Capitolo 5-Di Chi Parlava?

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Il figlio di Melissa McCall, decise, finalmente, di riunire il branco a casa sua come facevano da anni quando dovevano discutere, ma quella volta decisero di escludere  Beatrice Linux, perché era proprio di lei che dovevano parlare.
L' alfa gli aveva chiamati senza rivelargli di cosa dovevano parlargli in quella gelida sera di dicembre, ma l'avevano intuito da soli, anche perché stupidi non erano, per niente al mondo.
<<Credo che voi sappiate perché vi ho chiesto di venire a questa riunione e perché non è presente Tris>> ipotizzò Scott, azzeccando.
<<Ma dai>> esordì sarcastico lo zio di Derek, roteando gli occhi al cielo, ricevendo un'occhiataccia dalla figlia.
<<Insomma, suppongo che chiunque si sia accorto del comportamento strano di Bea, non solo io>> continuò il moro.
Tutti annuirono in risposta.
<<Malia, tu ne sai qualcosa?>> chiese il vero alfa, visto che la ragazza era quella più vicina alla banshee alle prime armi.
La coyote pensò subito a Stiles e Lydia, ma subito si rimproverò: la sua migliore amica non sarebbe così infantile per lui, ci starebbe male, ma non si metterebbe mai in testa di ferire qualcuno.
Ci riflettè sù: cosa può esserle accaduto? Era stanca, irritabile più del solito, infantile, stressata, debole e aggressiva nel linguaggio.
Cioè, quest'ultimo lo era sempre, ma non rivolgeva mai delle brutte parole alle altre persone, preferiva parlare civilmente.
Tate detestava non sapere cosa passasse per la testa della sua migliore amica, ma ancora di più essere a conoscenza del fatto che non aveva la minima idea di come aiutarla; come poteva se non sapeva cosa le stesse succedendo?
<<Malia?>> la chiamò Kira preoccupata.
Aveva un animo così gentile quella kitsune, ma se le toccavano i suoi amici diventava una bestia.
Avrebbe fatto di tutto per quei ragazzini la volpe.
<<Oh, non ne ho la minima idea>> disse con nochalance, nonostante fosse più che preoccupata.
Stiles sospirò, mentre Lyds lo confortava accarezzandogli la spalla.
<<Ragazzi, vi ricordo che abbiamo anche il problema della visione di Tris e Lydia>> si intromise Isaac.
<<Hai ragione, ma la priorità è Beatrice>> rispose l'alfa.
<<Hanno sentito puzza di cadavere, Scott>> cercò di farlo ragionare Derek.
<<No, non si discute. Se quella puzza era di Bea? Non possiamo permetterci di perdere un'altra persona>> disse il capo in modo  autoritario.
<<Ci vanno in mezzo delle vite! Ragiona, Scott!>> lo rimproverò il beta del nipote di Peter.
<<Isaac, capisci che Tris è importante?>> continuò testardo il figlio di Melissa McCall.
<<Importante quanto le vite di altre persone!>> ribatté il ragazzo dagli occhi blu.
<<Basta! Ci divideremo: alcuni si occupano di Tris altri della visione>> intervenì la banshee esperta del gruppo.
<<Va bene>> sbuffò Isaac, mentre Scott concordò con la proposta del suo migliore amico.
Intanto Beatrice era stanca morta.
Non ce la faceva più, stava perdendo la testa.
Voleva solo sprofondare o soffocare nelle lacrime che le stavano solcando le sue rosee guance.
A lui piaceva tutto questo, ci godeva.
I suoi piani stavano andando perfettamente come voleva.
Il nogitsune si stava letteralmente ossessionando, non riusciva più a non ascoltare i suoi pensieri, ad ascoltare i suoi singhiozzi la notte, sentire il suo voler morire, la sua sofferenza, guardarla distruggersi piano piano.
Stava facendo fare alla ragazza la fine di quella povera donna cieca di Shelia.
Tris stava piangendo nella sua camera mentre lui continuava a torturarla psicologicamente, senza pietà.
<<Che cosa vuoi da me?!>> urlo oramai disperata, tanto suo zio non era presente a casa e anche se fosse, aveva bisogno di urlare, di sfogarsi.
Sul volto dell'essere oscuro apparve un sorriso più che sinistro e inquietante.
Si avvicinò lentamente al corpo della giovane che stava songhiozzando dalla paura: era terrorizzata da lui, e quest'ultimo lo sapeva.
Le scostò i capelli dall'orecchio, entrando in contatto con la pelle della ragazze che ebbe un brivido per quanto la mano del demone fosse fredda, e le sussurrò un "di più".
Lei stava tremando.
Si allontanò ridendo, per poi sparire, lasciandola finalmente sola.
Beatrice era sotto schock, non riusciva a muoversi, tremava e basta, nel suo sguardo c'era solo angoscia.
"Di più" cosa?
Sempre domande e mai risposte.
Ormai era stufa marcia di quella situazione, ma se ne avesse parlato con qualcuno sapeva che sarebbe finita male per tutti e lei non aveva intenzione di vedere i suoi amici e il ragazzo di cui era innamorata torturati e passare i momenti che stava passando lei.
"Come ci è riuscito Stiles? Come ha potuto sopportare tutto questo?" si chiese tra sé e sé.

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