120

557 4 0
                                    

In un modo o nell'altro, tutti oramai, siamo venuti a conoscenza di quello che sta accadendo in Afghanistan.
Non so se, sia per fortuna, non so se, io debba ringraziare un Dio, ma grazie al luogo in cui mi trovo, a dispetto delle donne in Afghanistan, posso esprimere liberamente il mio pensiero.

Sono comodamente seduta, al fresco, tra fogli di carta e penne e un computer, in mezzo al verde e alla tranquillità, ove il miei unici e soli "problemi", sono quelli di cercare di organizzare le giornate nel modo più produttivo possibile, in modo da imparare e raggiungere i miei obiettivi il prima possibile, la cosa straordinaria? Il mio ragazzo mi sostiene in tutti i miei progetti, mi rialza e mi tiene su se, inciampo in un ostacolo, mio padre, a suo modo fa lo stesso, mio fratello mi vuole bene. I miei amici e conoscenti, maschi, mi rispettano e sanno perfettamente che io, come altre ragazze e donne, siano allo stesso identico livello. Nessuno è superiore a nessuno.

Cos'è accaduto in Afghanistan? Cos'è accaduto di così orribilmente sbagliato nelle menti di quegli uomini talebani? Quale male li ha afflitti e quale cancro si è insinuato nel loro cervello? Ne hanno uno? Perché odiano così tanto le donne, cosa potranno mai avergli fatto queste povere creature? Cosa scorre nelle loro vene? Una risposta è certa, non hanno un cuore!

Se avessero un cuore non violenterebbero bambine, non torturerebbero i loro padri e fratelli, non ucciderebbero donne solo perché hanno fatto carriera, solo perché hanno studiato, solo perché hanno lavorato, solo perché sono donne.

Non sto qui a dire perché non debbano essere così crudeli senza nemmeno un motivo apparente.

Questi esseri, questi talebani, sono stati cresciuti con amore per 9 mesi nel grembo di una donna, la quale ha dovuto patire le pene dell'inferno durante il parto (come mi ricordano sempre gentilmente mia nonna, mia madre e le mie zie), solo per vederli nascere, crescere e uccidere.

Probabilmente questi esseri, non sono esseri umani, ma esseri che temono le donne, sottomettendole, violentandole, privandole della libertà, che a mio parere è peggio della morte.

Traboccano d'ignoranza mista ad un senso del dovere errato, privi d'anima e cuore.

Ho sempre creduto che sperare non serva a nulla, poiché credo che bisogna agire e lottare sempre per ottenere qualcosa ma soprattutto lavorare sodo, ho sempre evitato di parlare di sogni nel cassetto perché non ne esistono, bisogna lottare per ottenere qualcosa. E nonostante questa situazione in Afghanistan mi abbia turbato profondamente, continuo a credere fermamente che non bisogna sperare che la situazione migliori per quelle povere donne e bambini e in modo minore per gli uomini perché a dispetto delle donne loro seppur minimamente sono privilegiati. Perché mente noi speriamo, loro soffrono, muoiono, nell'animo e nel corpo, perché è un popolo che non ha mai vissuto perché è un popolo abbandonato a chi spera invece di agire.

Per essere in luogo tranquillo, per essere libero caro lettore, chiediti a chi devi i tuoi ringraziamenti, perché per chi vive in Afghanistan, prega che tu, invece di sperare per loro, faccia qualcosa.

Il mio pensiero va a quei poveri bambini e a quelle povere donne, seppur le parole non contino molto in questi casi.

Les pensées 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora