6.Capitolo

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Sarada si sentiva distrutta.

Sua madre non le parlava, l'aveva scoperta.

Quella terribile sera al ritorno dalla discoteca aveva visto le luci di casa sua aperte. E tutto quello non presagiva nulla di buono.

Col cuore in gola aveva provato a rientrare dalla finestra che aveva lasciato aperta, ma ritrovandosela chiusa, dovette accettare quella sconfitta contro sua madre. Una sconfitta persa a priori...

Suonò al campanello sapendo chi fosse già dall'altro lato ad aspettarla con ansia.

Ad aprirle fu appunto una Sakura con sguardo severo. Dietro di lei seduto sul divano Kakashi Hatake. Che diavolo ci faceva a casa sua?

Il ceffone che le arrivò in pieno viso le fece girare vertiginosamente la testa.

<< Mi hai fatta preoccupare ! >> Urlò sua madre tremando dalla rabbia << Scordati di uscire per il resto del trimestre! Sono stata chiara? >>

Sarada annuì con sguardo di scuse. Prese strada verso la sua stanza, ma nel mentre, i suoi occhi grandi e neri incrociarono quelli grigi e senza emozioni di Kakashi, l'amante di sua madre.

Lo guardò talmente male che ebbe paura che potesse dirle qualcosa.

Sicuramente sua madre l'aveva chiamato per essere aiutata e confortata.

Ma a Sarada chi, invece, l'avrebbe consolata?

Non aveva nessuno che la capisse davvero nel profondo.

Chocho delle volte era tremendamente superficiale, attenzione l'adorava, la considerava come una sorella, il suo faro luminoso in mezzo al buio dell'oceano, ma non la capiva. Non la capiva del tutto...

Boruto...poi... L'aveva davvero mollata quella mattina a scuola.

Non che fosse mai cominciato qualcosa, ma sentiva che forse lui avrebbe potuto comprenderla. Ma era sempre troppo occupato ad essere egocentrico e stronzo per pensare a lei.

Aveva tirato in ballo la scusa terribile di avere una ragazza, ma ce l'aveva sempre avuta, anche quando avevano fatto sesso quella notte in discoteca, anche quando aveva provato a rifarlo quella mattina durante la ricreazione.

Pensava che fosse stupida?

Si vedeva da oltre un miglio che di Sumire gliene importasse ben poco!

Ma infondo lui di chi s'importava?

Solo di se stesso.

Un incredibile bastardo ed egoista.

Le aveva detto che se per lei la loro relazione non si basava soltanto sul sesso, avrebbero dovuta chiuderla sul serio.

Non poteva crederci! Lei che era stata sincera fin dall'inizio.

Gli aveva rivelato il suo amore per lui, e lui cercava solo di approfittarsi della situazione per trovare l'ennesimo buco per il suo pacco.

Non poteva crederci, non faceva altro che cascare alle sue parole.

Le aveva urlato di essere sua, ed avrebbe potuto esserlo se solo lui avesse voluto sul serio.

Quella sera Sarada aveva praticamente segnato il suo destino, con sua madre e con Boruto.

Un destino che purtroppo non le piaceva affatto, ma che sfortunatamente era costretta ad accettare.

Nel frattempo le settimane passavano e la situazione non cambiava.

Madre e figlia non si rivolgevano la parola, Sarada non usciva più completamente, passava tutti i pomeriggi a studiare intensamente pur di non lasciare divagare la sua testa verso altre isole.

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