva il motivo della sua assenza a scuola, ed il resto di... Boruto

' Buongiorno, ti aspettavo oggi a scuola... Tutto ok ?'

' Ascolta, se è per via di ieri che non mi rispondi, ti chiedo scusa. Mi ha preso alla sprovvista'

' Bhe, lascia stare se non ti va di rispondermi.'

Mostrò all'amica questi messaggi.
Si sentiva da un lato contenta, felicissima che lui aveva avuto il pensiero di scriverle...Ma mollare la presa così subito, perché?
Ed ecco che si sentiva di nuovo giù.
Chocho le aveva consigliato di non rispondergli, poi era giunta l'ora di tornare a casa. Pagarono il conto e si separarono a metà strada.
E con un macigno sul cuore Sarada rincasò.

Appena arrivata in casa, notò che Sakura fosse assente.
Le luci di quel piccolo appartamento erano tutte spente e lo rendevano ancora più triste e cupo del solito. Ricordava ancora la loro vecchia casa... Bella, grande e calorosa. Racchiudeva tutta la sua infanzia, che era stata sicuramente felice.
Poi il disastro. Sasuke che si innamora di un uomo, Naruto Uzumaki per giunta, molla sua madre...e beh poi è storia.
Un'enorme moto di tristezza si fece spazio dentro di lei, con un pensiero ancora malsano che le balenava in testa.

Cercare suo padre.

Aveva smesso di parlargli appena appurata la situazione.
Lui, ovviamente, aveva provato ad avvicinarla probabilmente per bene o per alleviare il suo grosso peso sulla coscienza. Ma lei aveva chiuso i ponti.
Neanche Sakura aveva sofferto così tanto di quella scoperta, semplicemente si era rimboccata le maniche e aveva continuato ad andare avanti.
Non almeno quanto Sarada.

Raggiunta la sua cameretta, si gettò sul letto.
Guardava il soffitto bianco che aveva qualche crepa e mandò giù un groppo alla gola.
Non sapeva il perché, ma aveva la strana sensazione che Sakura già sapesse.
Ecco in effetti, non ricordava suoi pianti eclatanti o scene di gelosia, qualcosa che potesse farle pensare che sua madre ne avesse sofferto davvero di tutta questa storia
Negò col capo mordendosi un labbro.
Non poteva essere possibile.
Se Sakura l'avesse saputo non l'avrebbe mai sposato...e allora?

Magari l'aveva consolata la presenza di Kakashi Hatake, il suo capo.

Sbuffò cercando di togliersi quei pensieri opprimenti dalla testa.
Non era ancora pronta per cercare suo padre.
Afferrò il suo cellulare cercando di distrarsi, ma notò un altro messaggio da parte di Boruto arrivatole giusto due minuti prima.

Perse l'ennesimo battito e con mani tremanti lo lesse.
' Posso rimediare ?'

Di getto Sarada gli rispose.

'Come?'

' Affacciati dalla finestra.'

Sarada prese a sudare freddo imbarazzata.
Cosa? Boruto era fuori dalla sua finestra?
Con un moto d'ansia si alzò dal letto e corse ad aprire quella finestra chiusa.

Se lo ritrovò qualche metro più in la' con il cappuccio della felpa che gli copriva anche un po' il volto.
Sarada lo guardò interdetta senza emettere nessun suono.

<< Non ti stavo spiando. >> Disse il ragazzo discolpandosi avvicinandosi alla finestra.
<< E' che conciato così sembri proprio uno stalker, Boruto >> Ammise Sarada trattenendo una risatina.

Era arrabbiata, ancora. Non poteva lasciarsi andare.

<< Dai non fare la stronza... >> Soffiò Boruto alzando gli occhi azzurri al cielo.

Alla fine Sarada rise, dimenticandosi per un attimo anche il motivo per cui era tremendamente incazzata.
Il biondo le sorrise accendendosi una sigaretta.

<< Tua madre è in casa? >> Le chiese a bruciapelo.
La mora negò col capo in risposta.

<< Ok allora mettiti qualcosa di più pesante ed esci fuori. Ti aspetto dall'altro lato della strada. >>
<< Mi stai chiedendo di uscire? >> Domandò la ragazza alzando un sopracciglio

<< Sì, dai sbrigati >> Le pretese iniziando a fare strada verso la stradina di fronte.

Le venne istintivo guardare l'orario.
18:30.
Aveva ancora tempo prima dell'ora di cena.
Sorrise catapultandosi a cercare un felpone pesante nell'armadio.
Si vestì di fretta e furia ed uscì direttamente dalla finestra per poi richiuderla.
Il freddo la investì e ne respirò gli odori a pieni polmoni.
Lei adorava l'inverno.

Raggiunse Boruto a piccoli passi.
Lui la fissava indecifrabile mentre gli si avvicinava.
Quando si ritrovarono davanti Sarada non seppe cosa fare, come comportarsi.
Insomma? Dove la voleva portare?
Ma Boruto non le diede neanche il tempo di riflettere.
Le si catapultò addosso per baciarla.
La stringeva talmente forte che Sarada pensò di spezzarsi. Le toccava il viso, i capelli, ogni parte del suo corpo minuto. Sembrava totalmente preso da lei ed il cuore le batteva a mille a l'ora.
E Sarada si arrese, come aveva iniziato a fare ormai spesso quando si trattava di quel baka. Rispose a quel bacio portandosi le sue mani magre sul petto del biondo continuando a far scontrare le loro lingue e le loro labbra per altri interminabili minuti.
Quando si staccarono da quel bacio si sorrisero.
Era stato magico, talmente magico, da far abbassare l'ascia di guerra a Sarada.

<< Vieni, guarda dove ti porto. >>
Se la tirò da un braccio e lei ammutolita si fece trasportare.
Le loro mani s'intrecciarono ed ancora una volta Sarada si sentì morire dalla gioia.


Note autrice: Ciao a tutti! Piccolo aggiornamento...spero vi piaccia! A presto 

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