Cap. 46: Ancora bugie

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《Ragazzi cosa ne pensate di fare una vacanza tutti insieme in estate?》 Chiede Myriam.

Eravamo tutti e quattro nella terrazza dell'hotel per goderci la vista della nascita di un nuovo giorno sul bellissimo golfo di Napoli. Stasera ci sarà l'ultima data di questo tour e poi si torna a casa.

《Si dai, perché no!》 Fu Ben il primo a rispondere.

《Con Danilo avevamo pensato di fare delle vacanze insieme ma trattandosi di una settimana non ci sono problemi per me.》 Rispondo io.

Federico invece annuì.

《Veramente pensavo di stare un mese. Ci meritiamo molto più di una settimana di riposo. Però se vuole può venire anche Danilo.》Aggiunge vedendo la mia faccia un po' perplessa

《Se verrà lui allora verrà con me anche una persona.》Risponde Federico mentre si alzava per tornare dentro.

《Perfetto allora, è deciso!!>> disse lei contenta. <<Io vado un attimo a prendere un giacchetto in camera e torno.》Neanche il tempo di finire la frase che era già fuori dalla porta.

《Io vado a farle compagnia》disse Ben andandole dietro.

Federico si stava ancora incamminando verso la porta con estrema calma e quasi lentezza.

《Non vorrai portare lei spero!》 Ne approfittai.

Lui si volta con un cipiglio interrogativo.

《Sai bene a chi mi riferisco》 cerco di spiegarmi io.

《Anche se fosse? Non sarebbe affar tuo.》 disse con fare seccato.

《Non sarebbe affar mio? Dovrei convivere sotto lo stesso tetto con quella con cui mi hai tradito?》 Dico alzandomi dalla rabbia.

《Ovviamente tu pensi solo a te stessa. Non ci hai pensato una sola volta sull'essere d'accordo a portare il tuo ragazzo, pensi che sia una buona idea?》Chiede con un sorrisetto.

《Certo che lo è, io non ti ho mai nascosto niente e lui sa benissimo che ci stavamo frequentando... tu puoi dire lo stesso di lei?》Non sono tanto sicura che lui si riferisse a questo però le parole sono uscite senza che le pensassi veramente.

《E cosa dovrei dirle? Che ci siamo scambiati qualche bacetto insignificante? Prego, fai pure, accomodati, io non ho nulla di cui vergognarmi. Sei stata solo una distrazione tra una pausa e l'altra dal lavoro. Volevo smettere di pensare per un po' e tu sei stata una distrazione perfetta. Si, frequentavo anche lei è vero, e a quanto pare ho fatto bene. Tu giochi con le persone, per te non sono che marionette che devono per forza cadere ai tuoi piedi. Hai giocato con Salvatore, con me e lo farai anche con lui se non lo stai già facendo. Ma mi dispiace deluderti, con me non ha funzionato.》 dice tutto con un tono piatto, non traspare nessuna emozione e io non riesco a capire quello che prova veramente. Nessuna parte del suo corpo da effettivi segni di emozione, neanche rabbia o disprezzo.

《A quanto pare anche io ho fatto bene.》 Dissi girandomi e chiudendomi alle spalle la porta.

《Vorrei che fosse andata così》 sussurò lui quando lei non potè più sentirla.

《Vorrei averlo fatto》 disse lei una volta in camera sua.

Quella non fu l'unica discussione di quella che doveva essere una mattinata piena di pace e tranquillità dopo una notte passata a ridere e scherzare tutti insieme.

《Cos'hai in mente?》Chiese lui.

《Hai visto come si guardano? Sono fatti per stare insieme e lo sai anche tu》Rispose lei come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

《Io penso che dovresti farti da parte, se deve succedere deve essere in modo naturale.》disse la parte razionale di lui.

《Io non farò niente infatti. Creerò soltanto le condizioni per dover vivere per lungo tempo a contatto.》 disse con fare innocente.

《So che Danilo l'ha fatta soffrire, ma se lei è andata avanti perché non lo fai anche tu?》 Chiese lui ignorante del fatto di aver toccato una ferita ancora aperta e di aver suscitato un turbine di emozioni in lei.

《Non sempre si racconta tutta la storia, e spesso la parte omessa è la più importante》 Disse lei con una tale naturalezza che lui si domandò se effettivamente quella affermazione fosse vera o meno.

《Mi aiuterai?》 Domandò infine lei guardandolo negli occhi.

《non è giusto.》 Rispose il ragazzo.

《Pensavo che volessi la loro felicità》

《È così ma non in questo modo, mi dispiace》 disse veramente dispiaciuto.

《dispiace a me.》 disse lei prendendo il giacchettino e uscendo dalla stanza.

Da quel giorno in poi ognuno di loro iniziò a mentire, perché si sa, le bugie sono come una droga, una volta detta la prima non si può più fare a meno di dirne altre. Ognuno di loro iniziò ad indossare una maschera. C'era chi mentiva da molto tempo e per cercare di non dover rivelare verità scomode cercava delle vie alternative forzando un po' la mano e dimenticandosi nel mentre di vivere anche la sua di vita non vedendo quello che aveva davanti agli occhi; c'era chi per la prima volta capì i propri sentimenti e per paura di rovinare tutto ha deciso di non dire niente e andare contro la persona a cui si tiene con il risultato di iniziare a scavare un fosso tra di loro che sarebbe diventato sempre più profondo; c'era chi ha deciso di indossare una maschera di indifferenza celando al mondo intero le proprie emozioni per paura di essere ferito ancora; e c'era chi non riusciva più a capire dove finiva lei e iniziasse la maschera che si era costruita negli anni, a volte cercava di ricordarsi chi era però poi cambiava subito idea per paura di far crollare tutto il suo castello di bugie e maschere. Non sapeva ancora che da quel giorno in poi di vero nella sua vita sarebbe rimasto soltanto il suo nome, perché si sa, le bugie sono come una droga e spesso si dimentica che le cose omesse dagli altri sulla nostra stessa vita spesso possono avere conseguenze più disastrose delle nostre stesse bugie.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 13, 2021 ⏰

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