Le lacrime avevano intenzione di scendere ma non dovevo. Non dovevo crollare davanti a lui, non ancora. Cercai con tutta me stessa di non lasciarle esplodere dai miei occhi che non ce la facevano più, ma iniziarono a rigarmi le guance ancora prima che me ne accorgessi. Non volevo farmi vedere in quello stato davanti a lui, dovevo essere forte, solo che arrivi a un punto in cui 'essere forte' si trasforma in una maschera per crollare dentro senza che gli altri capiscano vedendoti da fuori come una ragazza sorridente, invece che con le lacrime agli occhi.
Lui era lì, di fronte a me. Mi guardava. Non sapeva se abbracciarmi, baciarmi o le due cose insieme. Mi sentivo così vulnerabile. Volevo il suo abbraccio. Uno degli ultimi prima di domani quando partirà per un mese a Dallas. Quello mi distrusse. Il fatto che, arrivato il giorno prima della partenza, mi disse tutto come se non fosse niente di che, come se tutto questo mi scivolasse addosso. Non era così. E lui lo sapeva bene. Mi conosceva meglio di quanto io conoscessi me stessa ma a volte sembrava che mi avesse appena visto per strada.
Tenni lo sguardo fisso nei suoi occhi che diventarono a poco a poco più lucidi come se anche lui le lacrime non aspettessero altro che esplodere e bagnargli il viso.
Premetti il mio viso sul suo petto circondando il suo collo con le mie braccia. Sentii le sue forti braccia calda stringersi attorno al mio corpo, sulla parte bassa della schiena. In quel momento realizzai veramente che per un mese me lo sarei sognato un abbraccio così. Mi sarei sognata il suo profumo sulla pelle. Mi sarei sognata il suo calore. Il mio viso sul suo petto. Le sue labbra sulle mie, facendomi spezzare dentro; in senso buono però. Spezzare da tutto l'amore che si rafforza ogni giorno tra di noi.
Mi sarei sognata i brividi che mi fa venire quando mi tocca con le sue dita fredde il viso prima di addormentarmi. Ecco mi sarebbe mancato. Ma non come ti manca un fidanzato. Mi sarebbe mancato come il sole in una giornata nuvolosa.
Una sua lacrima si posò sulla mia spalla.
"Ti prego, non farlo." sussurrai al suo orecchio tra le lacrime che cercavo di far smettere di scendere. Non l'avevo mai visto così. Solo il giorno della morte di sua nonna. Non doveva crollare. La mia áncora. Era colpa mia, lo stavo portando giù con me, crollando insieme. "Non piangere." Mi strinse ancora di più. Feci lo stesso.
"Mi dispiace." Era sul punto di piangere anche lui, non riusciva a tenere le lacrime e sapevo bene come si sentiva.
"Ssh è colpa mia." Era colpa mia, era così. Colpa mia di farlo crollare vedendomi così per una cosa così stupida ed egoista. Che colpa ne aveva lui se doveva andare? Era l'ultimo desiderio di Beryl, non potevo ostacolarlo. Non potevo impedirgli di andare per un mio capriccio.
Allontanai il viso dall'incavo del suo collo; lo guardai negli occhi e notai che le lacrime ormai gli rigavano le guance arrossate. Non potevo vederlo così, non riuscivo. Mi alzai sulle punte dei piedi e premetti le mia labbra bagnate sulle sue.
[Harry's pov]
Percepii le sue lacrime bagnare le mie guance mentre le sue labbra cercavano di guarire la ferita che si era aperta nel mio petto. Infilai la mano sotto la sua maglietta, percorrendole la schiena e arrivando al freddo gancetto del reggiseno. La sentivo giocare con i miei capelli dietro il mio collo. Le alzai la maglietta che buttai sul pavimento. La presi in braccio tirandola più vicina a me. Aprii la porta della camera da letto, mi sedetti sul letto e lei iniziò a sbottonarmi la camicia. Me la tolse e la buttò per terra vicino al letto. I nostri respire si affannavano ogni secondo di più.
Mi ero sdraiato sul letto, Tes era a cavalcioni su di me. Posava dei caldi baci sul mio collo facendomi morire ogni volta. Sentivo il piccolo ciondolo della sua collana freddo sul mio petto. Tolsi anche la collana posando per terra. Anche lei tolse la mia collana con l'aereoplanino. Era così bella. I capelli lunghi le cadevano sul viso e solleticavano il mio petto.
Le sue labbra, di nuovo al contatto con le mie, era bollenti e soffici. Le presi il labbro inferiore tra i denti per qualche secondo e la vidi aprire i suoi grandi occhi marroni fissi nei miei. Erano intensi, pieni di dolcezza. Non resistivo. Cercavo disperatamente di aprirle la cintura, ma con scarsi risultati. Allora la strinsi a me e la feci passare sotto. Trovai finalmente la cintura che aprii e potei così sbottonarle i jeans. Sentii lei fare lo stesso. Continuavo a riempirla di baci, non riuscivo a smettere. Era come una droga, le sue labbra erano come una droga.
***
[Tessy's pov]
Non avevo mai odiato il sole così tanto come questa mattina. La luce fastidiosa filtrava dalla tapparella lasciata semiaperta dalla sera prima.
Harry poggiava le sue calde mani sul mio ventre, facendomi sentire protetta e così avevo la certezza che era lì con me, ancora per poco. Tra qualche ora sarebbe dovuto partire per Dallas e non l'avrei visto per un mese. Non mi spiegavo ancora la mia reazione della sera prima. Non potevo essere stata così egoista e soprattutto non potevo aver avuto una reazione così esagerata. Non l'avrei visto per un mese, non per tutta la vita.
La mano di Harry si spostava solleticandomi la pelle. Mi voltai verso di lui che aprì gli e sorrise richiudendoli per qualche secondo. Sorrisi anch'io vedendo i suoi occhi verdi aprirsi.
"Buongiorno" lo salutai portandogli una mano sul viso accarezzandogli la guancia.
Salveeee♡
Eco il nuovo capitolo che neheiejdwbsjdhej , ceh Tessy e Harry>>>
Scusate per gli errori... Comunque spero vi piaccia tanto quanto piaccia a me e... boh al prossimo capitolo
Un bacio-C.
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Take my hand ||H.S.
FanfictionTessy, una ragazza di 17 anni che vive a Londra, ha un amico molto speciale: Harry Styles. Si conoscono dalla prima media e passano anche il liceo insieme. Un giorno una spiacevole separazione cambiò la sua vita; con l'aiuto di un amico speciale, ca...