10.Capitolo

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Il fastidioso ticchettio di quell'orologio, attaccato al muro di quell'orrendo ufficio, stava iniziando ad infastidirlo davvero.
Odiava i rumori ripetitivi, e con tutto quel silenzio poi, era come se riuscisse fracassargli maggiormente il cervello.
Già bacato ce lo aveva, e non voleva sicuramente che la situazione peggiorasse.
Sbuffò annoiato, mettendosi maggiormente comodo con le gambe totalmente spalancate.
Iruka lo squadrò male.
Ormai era quasi mezz'ora che aspettava seduto l'arrivo dei suoi genitori.
Anche se era già maggiorenne, erano stati contattati comunque.
Che cosa ridicola.
Ed in più la voglia di rivedere suo padre, sempre se avesse avuto il coraggio di presentarsi, non ce l'aveva proprio.
In che diavolo di situazione era andato a cacciarsi.
Sempre colpa di quella vipera che non teneva mai la bocca chiusa.
Fece un sospiro, sollevato.
Si sentiva così felice e svincolato, finalmente se n'era liberato.
Ma adesso il problema principale sarebbe stato riottenere la fiducia di Sarada, cosa che gli sembrava difficile. L'aveva delusa innumerevoli volte e non sapeva come sarebbe andata.
Ingoiò un groppo alla gola appena sentì la segretaria bussare.
I suoi erano arrivati.
Si girò dall'altro lato appena li sentì varcare la soglia di quella porta.
Non intendeva assolutamente rivedere Naruto.

<< Signor Uzumaki, Signora Hyuga. >> Li accolse il preside in quell'angusta stanza.

Il Signor Iruka doveva veramente amare molto le piante.
Ne aveva riempito tutto quel mini ambiente.
Ogni volta che Boruto aveva messo piede lì dentro, gli sembrava di esplorare la foresta amazzonica.

<< Buongiorno! >> Risposero in coro i due genitori preoccupati, mentre il biondo non si era minimamente neanche degnato di guardarli.

<< Sono costernato di avervi dovuto chiedere di venire e lasciare il lavoro, ma la questione di cui devo parlarvi è molto seria. >> Affermò il preside guardando Boruto di rimando.

<< Cosa è successo? >> Chiese suo padre. << Spero nulla di grave...>> Continuò ridacchiando tentando di smorzare quell'aria pesante.

Assurdo. Naruto non era cambiato di una virgola.
Ora che avevano preso posto al suo fianco, poteva notare meglio ogni piccola parte del suo viso.
Sembrava il solito idiota.
Sbuffò seccato dal suo comportamento infantile.
E poi come cavolo si permetteva di presentarsi lì come se niente fosse.
Come se fossero davvero una famiglia normale.
Strinse i pugni.
Avrebbe voluto picchiare anche lui se solo avesse potuto.

Iruka sospirò tra un misto di delusione e amarezza.
<< Boruto ha picchiato selvaggiamente un altro studente dell'istituto. >>
<< Oh mio Dio. >> Sfiatò Hinata portandosi una mano alla bocca, preoccupata

<< Il ragazzo è stato portato al pronto soccorso. Sta meglio, ma ha il setto nasale rotto. >> Continuò il preside

Naruto prese a guardarlo sconvolto.
Andiamo, razza di idiota, smettila di fare quella faccia. Pensò il giovane.

<< E' inconcepibile! Non credevo fossi diventato così violento! >>

Boruto lo guardò male.

<< Non è il momento del rimprovero, Naruto. Lasciamo parlare il Preside. >> Lo bloccò in tempo Hinata con tono soave.

Iruka annuì serio per poi continuare a parlare.

<< I familiari di Iwabe hanno deciso di non sporgere denuncia, fortunatamente. Una denuncia per aggressione potrebbe stroncare il suo futuro. >>

Boruto trattenne una risata.
Di quale futuro parlavano?

<< Signor Preside, ci scusiamo per l'accaduto e vedremo di mandare Boruto da un terapeuta. >> Sospirò tristemente sua madre.

<< Che cosa?! >> Esclamò il ragazzo voltandosi finalmente a guardarli.
Che razza di storia era mai questa.

<< Sì Hinata, che cosa? Ne dovremmo parlare prima tutti insieme. >>
S'intromise Naruto.

Boruto non riusciva a crederci. Dove voleva andare a parare sua madre?
Lo strizzacervelli?!
Gli unici a cui serviva erano proprio loro, ma non lui.

<< Boruto ha un serio problema a mantenere la rabbia. >> Affermò decisa la mora. << E' una bomba ad orologeria. >> Finì guardandolo con compassione.

Volle risponderle ma il Preside lo arrestò.

<< C'è dell'altro Signora Hyuga. >>

Il ragazzo arricciò le labbra e lo guardò stranito.
Non ricordava di aver fatto altri danni a scuola.
Con lo sguardo, i suoi genitori incitarono Iruka a continuare.

<< Oltre ad aver rotto uno degli armadietti a suon di pugni, gira voce che consumi... >>

Si schiarì la voce.

<< ... i suoi rapporti sessuali al terzo piano di quest'istituto. Qualcosa di oltraggioso. >>
<< Questo non è mai successo! >> Urlò Boruto alzandosi dalla sedia.

<< Ragazzo, le voci girano. >> Gli rispose serio.

<< Come diavolo può basarsi sul sentito dire! Niente di tutto questo è vero. >> Si arrabbiò sbattendo i pugni su quella scrivania a vetro.

Si sentì stringere il polso.
Era Naruto che lo bloccò prima che potesse combinarne altre delle sue.
Si staccò malamente da quel contatto per poi girarsi a guardare i suoi.
Hinata aveva preso a piangere.
Aveva già afferrato uno di quel fazzoletti con le sue iniziali, per asciugarsi le lacrime. Suo padre, invece, lo guardava fisso.
Era serio.
No, non lo spaventava per niente.
Alzò le braccia arrendendosi per poi scuotere il capo.
Beh se volevano pensare che fosse anche un maniaco sessuale, che lo pensassero pure.
<< Beh allora? Qual è la punizione? >> Chiese con sbruffoneria al Preside.

<< Sospeso per una settimana. >>
<< Perfetto! Arrivederci. >>
Stava per prendere la sua roba per poi dirigersi verso la porta e scappare via da quella brutta situazione. Ma ancora una volta la voce di Iruka lo bloccò.
<< E se non raggiungi, in tutte le materie il voto 8 entro fine anno, sarai bocciato >>
Cosa casa stava dicendo quel vecchio degenero.
<< 8 in tutte le materie? E' impossibile. >> Sbottò voltandosi verso di lui
<< Bocciatelo direttamente ! >> Propose sua madre.
Si stava mettendo contro di lui adesso?!
Il Preside negò col capo.
<< Gli daremo ancora un'altra possibilità. >>

<< Beh che possibilità! Mi creda, complimenti! Adesso tolgo il disturbo arrivederci. >> Salutò fuggendo via da quella porta, che finalmente era riuscito a sorpassare.
Appena fuori tirò un sospiro di sollievo.
Beh che dire?
Avrebbe perso l'anno sicuramente.
Otto in tutte le materie. Che ridere...
Era bravo nelle materie matematiche, ma in quelle letterarie c'era poco da fare. Inspirò per calmarsi, per poi farsi strada verso l'uscita.
Qualche metro più avanti trovò ad aspettarlo Shikadai.
Era poggiato su un pilastro che giocherellava con una sigaretta spenta fra le labbra. Appena i loro sguardi s'incrociarono, il biondo si bloccò.
<< Ti hanno sospeso? >> Gli chiese il moro facendogli un segno col capo.
Boruto annuì in risposta serio.
<< Che cazzo ti sta succedendo ? >>
Fece spallucce.
Ma che diavolo di risposte dava al suo migliore amico?
Shikadai scoppiò a ridere facendo traballare quella sigaretta.
Lo guardò con sguardo interrogativo.
<< Finalmente qualcuno è riuscito a fai zittire quella testa di cazzo di Iwabe. >> Sospirò fra le risate il suo amico.
<< Dimmi che lo hai capito anche tu che si scopa Denki... >>
<< Ovvio, non dirmi che hai davvero dubitato della mia intelligenza. >>
<< Non so, come abbiamo fatto a stare dietro a persone del genere... >> Gli ammise il biondo con amarezza.
<< Non so, come abbiamo potuto realmente, prendere in giro una come Sarada. Tra tutti noi è quella più normale... >> Gli diede corda Shikadai.
Già...Sarada.
<< Cazzo...Me ne sono innamorato, per giunta. >>
<< Beh non c'era bisogno che me lo dicessi. >> Ridacchiò ancora il moro.
Boruto alzò gli occhi al cielo, ridacchiando.

Poi si salutarono, c'erano ancora altre lezioni per il suo amico.
Mentre lui uscì da scuola per poi dirigersi verso casa, in totale silenzio, sovrastato dai suoi pensieri.

L'Uchiha gli aveva riempito la testa. Completamente.
Non aveva mai provato tutti questi sentimenti verso un'altra persona.
Era tutto così travolgente, ma allo stesso tempo spaventoso.
Era diventato violento e terribilmente egoista.
Egoista, di sentimenti ecco.
A lui toccava essere amato, e gli toccava anche poter amare, dopo tutto quello che aveva passato.
Non era giusto, che qualcuno si mettesse in mezzo fra lui e Sarada, ora che avevano scoperto di provare tutte quelle cose.
Loro avevano il diritto di amarsi.
Quindi, Sumire, Iwabe, Sakura, e tutto il resto di persone che gli stavano mettendo i bastoni fra le ruote, si meritavano un bel calcio nel culo.
Di Sumire si era sbarazzato.
Di Iwabe anche.
Mancava Sakura.
No, non poteva di certo sbarazzarsi di lei.
Era la madre della sua ragazza.

Come poteva riuscire ad entrare fra le sue grazie?

Aspetta, aveva definito Sarada come la sua ragazza.
Diventò paonazzo al solo pensiero.
Negò col capo.
Prima doveva farsi perdonare. Chissà cosa diamine era arrivata a pensare vedendolo in quella classe chiuso con quella vipera di Sumire.
E poi dopo la rissa.
E se l'avesse rifiutato?
Strinse i pugni.
Aveva preso l'odiosa abitudine di riuscire a rovinare sempre tutto.

E si domandò nuovamente, quando sarebbero finite tutte quelle tragedie e avrebbero potuto godersi la loro relazione in santa pace

Quando arrivò in casa sua, si diresse direttamente verso la sua stanza.
Chiuse la porta sbattendola malamente.
Si catapultò sul letto ancora disfatto.

La sua stanza era un totale disastro, esattamente come lo era lui.
La sua stanza lo rifletteva forse come persona?
Sospirò seccato guardando il soffitto.
Sapeva che sua madre avrebbe messo preso in atto l'idea dello strizza cervelli.
Ma forse ne aveva bisogno davvero.
Magari le cose successe nella sua infanzia lo avevo portato ad essere uno psicopatico.
Dunque, chi ci colpava?
Sempre Naruto. Che non era riuscito a tenere la sua famiglia unita.

Quando sentì sua madre rincasare, si mise di scatto seduto nel letto.
Ingoiò un groppo alla gola.
Sarebbe presto iniziata la ramanzina.

<< Boruto scendi subito! >> La voce di Hinata gli arrivò ben presto alle orecchie.
E con un misto di paura e di noia, aprì la porta della sua cameretta e scese lentamente le scale. Molto lentamente.

Hinata e Naruto erano seduti sul divano, pronti a fare una bella chiacchierata con lui.

Pensò di vederci doppio.
Naruto non metteva piede in quella casa da quando aveva lasciato Hinata.
Poi crebbe nuovamente di non aver visto bene.
C'era Sasuke Uchiha, in piedi, poggiato sullo stipite della porta della cucina.

<< Come hai potuto farlo entrare in casa nostra?! >> Esclamò a sua madre non appena poggiò il piede sull'ultimo scalino.

Naruto abbassò lo sguardo sicuramente a disagio.
Sasuke non rispose, certamente gli era stato detto di non intromettersi assolutamente nella discussione.
Sua madre lo squadrò con uno sguardo difficile da interpretare.

Capì solo che doveva sedersi di fronte a loro.

Quando il suo sedere toccò il fondo morbido di quel divano di alta classe, la domanda gli arrivò a bruciapelo.

<< Che sta succedendo? >>

Era stata Hinata a proferirla.
Lui non poteva crederci che quel bastardo si era presentato in casa sua.
E che Hinata avesse acconsentito.
Un'idea malsana si fece spazio nella sua testa.
Avrebbe potuto vendicarsi finalmente.

<< E' una storia lunga. >>

<< Siamo qui per ascoltarla, Boruto. >>

Lui sbuffò.
Da dove poteva iniziare.
Beh dove, se non dalla sua dolce condanna.

<< Credo mi piaccia Sarada Uchiha. >> Ammise guardando la reazione di Sasuke sottecchi.

<< Cosa?! >>
L'idiota di Naruto si era strozzato con la sua stessa saliva.

Hinata restò in silenzio. E Sasuke a distanza non si scompose.
Benissimo, vediamo la sua reazione, alla prossima bomba.

<< Vi chiederete cosa c'entra con tutto sto casino. >>

Attimi di silenzio contornavano l'ambiente.

<< Ma è semplice, spacco la faccia a tutti quelli che ci vanno contro o che ci mettono i bastoni fra le ruote. >> Continuò assottigliando lo sguardo verso L'Uchiha.

Naruto sbiancò.

<< Ciò non ti consente di rompere il setto nasale di un tuo rivale in amore. >> Gli rispose Hinata con sguardo severo.
Non si era scomposta davanti a quella rivelazione. Credeva che una cosa del genere l'avesse potuta ferire. Ma a quanto pare no.
Per lei, suo figlio aveva la priorità. E lo dimostrava solo per aver aperto la porta all'amante e nuova fiamma del suo ex marito.

<< Iwabe non è un mio rivale in amore. >> Ridacchiò il biondino in risposta.

<< Allora perché l'hai fatto? >> Gli chiese Naruto sconvolto.

<< Mi ha dato del ricchione, perché ho rifiutato la mia ex. Ci ha provato con me al terzo piano, per questo si è sparsa voce che consumo i miei rapporti sessuali lì. >>

Hinata tirò un sospiro di sollievo.
Sicuramente era una vergogna sapere che il proprio figlio, facessi atti impuri al liceo.

<< E' stato tutto un malinteso allora... >> Sussurrò lei con le lacrime agli occhi.

<< Sì, mamma. >> Annui Boruto

Anche Naruto si era notevolmente tranquillizzato.
<< Sono felice, che tu e Sarada non abbiate fatto sesso a scuola. >> Sussurrò portandosi una mano sul petto.

Naruto guardò per un istante Sasuke.
Li vide, si erano sorrisi appena.
Non l'aveva punto più di tanto? Benissimo.

<< No, papà. Non l'abbiamo fatto a scuola, ma l'abbiamo fatto in una disgustosa toilette in discoteca e di sopra, in camera mia. >>

Stavolta spalancarono gli occhi tutti e tre i presenti in stanza.

<< E stavamo anche per farlo su una panchina in mezzo al parco. >> Continuò ridendo.

<< Come ti sei permesso a toccarla! >> Esclamò denigrando i denti, Sasuke .

Si era finalmente intromesso quel bastardo.
Boruto lo guardò sogghignando. Quanto stava godendo.
Era come se tutta la cattiveria che aveva in corpo si fosse impossessata di lui.
Sapeva che non stava facendo del bene nei confronti di Sarada.
Non avrebbe dovuto confessare quelle cose davanti a suo padre.
Ma quella occasione era stata così carnosa e succulenta che non poteva farsela scappare. Per cosa era iniziato tutto alla fine? Per una dolcissima vendetta.

<< Beh che c'è Sasuke? Tu ti scopi mio padre ed io mi scopo tua figlia. Qual è il problema? >>
<< Cazzo Boruto fermati. >> S'intromise Naruto cercando di fermarlo.

Sasuke aveva preso a guardarlo in cagnesco, avvicinandosi a lui lentamente.

<< E sai qual è la cosa bella Sasuke? Che fa tutto quello che le dico, è totalmente disinibita e persa di me che a volte sembra la mia schiava sessuale. >>

Finalmente l'aveva raggiunto.
Si sentì tirare dal colletto della maglietta.
Non smise di ridere.

<< E a me fa impazzire totalmente. Perché non mi sono mai sentito così... >>

Arrivarono fronte contro fronte.
Sentì Naruto alzarsi per bloccarli.

<< ... Desiderato. >> Finì la frase tornando serio.

<< Sei un fottuto narcisista! >> Soffiò l'Uchiha allettando la presa dal suo colletto. << Tu non stai bene, hai bisogno di curarti. >>

<< Ti prego, Sasuke... Basta. >> Gli sussurrò Naruto prendendolo da un braccio.

<< Come può Sarada, non ci credo. E' una ragazza intelligente. >> Rise portandosi le mani su quei capelli nero pece.

<< Ci avete rovinato la vita, cosa vuoi che ti dica? >> Gli chiede il biondo gesticolando.
<< Voi non ci avete dato tempo di assimilare, siete stati talmente egoisti da fottervene, e questo è il risultato! >> Urlò quasi squarciando quelle pareti piene di quadri.
<< Un sociopatico narcisista e una debole che non ha la forza di reagire a qualsiasi richiesta. >>
Pensava davvero questo su Sarada?

<< Adesso basta! >>

Hinata era giunta al capolinea.
<< Adesso voi due ve ne andate. >> Affermò facendogli segno verso la porta.
<< Che a mio figlio lo gestisco io. Tu, Sasuke, pensa a tua figlia. >>

Si era alzata dal divano mentre parlava, sembrava scombussolata.

<< Sicuramente anche lei ha bisogno di aiuto. >>
Finì il discorso.

E non c'era altro da dire.
Completamente.
Era vero, sicuramente.
Avevano entrambi bisogno di aiuto.
Loro due potevano di certo aiutarsi a vicenda, ma a quanto pareva, finiva sempre tutto male.
Nel peggiore dei modi.

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