Sarada si sentiva diversa.
Si era lasciata andare...ancora una volta alle attenzioni di quel ragazzo bellissimo, ma strano, per certi versi un po' lunatico...Ecco... Un ragazzo che cambiava spesso idea, così spesso come quando ci si cambia le mutande.
Ma era felice, sì poteva dirlo. Dopo tanto tempo si sentiva realmente contenta e soddisfatta. Era uscita da quell'enorme casa con il cuore che batteva ancora all'impazzata ed un sorriso da ebete sulla faccia.
Era così contenta che si era perfino messa a fare qualche giravolta tra le strade deserte di quel pomeriggio scuro ed inoltrato.
Insomma...robe da matti.
Anche se non sapeva più cosa aspettarsi da lui.
Avrebbe lasciato Sumire?
Avrebbe abbassato l'ascia di guerra?
Cosa voleva realmente Boruto Uzumaki da lei?
Involontariamente tornò a casa rattristata.
Triste.
Ecco, non sapeva se essere contenta o triste.
Cosa sarebbe successo? L'avrebbe fatta soffrire ancora?
Chiuse lentamente la porta di casa alle sue spalle sperando con tutta se stessa che Sakura non ci fosse. Era stata costretta a rincasare, ma se avesse potuto non ci avrebbe più messo piede in quell'angusto appartamento.
Erano le 19 passate e non aveva mai rincasato così tardi dopo la scuola senza neanche avvisare. Pensava di averla passata liscia, ma la voce di Sakura la bloccò prima di poter raggiungere il corridoio.
<< Un ragazzo biondo, dagli occhi chiari. >> sfiatò la donna con un mezzo sorriso.
Si spaventò ed il suo zaino cascò sul pavimento.
Si voltò a fissarla, la rosa stava seduta sul divano intenta a leggere uno dei suoi romanzi rosa preferiti.
I loro sguardi s'incrociarono. La madre la stava fissando attentamente, studiano ogni sua piccola reazione. Sarada la guardò interrogativa con una paura che iniziava a farsi spazio dentro se.
<< E' a causa sua? >> Domandò poi poggiando il suo segnalibro sulla pagina in cui era arrivata a leggere.
<< Di che parli? >> Sussurrò la mora negando appena col capo.
<< E' a causa sua se sei così terribilmente distratta? Disubbidiente ? Disinibita? >> Sbuffò alzando la voce sbattendo malamente il suo libro sul tavolo.
<< Sai anche tu che non è a causa sua. >> Ammise la mora abbassando la sguardo.
<< Cos'è? Ancora per quella assurda storia? >> Sbottò sua madre sollevandosi dal divano.
Le si avvicinò.
Attimi di puro silenzio contornarono quell'opaco appartamento.
<< Spero con tutta me stessa, Sarada, che non sia chi penso io >> Mormorò guardandola seria. << Ma dalle descrizioni di Kakashi, non posso far altro che esserne certa...>>>
La mora perse un battito. Kakashi, quello screanzato, li aveva visti. Ed aveva parlato. Lui, che non c'entrava niente con la sua vita!
<< Che t'importa chi sia, questo non cambia la situazione... >> sorrise amaramente Sarada.
<< Bene, se è lui, non è il ragazzo che fa per te, Sarada... >> Continuò seria poggiando le mani sulle spalle della figlia.
<< Qual è il tuo problema ?!>> Esplose con violenza Sarada cercando di fuggire ai suoi tocchi.
<< Cosa dici? Mi chiedi pure quale sia il mio problema ? >> Urlò facendo spalancare lo sguardo alla figlia
<< Lui ti odia! Lui ci odia! Sfogherà tutte le sue rabbie contro di te e lo sai anche tu! >> Strillò cominciando a scuoterla.
<< Ma che diavolo dici! Tu non lo conosci! >> Rispose con rabbia Sarada cominciando a stringere i pugni.
<< Io non lo conosco, ma tu invece lo conosci bene. E sai che ho ragione. >> Annuì seria la rosa. << E' lui che ti ha detto che tradivo tuo padre? >> Chiese poi assottigliando lo sguardo verde inquisitorio.
Sarada non rispose, abbassò semplicemente il capo sconfitta.
<< Guarda sta già iniziando a farlo! >> Sbottò portandosi le mani ai capelli.
<< Cosa? >> Chiese la mora confusa.
<< Ci detesta, ci vuole far separare, vuole farci soffrire, solo per il gusto di vendicarsi di tuo padre! E tu glielo stai lasciando fare! >>
<< Tu sei completamente suonata! Non lo farebbe mai! >> Urlò Sarada allontanandosi di colpo.
<< Guarda come sei combinata, tutta spiegazzata...Spero solo che tu non sia già caduta nella sua trappola. >> Rise Sakura squadrandola da capo a piedi.
La mora non rispose, abbassando il capo.
<< Non ci credo, Sarada... Ci hai fatto sesso... >> Sfiatò tra le risate incredula.
<< Ma che diavolo dici! Mi ha solo prestato qualcosa perché ero tutta bagnata! >> Ammise con rabbia.
<< Ma a chi pensi di prendere in giro? Kakashi ti ha vista entrare in casa sua. Non credo che abbiate passato il pomeriggio giocando a carte. >> Disse portandosi le mani sui fianchi.
Lo sguardo di Sakura dettava delusione. Un'immensa distesa di delusione a cui Sarada non poteva, non riusciva a dar rimedio.
<< Beh, la via corrisponde... E' Boruto Uzumaki? >> Domandò calma tornando a sedere sul divano.
<< Voi non avete il diritto di spiarmi ! >> Urlò con le lacrime agli occhi.
<< Voleva semplicemente essere gentile con te , dovrai abituarti a Kakashi prima o poi... >>
Sakura riprese il suo libro fra le mani riaprendolo esattamente dove l'aveva lasciato.
<< Allora tu dovrai abituarti a Boruto. >> Sbottò tagliente la mora.
La rosa ottenne la conferma che tanto aspettava e si sentì cadere il mondo addosso, ma non si scompose.
<< Perché? Pensi che durerà ? >> chiese ridendo. << Andiamo, Sarada! Ti facevo un po' più sveglia ! >> continuò facendo spallucce.
<< Sei malefica, cazzo ! >> Esclamò singhiozzando.
Sarada prese a piangere come una bambina. Era lì, in piedi in mezzo al salone con ancora i vestiti del biondo addosso.
Sakura la guardò con pena.
<< Non sono cattiva >> Sussurrò sua madre. << Sono solo realista, e presto lo capirai anche tu. Pensi che io abbia dimenticato cosa mi raccontavi su di lui ? >>
La figlia tirò su col naso, negando col capo.
<< Ti ha sempre schernita, presa in giro e maltrattata solo perché tuo padre si è rivelato omosessuale, quando in realtà lo è anche suo padre. >> Fece una faccia schifata. << E adesso, ci sta mettendo l'una contro l'altra e lo sai benissimo anche tu ! >>
<< Non sei nessuno per giudicarlo. >> Strinse i denti Sarada e non attese un minuto di più per raggiungere la sua stanza. Era stato un pomeriggio bellissimo tra le braccia di Boruto e di certo sua madre non poteva rovinarglielo.
Raggiunta la sua cameretta, sbatté malamente la porta.
Ma riuscì comunque a capire bene le ultime parole di sua madre.
<< Sei la peggiore delle traditrici! >>
Si poggiò di spalle sulla porta e si lasciò lentamente cadere.
Tra le lacrime aprì un nuovo messaggio appena arrivato ed un piccolo sorriso spuntò fuori contornando il suo viso tondo:
' E' stato bellissimo.'
***
Le giornate a scuola erano sempre più noiose da quando non frequentava più il suo gruppo. Boruto ormai passava la maggior parte del suo tempo fuori classe su quella finestra, pronto per fumare e strafumare le sue adorate Malboro. Ma ora che le cose con Sarada avevano preso la giusta piega sapeva che non sarebbe più stato veramente solo.
Quando i loro sguardi s'incrociavano a scuola, si sorridevano a vicenda, cercando di nascondere quella piccola timidezza che riusciva ancora a saltar fuori.
Boruto non sapeva se si fosse realmente preso una cotta per lei, ma aveva sempre tremendamente voglia della sua presenza. Anche se non lo avrebbe mai ammesso... Lui sentiva di starsi legando inesorabilmente, ma cos'era? Cos'era quella cosa che lo teneva così attaccato a lei?
Fino a qualche settimana prima se glielo avessero detto ci avrebbe scherzato su.
Boruto Uzumaki e Sarada Uchiha... Che barzelletta!
Eppure in quel momento il solo pensiero lo fece sorridere.
Era seduto in un tavolo a caso del cortile da solo. Non potevano farsi vedere insieme, non ancora... Ma ben presto l'avrebbe mostrata a tutti la sua adorata conquista, e poco gli importava delle assurde dicerie che avrebbero girato sul loro conto.
Boruto mangiava, mentre aveva lo sguardo perso nel vuoto.
Poi improvvisamente la vide passare davanti a lui insieme a Chocho ridacchiando. Sorrise di rimando mentre lei lo guardò sottecchi. Si sedette giusto un tavolo di fronte a lui, al suo opposto, di sicuro per riuscire a potersi guardare.
Com'è che ogni volta che la vedeva la trovava sempre più bella...
Non tolse neanche un secondo lo sguardo su di lei e stava perfino per inviarle un messaggio se qualcuno non lo avesse interrotto.
<< Sei ridicolo. >>
Boruto spostò lo sguardo verso quella distrazione.
Sumire.
<< Così le fai credere che sei davvero innamorato. >> Sussurrò silenziosamente la ragazza cercando di non farsi sentire.
<< I- io credo... >>
<< Shh. >> Lo bloccò appoggiandogli delicatamente il suo indice fra le labbra. << Credo che dovresti tornare con me al nostro tavolo, perché questa situazione mi sta davvero urtando! >> Sbottò per poi prendergli il viso fra le mani.
<< Non mi va... >> Sbuffò sollevando gli occhi al cielo.
<< Boruto-kun, fallo per me... Se mi ami... >> Gli sussurrò dolcemente per poi baciarlo.
Gli si avvicinò maggiormente, rendendo il bacio più passionale, iniziando a passare le mani fine su quelle sue cosce toniche.
Boruto si staccò interdetto. Non era da lei baciarsi così in pubblico.
Poi ricordò.
Sarada stava seduta giusto di fronte a lui.
Con un macigno nel petto si voltò velocemente a guardala.
Non rideva più e cercava di non alzare nuovamente lo sguardo.
No... Non voleva litigare di nuovo.
<< Torna con noi al tavolo, tutti ti aspettano, è passato fin troppo tempo! >> Strillò Sumire tirandolo da un braccio. Lui indebolito, continuando a gettare occhiate veloci a Sarada, si lasciò guidare.
Sarada alzò lo sguardo giusto un attimo per poi negare col capo delusa.
Non voleva ferirla, no assolutamente.
Quando arrivarono al suo vecchio tavolo, tutti i suoi amici silenziosi presero a fissarlo.
<< Boruto è dispiaciuto sul serio... Me l'ha detto, dunque credo sia giusto perdonarlo! >> Prese a parlare la sua ragazza.
Lui non le aveva mai detto tutto ciò, ma fu obbligato ad acconsentire.
Iwabe, Denki lo guardarono seri.
<< Mi dispiace ragazzi... >> Sfiatò abbassando il capo.
<< Per me può tornare a sedersi con noi!>> Parlò ghignando il suo amico Shikadai.
Iwabe si alzò di colpo e gli si parò davanti.
<< Prova un'altra volta a dire in giro che sono frocio e giuro che ti stacco le palle. >> Lo minacciò guardandolo in modo tagliente.
<< Non succederà più. >> Pronunciò il biondo portandosi le mani in tasca.
<< Perfetto! Vieni a sederti, Boruto! >> Sorrise Sumire facendogli segno di prendere posto al suo fianco.
Si diede una pacca con l'amico più grande e si sedette al fianco della sua ragazza...
Già, la sua ragazza.
Non era di certo il momento per dirle che presto non lo sarebbe più stata...
Mandò giù un groppo alla gola ripensando a Sarada.
Il suo tavolo era ormai troppo lontano, e non avrebbe più potuto guardarla.
Non ebbe neanche minimamente intenzione di prendere il telefono in mano per riuscire a giustificarsi, Sumire avrebbe sicuramente ficcato il naso...
E lui non voleva ancora dirglielo, non era ancora pronto.
Le sorrise falsamente quando lei gli strinse la mano.
Quella mano, con cui aveva accarezzato e toccato un'altra donna.
La sentì bruciare e l'allontanò di colpo.
Pensava di ferirla, ma lei probabilmente non ci fece neanche caso, troppo presa a mormorare con le due sue amiche.
Nessuno dei ragazzi, invece, proferì più parola.
Troppo imbarazzo, probabilmente, si erano già abituati a stare senza di lui.
Quel posto già gli stava molto stretto.
<< Vado a fumare una sigaretta. >> Sbuffò alzandosi di colpo prendendo di sprovvista tutti.
Non attese neanche la risposta che diresse velocemente al terzo piano dell'istituto.
Doveva scappare da quella situazione... Il più presto possibile.
***
Non riusciva a crederci.
Si sentì quasi cedere a piangere, ma non poteva farsi vedere a scuola in certe condizioni. No, lui non doveva capire che l'aveva nuovamente ferita.
Strinse maggiormente la sua sigaretta fra le dita.
Era nervosa.
Si erano baciati davanti a lei come se niente fosse, e lei era stata costretta a rimanere spettatrice, perché non poteva fare niente.
Si portò una mano tra i capelli. Aveva perfino lasciato sola Chocho che ovviamente non si era accorta nulla essendo girata di spalle.
Le aveva detto semplicemente di dover andare al bagno...
Sbuffò sedendosi sul davanzale cercando di riprendere la calma.
Ma il rumore di un altro accendino la fece voltare di colpo.
Aveva perfino l'audacia di presentarsi davanti a lei.
Negò ridendo col capo e gettò malamente la mezza sigaretta fuori dalla finestra.
E lo sorpassò senza fiatare.
Ma come sempre l'afferrò per il braccio, in tempo.
Perché? Perché non era riusciva a sfuggirgli nemmeno quella volta?
<< Che diavolo vuoi! >> Esclamò malamente girandosi verso di lui.
I suoi occhi azzurri la guardarono intensamente.
Come riusciva ancora, a farle qualcosa?
<< Mi dispiace, cercherò di lasciarla il prima possibile. >> Sfiatò accarezzandole il polso.
Non le aveva permesso di staccare quel piccolo contatto.
<< Mio Dio! Un minimo di rispetto! Pomiciarmi davanti come se niente fosse! >> Strillò tremando dalla rabbia.
<< Mi è saltata addosso! E non capisco perché, era da un po' che non ci sentivamo, e ora come se niente fosse si comporta così! >> Blaterò cercando di scusarsi, di trovare una giustificazione. << Io credevo che fosse già finita, non mi parlava da circa due settimane... >> Continuò abbassando lo sguardo.
Sarada mandò giù un po' di saliva.
Non sapeva che dirgli, era vero nulla era partito da lui, ma non riusciva a calmarsi.
<< Ok, posso andare? >> Chiese annuendo cercando di allontanarsi.
<< Certo... >> Sussurrò mollandola.
La fece allontanare.
Era meglio lasciarla sbollire.
Il biondo sorrise accendendo un'altra Malboro, affacciandosi dalla finestra.
Era troppo carina da gelosa.
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Fall In Deep
ChickLitCosa fare quando l'unica cosa che ti lega al ragazzo che ti piace è tutto fuorché piacevole? Cosa fare quando la ragazza che odi con tutto te stesso ti attrae? Cosa fare quando uno stupido gioco si mette in mezzo? *** - Sei proprio uno stronzo! - Ur...