Prologo-Pazzi

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<<So benissimo che sei attratta da me piccola Tris>> affermò provocante il nogistune.
<<Oh, davvero?>> si avvicinò alle sue labbra, <<L'hai capito solo adesso?>> gli domandò.
<<Principessa sul pisello, non sono stupido, so che mi stai ingannando>> la spinse contro il muro, <<Perché non vuoi ammettere che provi qualcosa per me?>> chiese alla banshee dai capelli castano scuro.
<<Io? Provare qualcosa per te? Nei tuoi sogni>> rise, mentendo per fino a stessa.
Lei lo amava e lo sapeva benissimo, quello che non sapeva è che era un amore tossico, quello che ti fa star male, quello che ti uccide, ma alla fine come poteva capirlo?
Era tutta colpa di quell'essere che pareva così tanto Stiles e della sua stupidissima ossessione verso i suoi confronti.
Ma perché era così ossessionato da lei? Che aveva lei di così speciale?
Beh, per lui di sicuro lo era.
"Ma perché?" si domandava la ragazza, "Sono una ragazza come le altre".
Beh, come le altre non proprio.
La diciassettenne faceva parte di un mondo sovrannaturale, un mondo a cui è assolutamente vietato l'accesso agli umani.
Cioè, a quasi tutti.
<<Io non sono e non sarò mai attratta da te>> mentì spudoratamente e la perfetta copia di quell'umano lo capì senza far fatica.
L'adolescente dagli occhi marrone scuro rivedeva in lui Stiles pur sapendo che quella creatura del ragazzo aveva solo l'aspetto.
Ma allora perché era così innamorata di un demone che ha portato solo caos e conflitti?
Di un essere infernale che pensa solo a sé stesso?
Non lo sapeva nemmeno lei o forse non voleva ammetterlo.
<<Non mentirmi, tesoro>> il castano iniziò a giocare con alcune ciocche della ragazza.
Lei era spaventata da lui?
Certo.
Aveva paura che avrebbe potuto rubarle Stiles e non glielo avrebbe mai permesso.
Così è diventata il suo giocattolo preferito.
Beatrice Linux avrebbe fatto di tutto per quello stupido adolescente tanto intelligente quanto divertente e al nogistune non andava giù, oh no.
Lei doveva essere solo sua, non poteva avere nessun'altro accanto, doveva esserci solo lui con lei.
Lei gli apparteneva.
Il mondo cosa le avrebbe fatto se l'avesse lasciata libera?
L'avrebbe ferita, uccisa, ma non si rendeva che era la sua stessa possessione ad ucciderla.
Lei da lì a poco morì dentro, lui la costrinse a passare dalla sua parte e i suoi amici iniziarono a detestarla senza che fosse colpa sua, ma loro che ne potevano sapere?
Era solo colpa di quel morto che cammina, perché questo sembra.
Così sarebbe di sicuro riuscito ad averla tutta per sé.
Era tutto così malato, così psicologicamente instabile.
La sanità mentale di tutti stava andando letteralmente a puttane e tutto per causa sua.
<<Non sto mentendo, non ho mai mentito>> cercò, più che altro, di convincere se stessa.
<<Lo sai benissimo che stai tentando di ingannare anche te stessa, Tris>> distolse lo sguardo dai suoi capelli voluminosi facendolo penetrare nelle pupille della ragazza.
Ha degli occhi così spenti, così vuoti, rispecchiano perfettamente la sua persona.
Certo, è uguale esteticamente a Stiles Stilinski, ma caratterialmente?
Avevano due personalità completamente distinte.
Lui è in cerca di vendetta, di caos, divertimento, vuole diffondere paura e terrore nelle persone e vuole nutrirsi di codesti.
È insaziabile.
Stiles invece era tutt'altro: voleva sempre risolvere i problemi, suoi e degli altri, era così dolce e disponibile, altruista, divertente, intelligente e sarcastico.
Voleva solo la felicità, ma ahimè, non aveva proprio una vita fortunata.
La sua migliore amica era morta assieme ad Aiden per colpa del demone, poi aveva perso Erica e Boyd, sua madre...
Stava perdendo anche Beatrice, o forse si era già persa lei stessa.
E chi era il responsabile?
Ovviamente lui, non può essere altro che quell'essere che tutti guardano con tanto disprezzo.
<<Io non provo niente per te se non odio!>> esclamò furiosa.
<<Sssh>> la zittì posando delicatamente il suo dito dall'aspetto cadaverico sulle sue soffici labbra carnose.
Una lacrima le solcò il viso.
Non era da lei piangere: credeva che sarebbe risultata debole agli occhi degli altri se ci avesse anche solo provato, ma ormai stava diventando un'abitudine.
Tutti i giorni aveva continui crolli emotivi, attacchi di panico, di ansia, tutte cose di cui lui si nutriva e godeva quando compieva quest'atto.
Fece scivolare il suo dito e iniziò a baciarle lentamente il collo.
Quest'azione svolta da lui era tutto fuorché piacevole, però per lei lo era.
Le lacrime della castana continuarono a scendere copiosamente e cominciò a tremare.
Provava un senso di adrenalina e eccitazione, ma allo stesso tempo provava puro terrore.
<<Ti prego...>> emise in un sussurrò strozzato, facendolo ridacchiare soddisfatto.
<<"Ti prego" cosa?>> chiese,
<<Non ho sentito bene>> finse strafottente.
Il bastardo aveva sempre il coltello dalla parte del manico e ne è tutt'ora a conoscenza.
<<Ti scongiuro>> disse più forte con voce spezzata.
Sorrise soddisfatto lasciandole il viso.
<<Attenta a quello che dici, tesoro>> la minacciò per poi abbandonarla e lasciarla accasciare al muro tra il suo pianto e i suoi rumorosi singhiozzi.
Lui ne era così estasiato: vince sempre lui e lo sa.
Si stava riprendendo la sua rivincita, si stava finalmente rivendicando.
"Se non fosse stato per Shelia non sarebbe accaduto niente" si ripeteva scaricando la colpa su quella povera donna oramai deceduta.
Dava sempre la colpa agli altri tranne che a se stesso.

Se non l'avessi provocato non sarebbe successo nulla!
Tu e la tua stupida spavalderia del cazzo!
Contieniti ragazzina se non vuoi morire o far ammazzare qualcuno a cui tieni.

Parlò Ruth: la vocina che la sgridava sempre.
Beatrice la detestava: non era mai dalla sua parte e scaricava sempre la colpa su di lei, non le dava mai supporto o ragione.

"Sei molto d'aiuto, sai?" ribatté ironica.

Sempre meglio di quello che hai fatto tu.

"Stai zitta, non è giornata" le disse cercando di farla tacere con scarsi risultati.

Non è mai giornata!
Te ne sei accorta?
E tutto questo perché?
Perché sei una deficente!
Se non fosse per te i tuoi amici non sarebbero in pericolo di vita!

"Dio, smettila!" e riuscì finalmente a zittire quella maledetta vocina fastidiosa che non faceva altro che creare problemi.

A Tris mancava così tanto la vita di tutti i giorni: svegliarsi al mattino, fare una bella doccia calda, essere accompagnata dalla Jeep di Stiles a scuola, incontrare i suoi amici, fare le lezioni, uscire, gli abbracci: la vita normale.
Ormai era troppo tardi, ma cosa ne poteva sapere?
Era una stupida adoloscente che credeva di aver in mano il mondo e di poterlo manipolare a suo piacimento, che aveva una cotta per un ragazzo innamorato di un'altra, che faceva parte di un branco di ragazzini che pensavano di essere invincibili.
Non sapevano quello che sarebbe potuto succedere, oh no, non erano a conoscenza del fatto che un suo piccolo aiutante stava cercando di liberarlo, che quella persona gli spiava da giorni, settimane, mesi, anni, non sapevano che la loro vita stava per andare letteralmente a puttane, ma dopo poco lo capirono.

Angolo autrice:

Wei!
Come va?
So che dovrei continuare Pioggia Notturna, e lo farò, ma ieri mi è venuta un'idea per una possibile storia sul nogistune e non ho potuto resistere hagsgahag.
Comunque, tranquilli, aggiornerò presto Pioggia Notturna :)
Beh, che dire, io vi saluto e un caffè a tutti i presenti :) ☕
Ciao malati di libri🌚❤️

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