-io vado- disse Vartan sistemandosi meglio i lunghi capelli nella semi coda che si era fatto.
-sei sicuro?- chiese Ciel aiutandolo con i capelli nonostante fosse molto più basso del ragazzo che era addirittura più alto del fratello.
-vi ho detto per un'intera settimana che ero sicuro di quello che stava facendo e quindi non posso aver cambiato idea- rispose Vartan abbracciando stretto il cognato.
-cerca di non farti riconoscere e di stare attento- disse Narek stingendo a sua volta il fratello.
-non vi preoccupate- sospirò Vartan per poi rivolgere lo sguardo ai due nipoti che erano presenti nella camera -tornerò il prima possibile tesori miei- disse il biondo abbracciando entrambi contemporaneamente.
-zio dove vai?- chiese Keijo che non voleva staccarsi da Vartan.
-a risolvere una questione urgente, non ti preoccupare- lo rassicurò Vartan scompigliandogli i capelli biondi con una mano -anche tu principessina, fai la brava- disse poi a Leena prima di alzarsi ed uscire dal castello. Sapeva perfettamente che ne Ciel e ne Narek erano convinti di quello che stava facendo ma nessuno dei due avrebbe provato a fermarlo. Avevano aspettato invano per dieci giorni una risposta da parte dei nuovi sovrani di Ur ma non era arrivato niente.
Non sapeva se era perché non gli avevano risposto volontariamente o se avevano perso la lettera, anche se il messaggero aveva detto di averla consegnata alle guardie fuori dalle mura.
Il re di Lagash una volta uscito dal palazzo di Halaf non si diresse verso le stalle dove aveva lasciato il suo cavallo ma andò a passo di marcia verso le porte della città. Non sarebbe andato a cavallo fino ad Ur. Sapeva perfettamente che ci avrebbe messo molto più tempo ad arrivare ad Ur ma se non voleva attirare l'attenzione su di se doveva assolutamente sembrare un comune cittadino senza alcun possedimento.
Mai scelta fu più sbagliata per i suoi poveri piedi. Ci mise davvero tantissimo ad arrivare e si sentiva davvero stanco. La cosa buona era che in quel modo sembrava davvero un povero cittadino e non un re. Si sentiva la sabbia tutta appiccicata addosso e anche sui suoi poveri capelli, doveva assolutamente farsi una doccia.
-chi siete- Vartan si fermò di colpo osservando le due guardie che gli stavano bloccando la strada per entrare all'interno di Ur. Dietro di loro si stagliavano le grandi porte appena costruite della città lasciate leggermente aperte mentre un andirivieni di gente passava sotto lo sguardo attento ma tranquillo delle altre guardie.
Vartan si chiese come mai avessero bloccato proprio lui poi però si ricordò che nonostante la sabbia i suoi capelli erano ancora visibilmente biondi ed era una cosa rara ad Ur e nei piccoli villaggi intorno e poi era pur sempre alto quindi era difficile non notarlo.
-mi chiamo An, vengo da Shuji un villaggio al confine tra il regno di Ur e quello di Lagash- rispose Vartan sperando che le due guardie gli credessero.
-e che ci fai qui?- chiese una delle due mentre l'altra si era rilassata segno che non avevano intenzione di attaccarlo.
-la mia famiglia mi ha cacciato di casa dicendo che devo cavarmela da solo, sono giorni che viaggio di città in città- rispose il ragazzo che per via della sua faccia stanca poteva tranquillamente essere creduto e infatti le due guardie lo lasciarono passare classificandolo come un soggetto poco pericoloso, la stazza comunque l'aveva.
Vartan poté tirare un respiro di sollievo solamente una volta dentro la città, l'unico problema furono i ricordi che tornarono prepotenti per ricordargli cos'era successo cinque anni prima li. Vartan cercò di scacciarli prendendo un altro respiro profondo ma la cosa sembrava non funzionare per niente e quindi si impose di non rimanere nello stesso posto per molto tempo e di camminare in quel modo credeva di riuscire a scacciare i brutti pensieri e soprattutto il corpo sanguinante di Marc tra le sue braccia.
Nonostante fosse immerso nei suoi pensieri il ragazzo si guardò intorno per cercare di capire com'era la vita li, come se la passavano i cittadini sotto il nuovo governo e si sorprese nel vederli tutti tranquilli. Sembrava come se non fossero sotto pressione come avevano precedente ipotizzato lui e suo fratello.
-signora vuole una mano?- chiese Vartan notando una signora abbastanza anziana che stava cercando di sollevare delle casse molto più grandi di lei. La donna lanciò una veloce occhiata a Vartan socchiudendo gli occhi prima di rinunciare a prendere una scatola e portarsi le mani sui fianchi continuando a scrutarlo.
-cosa vuoi in cambio? Quelli come te hanno sempre qualcosa in mente- disse lei che non si fidava del tutto del biondo che aveva di fronte.
-ma no! Voglio solamente aiutarla- rispose prontamente Vartan -se poi conoscete anche un posto dove posso trovare lavoro sarei grato se me lo indicasse ma questo lo avrei chiesto a chiunque sulla mia strada- Vartan sapeva perfettamente che se voleva rimanere ad Ur per osservare la nuova famiglia reale doveva assolutamente trovarsi un lavoro o avrebbe attirato su di se troppe attenzioni.
La signora continuò a guardarlo con gli occhi assottigliati per un bel po' prima di sospirare.
-come vuoi essere pagato per questo lavoro?- chiese allora la donna incrociando le braccia al petto mentre Vartan sgranava gli occhi sorpreso, non immaginava potesse trovare qualcosa subito.
-ecco io...mi andrebbe benissimo anche avere solo un posto dove vivere e cibo ogni giorno, non voglio arricchirmi ma solo sopravvivere- rispose allora il ragazzo. Non aveva nessuna pretesa, qualunque cosa gli sarebbe andata benissimo, tranne entrare nell'esercito ovviamente.
-bene allora, aiutami a portare queste nella taverna laggiù- la donna indicò con la mano una struttura di legno ben più grande delle altre e anche più colorata. Vartan annuì prima di prendere la prima scatola, non sarebbe mai riuscito a portarle tutte insieme, e fare come gli era stato detto.
Una volta finito la donna si mise dietro il bancone della locanda e gli porse un boccale di birra.
-mi serviva proprio una persona forte come te qui- disse lei sorridendogli.
-mi state dicendo che mi assumete qui?- chiese sorprese Vartan.
-certo, che credevi?-
-ecco non pensavo di ricevere un lavoro così buono, grazie mille- disse sinceramente Vartan.
-non ringraziarmi perché sarà un inferno. Sono Doris-
-io An-
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La nuova dinastia
FantasySono passati cinque anni dalla sconvitta di Walter ad Ur e sembra esserci la pace nel loro mondo. Narek e Ciel vivono la loro vita felici con la loro famiglia mentre Vartan concentra tutte le sue attenzioni a governare Lagash. Ma qualcuno non ha int...