Mi chiedo cosa abbia spinto nel tempo gli esseri umani a dare valore a ciò che non abbia un'anima, a ciò che non si può realmente amare. Forse l'amore, quello vero, non viene più provato.
Prima non veniva pronunciato nemmeno il "Ti amo", l'amore, quello vero, quello ardente e profondo veniva rivelato, veniva provato, faceva parte della vita di tutti i giorni di chi lo provava, stavano male per amore, con il cuore che doleva e sofferente da quanto fossero travolti da quella passione così estrema, si amavano senza riserve, gli sguardi dicevano più di quanto in realtà si volesse rivelare, era un amore che sapeva aspettare nel tempo, che veniva racchiuso tra le righe di una lettera, faceva male ma era travolgente, si viveva solo d'amore, esso era al centro di ogni cosa, esso viveva in quelle anime, si faceva strada attraverso i sospiri, gli sguardi e le parole che venivano pesate con estrema grazia e cura. Quell'amore che bloccava in gola quelle parole che volevano essere urlate a gran voce, quelle mani che desideravano sfiorarsi, quelle iridi che avrebbero tanto voluto perdersi in quelle pupille più nere della notte, con quella passione così travolgente da consumare l'anima, con tutto il corpo in fremito, tra la bufera di neve e il caldo del Sahara. Disposti a donarsi alla morte, se necessario, pur di consumare un amore, di passione, di sentirlo in ogni singola cellula del corpo e in ogni cosa di cui sia fatta l'anima.
Adesso...
oggi è come se quelle cinque lettere volessero racchiudere e abbreviando tutto questo, ma anche se così fosse, anch'esse hanno perso oramai il valore attribuitogli.
Gli esseri umani hanno dato un altro valore, adesso più importante dell'amore, ai beni materiali, essi li amano oltremisura.
Che amore strano il loro...
Mi chiedo da un pò cosa li abbia spinti a dimenticarsi di certe emozioni, di quelle durature, di quella tempesta nella mente e di quel mar mosso nelle vene, perché hanno dimenticato quell'amore per un altro essere umano? Di quello che provoca sussulti al cuore con un solo sguardo e che non fa più ragionare lucidamente perché offusca la mente e vele le iridi, di quella sensazione d'ansia, a tratti nello stomaco, la stessa sensazione che s'insinua senza chiedere il permesso, di quella che ti fa dimenticare quasi di respirare.
Se amassero, sarebbero in grado di vedere dettagli che altrimenti non vedrebbero, come un sorriso, di quelli che ti fanno morire dentro, che vedi provocare delle rughette ai lati degli occhi e delle pieghe agli angoli della bocca, quei dettagli per niente privi di significato perché terribilmente impressi nel cuore.
L'amore, quello vero, è un dolore lancinante al petto, ma un dolore oltremisura piacevole, di quelli che si è disposti a sopportare, perché lo si vuole con estrema esigenza, poiché l'anima se ne nutre, perché essa vive di queste emozioni, di questo dolore piacevole.
Come possono gli esseri umani, poiché umani, amare un oggetto? Esso, provoca forse emozioni? Le si possono definire così?
Il vero amore, inspiegabile, intenso e travolgente non può dare alcuna spiegazione, può non essere ricambiato, può non essere visto, fa più male di un dolore fisico, potrebbe essere insopportabile, ma mai dimenticato, eppure l'essere umano è stato capace di dimenticarsene, di gettarlo in fondo, nascosto alla vista, al cuore, imprigionato da solide catene.
Il materiale è facile da apprezzare, da "amare", poiché se si rompe, lo si può ricomprare. E il vero amore?
Non lo si può comprare, ed è per questo che se ne siano dimenticati?
Perché esso fa pronunciare promesse che dovranno essere mantenute?
Perché esso fa perdere la ragione?
Ed è per questo che il loro "Ti amo" sia diventato anch'esso un marchio, come quello di una borsa?