Capitolo 4-Conflitti

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Lui decise, stranamente, di lasciarla in pace per un po' di tempo.
Riuscì a prendere degli appunti, ma continuava a pensare al nogitsune.
Non aveva troppa paura per la sua incolumità, ma per quella del suo branco e di suo zio.
In fondo, lei cosa avrebbe potuto fare per fermarlo?
Certo, era una banshee, ma ancora non sapeva controllare i suoi poteri.
"A cosa serve essere una banshee se sono inutile?" pensava.
Se fosse stata meno debole avrebbe potuto fare qualcosa?
Quei giorni per lei furono infernali.
Avrebbe voluto urlare al mondo che il nogitsune era tornato, che continuava  a nutrirsi di lei, che si era accampato senza il suo volere nella sua testa, che aveva paura di quello di cui era capace, ma non disse niente.
Le persone a cui teneva sarebbero morte se lei avrebbe parlato e i sensi di colpa l'avrebbero consumata.
Senza di loro sarebbe persa.
Gli amava più della sua stessa vita.
Il demone continuava ad ascoltare i suoi pensieri, era sempre lì con lei, ma quella mattina decise di metterla in secondo piano e controllare i suoi amichetti impiccioni.
Sapevano perfettamente che in lei c'era qualcosa che non andava e volevano assolutamente scoprirlo, ma lui non glielo poteva permettere o il suo gioco malato sarebbe andato a puttane.
Voleva giocare con loro, renderli i suoi burattini, divertirsi, torturarli, farli uscire di testa, massacrare le loro menti e i loro corpi, vendicarsi e vedere la disperazione negli occhi delle loro famiglie e dei loro amici, ma era ancora troppo presto per farlo, quindi si trattenne.
Gli avevano portato via tutto, ma adesso lui aveva una cosa che apparteneva a loro: Tris.
Un buon ricatto.
Aveva perfettamente studiato il suo piano e anche se fosse andato male, aveva un asso nella manica con cui aveva stretto un accordo: uccidere Derek Hale e Scott McCall.
Ma tanto era già sua intenzione, quindi non sarebbe stato un problema.
Stava andando tutto secondo i suoi piani e gli piaceva da morire.
Intanto, a Beatrice stava tornando quel maledetto mal di testa che non le dava pace.
Sembrava come se qualcuno continuasse a martellare sul suo capo.
Era lancinante, impossibile da sopportare.
<<Tutto bene, Linux?>> domandò il coach notando il suo malessere, ma lei non riuscì a rispondere.
<<Linux, tutto ok?>> chiese ancora una volta.
Stanca di quel mal di testa si alzò dalla sua sedia e corse in bagno ignorando le chiamate di Finstok.
Chiuse la porta a chiave e si accasciò alla parete.
Aveva la testa tra le mani e sentiva così tanto dolore che era sul punto di piangere.
<<Fa troppo male>> sussurrò stremata.
Si stava spettinando i suoi capelli castani.
Era troppo orgogliosa per chiedere aiuto.
Era più insopportabile del mal di testa di quando ha incontrato il nogitsune.
Non ce la faceva più.
Lui intanto assorbiva tutto il suo dolore nutrendosene contento.
La banshee inesperta udì una risata maligna: la sua.
Si morse forte il labbro come per concentrarsi su altro dolore, fallendo miseramente.
Se lo morse così forte da farselo sanguinare.
Il demone apparì subito dopo davanti a lei, ricevendo un occhiata di disprezzo.
<<Vorrei aiutarti, ma diciamo che non controllo la cosa>> sorrise sfacciato lui.
Avrebbe voluto urlargli contro, picchiarlo, fare qualsiasi cosa, ma quel dolore glielo impediva.
<<Però posso darti un suggerimento, vuoi sapere quale?>> chiese divertito.
<<Non ho bisogno del tuo aiuto>> disse a fatica lanciandogli un'occhiataccia.
<<Preferisci davvero sopportare tutto questo dolore piuttosto?>> domandò.
Le arrivò una fitta enorme al capo, che la portò ad accettare un consiglio da lui.
<<Dimmi tutto, ora!>> alzo la voce stanca.
<<Urla>> disse solo.
<<Cosa?>> non capì.
<<Urla>> ripeté il nogitsune e lei così fece.
Non era un urlo normale, erano grida disumane, non disperate, ma che la facevano sentire potente: erano le urla di una banshee.

*****************

Uscì da scuola esausta e piena di pensieri sul nogitsune che sparì subito dopo le grida di dolore della ragazza.
A cosa era dovuto quel mal di testa che la tormentava?
Cosa voleva il demone da lei e dal suo branco?
Le avrebbe fatto del male?
Sempre troppi dubbi e niente risposte, e questo la faceva imbestialire.
<<Tu adesso mi spieghi che cosa ti prende!>> la sua migliore amica la afferrò, aggressiva come sempre, il polso della banshee alle prime armi, facendola sbuffare e voltare verso di lei.
<<Cosa dovrebbe prendermi?>> domandò facendo la finta tonta.
<<Dio, Tris, sei strana in questi giorni! Non so se sia per Stiles o per qualcos'altro, ma sei sempre stanca, menti continuamente e sei incazzata col mondo intero!>> alzò la voce attirando gli studenti attorno a loro che non sapevano farsi i fatti loro.
Tris strinse i pugni conficcandosi le unghie nella carne, cercando di non sbottare.
Non aveva bisogno di sentirsi rinfacciare tutto.
Malia aveva ragione.
Beatrice avrebbe voluto raccontarle tutto come faceva sempre, avrebbe voluto spaccare ogni cosa, piangere fino allo sfinimento e cadere tra le braccia della coyote, ma non poteva essere debole o i suoi amici sarebbero morti.
<<Non mi succede assolutamente niente>> mentì come al suo solito, pur sapendo che la figlia di Peter Hale poteva saperlo.
<<Smettila di sparare cazzate>> le ordinò Malia uccidendola con lo sguardo.
<<E tu smettila di starmi addosso! Non ho bisogno di te, Hale!>> le urlò contro non riuscendo più a trattenere quella frustrazione e sfogandosi su sua sorella non di sangue.
Tutti la fissavano come se avesse detto la cosa più obbrobriosa di tutto l'universo.
Notò il suo branco tra la folla che aveva uno sguardo deluso.
Non volevano intromettersi, nessuno l'avrebbe fatto perché sapevano che se qualcuno avesse detto la cosa sbagliata Malia e Beatrice gli avrebbero fatto del male in tutti i sensi.
<<Non provare a chiamarmi mai più con quel cognome che non mi appartiene>> la fece suonare come una minaccia, ma era ferita.
Non odiava la famiglia Hale, ma non voleva essere associata a loro, soprattutto a suo padre e l'aveva sempre detto.
<<E tu smettila di fingerti una figura materna>> esordì acida la banshee castana.
<<Non voglio essere la tua figura materna e nessun'altro lo vorrà mai essere>> ribatté tagliente Malia.
Avevano entrambe uno sguardo duro e deciso, ma dentro di loro quelle parole le avevano lacerate.
A quel punto il loro alfa decise di farla finta e dare un taglio alla loro discussione, a discapito del branco che era a conoscenza che non bisognava mai interrompere una loro litigata e non ne aveva il diritto perfino il loro leader.
<<Smettetela tutte e due, state dicendo cose che non pensate>> ordinò Scott autoritario, senza ammettere repliche.
<<Fatti i fatti tuoi, Scott>> quasi ringhiò la coyote.
<<È una discussione tra me e lei>> concordò Beatrice fissando male il figlio di Melissa.
<<Non guardarmi in quel modo>> disse serio rivolgendosi a Tris.
<<Vai a cuccia, Scottino>> suonò come una minaccia quella della ragazza comandata dal void.
Intanto, quest'ultimo la guardò in lontananza, a insaputa di tutti, con sguardo compiaciuto, sapendo che la stava facendo impazzire in poco tempo.
<<Non azzardarti a parlarmi così>> ribatté il lupo.
<<Se no?>> lo sfidò senza ritegno.
<<Sei una bambina>> la insultò Malia, camminando senza meta  piuttosto di rimanere in quel posto ad ascoltare la sua migliore amica.
Scott la fissò deluso e andò a parlare con Malia.
Beatrice si sentiva in colpa e non poco.
Stiles voleva parlarle, era arrabbiato con lei perché non era da lei quell'atteggiamento, ma la sua ragazza tentò di fermarlo perché credeva che Tris avesse bisogno di riflettere da sola e che così lui avrebbe solo peggiorato la situazione, ciò nonostante, l'umano la ignorò.
<<Sali sulla Jeep, ora>> le ordinò il ragazzo più che furioso.
<<Perché dovrei?>> Beatrice lo provocò.
<<Fallo e basta>> continuò, facendola sbuffare e accettare.
Salirono sull'auto celeste ripiena di nastro adesivo.
<<Tris, adesso mi spieghi che minchia ti pren...>> cercò di formulare una frase, ma la castana lo interrompè: <<Scordatelo>>.
<<Qualsiasi cosa tu abbia, non puoi far stare male gli altri solo per i tuoi capricci! Hai la vaga idea di come si senta Malia adesso?!>> cercò di farla ragionare, ma era proprio una testa dura.
<<Non mi interessa>> affermò decisa.
Cazzata enorme.
<<Non mentire>>.
"Cos'è? Ora è un lupo pure lui?"
<<Ti conosco troppo bene>> rispose alla sua domanda nonostante non gliel'abbia rivolta.
"Non avrà poteri sovrannaturali, ma è magico sto ragazzo" pensò lei.
Intanto il demone che creava solo caos e conflitti, si stava incazzando sempre di più.
Sapeva che Tris era innamorata di Stiles e ne era super geloso, anche se non l'avrebbe ammesso, perché la nipote di Deaton doveva essere solo sua e di nessun' altro.
Lei sbuffò sonoramente.
<<Stiles, mi sento in colpa, ok?  Non sto per niente bene e mi sono sfogata su Malia senza volerlo, nonostante sapessi che è sbagliato>> ammise finalmente Beatrice.
Stiles le strinse, senza farle male, le mani, in segno di sicurezza, facendola arrossire leggermente.
<<Cosa ti sta succedendo, Tris?>> chiese più calmo e comprensivo l'umano.
Beatrice si girò verso il finestrino per non incontrare gli occhi del suo amato.
<<Non posso dirtelo>> abbassò la testa dispiaciuta.
<<Lo sai che puoi fidarti di me>> la rassicurò.
<<Infatti mi fido ciecamente, ma se te lo dicessi ci andreste di mezzo tutti>> disse.
Stiles sospirò.
<<Ti accompagno a casa?>> chiese gentile com'era lasciandole le mani.
Annuì piano, guardando le dita che poco fa erano riscaldate dalle bellissime mani del fidanzato della biondo fragola, torturandosele nervosa.
Stiles mise in moto la sua amata Jeep e partì, abbandonando il parcheggio della Beacon Hills High School.
Durante il tragitto ci fu un silenzio più che imbarazzante.
Stiles la guardava qualche volta per controllare che lei stesse bene, mentre quest'ultima non faceva altro che giocherellare con le dita della sue articolazioni superiori.
Parcheggiò difronte a casa della ragazza sussurrando un udibile "siamo arrivati".
Annuì ancora e fece per scendere dalla macchina, ma si fermò per un attimo.
<<Mi dispiace>> si scusò mortificata.
<<Non ti preoccupare, è con Malia e Scott che ti devi scusare>> le sorrise.
Lei ricambiò il sorriso.
<<Dai, vieni qui>> aprì le braccia incoraggiandola ad abbracciarlo, cosa che fece.
Si sentiva terribilmente al sicuro tra le sue braccia, poi amava il suo profumo.
Cercò di memorizzare quell'abbraccio che era stato così speciale nonostante fosse semplice.
Avrebbero fatto di tutto l'uno per l'altra, solo che lei provava sentimenti ben superiori all'amicizia, al contrario di Stiles che era perdutamente innamorato di Lydia.

Angolo autrice:

Weiiii, come va?
Scusatemi tanto, vi ho fatto aspettare un sacco per questo capitolo.
Madonna, che vita di merda c'hanno sti qua comunque eh.
Quella sta innamorata di quello che sta co n'altra, poi sempre quella è torturata da un demone e litiga con la sua migliore amica e il suo alfa e porca troia.
Ditone Pedofilone (Deaton) è l'unico mezzo felice.
E boh, io vi saluto e caffè a tutti i presenti :) ☕
Ciao malati di libri🌚❤️

Cieca.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora