Capitoo 20

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Doris trovò Vartan a camminare avanti e indietro per la locanda in tensione. La donna si era svegliata per via di un rumore che non era riuscita subito ad indentificare ed era scesa giù a controllare che non si fosse rotto niente.

-tutto bene?- chiese la donna palesando la sua presenza a Vartan che si girò subito verso di lei annuendo. Il ragazzo era preoccupato per Thalles. Non sapeva niente dei nomadi delle montagne e aveva paura che il castano potesse non essere in gradi di combattere visto che aveva assunto dell'alcol di prima mattina.

-chi sono i nomadi delle montagne?- chiese Vartan per capire se Doris conoscesse quel popolo e dalla faccia che fece la donna capì che li conosceva eccome.

-sono alcuni cittadini che sono dalla parte di Walter anche adesso che è morto. Sono stati denominati Nomadi delle montagne perché li hanno cacciati da questa città e si sono andati a riparare sui monti Zagros al confine con Halaf. Cos'è successo?- chiese Doris preoccupata e forse iniziando a capire da dove era scaturito quel rumore che l'aveva svegliata.

-Thalles era qui quando un soldato è arrivato ed ha nominato i Nomadi delle montagne- rispose Vartan con un'alzata di spalle.

-questo non va per niente bene, spero solo che non riescano ad entrare in città- sussurrò Doris.

-cosa vogliono? E perché attaccano?- chiese preoccupato Vartan ma non per lui, per Thalles. Non capiva perché si stesse preoccupando così tanto per il castano.

-te l'ho detto sono i seguaci di Walter ai quali non va bene il governo della regina Yasmin. Quando Ur era sotto il vostro controllo, si fa per dire ovviamente, quei tizi entravano in città quando volevano e nessuno li fermava. Ma da quando è arrivata Yasmin ed ha fatto costruire le porte non hanno più attaccato almeno sino ad oggi- spiegò Doris.

-perché non vi siete mai lamentati con i nostri soldati? Potevamo provare a fare qualcosa- chiese Vartan incrociando le braccia al petto.

-non erano tanto pericolosi, hanno iniziato ad uccidere la nostra gente poco prima che arrivassero i nuovi sovrani- gli spiegò Doris mentre Vartan annuiva.

-se riescono ad entrare in città cosa potrebbe succedere?- chiese Vartan preoccupato. Aveva pensato di poter avvisare il fratello per farlo arrivare con un piccolo esercito per aiutare Ur ma primo non sarebbe mai arrivato in tempo e secondo poteva essere anche considerato come un attacco ad Ur e non un aiuto. Per non parlare del fatto che non sapeva come uscire ed avvisare il fratello.

-spera che non lo...- ma le parole di Doris le morirono in bocca quando le urla provenienti dalla strada si facevano sempre più forti e la porta della taverna si aprì di colpo rivelando due uomini armati di tutto punto che iniziarono a guardarsi intorno come in cerca di qualcosa.

-cosa volete?- chiese Doris mettendosi davanti a Vartan mentre quest'ultimo si guardava in giro preoccupato in cerca di una spada. Non poteva non fare niente anche se non gli piaceva minimamente combattere.

-cibo, soldi e belle donne. Anche se quel ragazzo non ci dispiace- disse uno dei due lanciando un'occhiata lasciva a Vartan che non li stava degnando di attenzione.

-il cibo ve lo posso dare, ovviamente se pagate, il resto no- disse Doris mentre Vartan con molta calma camminava all'indietro. Aveva notato una spada poggiata su una panca, molto probabilmente era di un ospite che aveva dormito li e che era troppo ubriaco la sera prima per potersi ricordare di portare con se la spada.

-ehi!- disse l'altro nomade notando i movimenti del biondo e Vartan prese velocemente la spada mettendosi davanti a Doris.

-fate un altro passo e siete morti- ringhiò il re di Lagash. La spada era troppo pesante per lui, ma ciò non gli impediva di usarla in caso di pericolo. I due nomadi rimasero abbastanza confusi dai suoi movimenti e subito dopo scoppiarono a ridere.

-cosa vorresti fare tu?- chiese uno dei due ancora ridendo.

-vi conviene non ridere se volete portare la vostra pellaccia a casa- disse serio Vartan. Quei due non sapevano minimamente chi avevano difronte.

-e che fai? Magro come sei non riuscirai mai a batterci- disse uno dei due continuando a ridere. Vartan non ci vide più e attaccò riuscendo ad uccidere in pochissimo tempo il primo. Il secondo, leggermente spaventato, resistette un po' di più ma non abbastanza da riuscire a sopravvivere.

-scusa per il sangue- disse Vartan a Doris mentre puliva la spada che aveva usato su uno dei due cadaveri.

-non ti preoccupare- rispose la donna che era rimasta piacevolmente sorpresa dalle abilità del biondo. Si sapeva che Vartan era un re ma non lo aveva immaginato così bravo con la spada.

Vartan stava per dire altro quando i rumori del combattimento e le grida entrarono di prepotenza all'interno della taverna facendo aggrottare la fronte al biondo.

-vado a controllare- disse il ragazzo senza far parlare Doris. Appena uscito per poco il biondo non si congelò sul posto. I nomadi stavano facendo strage dei vari cittadini innocenti mentre alcuni soldati stavano cercando di proteggerli. Vartan non voleva combattere, non gli piaceva ma doveva assolutamente dare una mano. Sarebbe finita male altrimenti e sperava davvero che Thalles fosse ancora vivo.

Il re di Lagash iniziò a combattere furiosamente contro i nomadi anche se la stanchezza, stoccata dopo stoccata, stava iniziando a farsi sentire. Non era più abituato a combattere e quella spada non era minimamente fatta per lui.

Nonostante non fosse abbastanza allenato riuscì a sconfiggere tutti i nemici che gli erano andati contro. Voleva riposarsi un attimo ma non riuscì a farlo perché vide qualcosa che gli fece gelare il sangue nelle vene. Un nomade stava puntando la sua spada in direzione di un bambino. Bambino che non stava minimamente guardando in direzione del nomade visto che stava piangendo a dirotto vicino ai corpi senza vita di quelli che molto probabilmente erano i suoi genitori. Vartan non ci pensò un secondo in più e corse verso il bambino salvandolo da morte certa e prendendolo prontamente in braccio per poi correre in direzione della locanda.

La nuova dinastiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora