Capitolo 21

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Arrivammo ad una stazione di servizio. Comprai un paio di forbici e mi diressi in bagno.
Aprii il pacchetto e non pensandoci due volte iniziai a tagliarmi i capelli. Lunghe ciocche colorate cadevano nel lavandino, i miei occhi fissi sulla mia immagine riflessa nel grande specchio.
Dopo più o meno un quarto d'ora avevo tagliato praticamente tutti i miei capelli, lasciando solo la lunghezza della ricrescita castano scuro. Mi serviva un cambio e mi piaceva. Avevo fatto un bel lavoro, dovevo ammetterlo.
Non vedevo l'ora di vedere la reazione di Liam che era rimasto in macchina.

Aprii la portiera e scivolai sul sedile del passeggero, mettendomi la cintura pronta per ripartire. Liam era chino sul suo telefono, concentrato in quello che faceva, senza accorgersi.
Dopo qualche secondo secondo, sentii i suoi occhi su di me. Mi voltai lentamente verso di lui.
"Ma che diavolo...?! Tes, che hai fatto?" mi chiese, sorpreso. Un timido sorriso si fece spazio sulle mie labbra, mentre spostai lo sguardo.
"La vita ha bisogno di cambiamenti. Comunque non mi sembra di stare così male, dai" dissi mentre mi specchiavo nello specchietto retrovisore.
"No, no, no, sei... come dire... semplicemente stupenda" quelle parole gli uscirono tutte d'un fiato, sembrava imbarazzato da come girò il volto verso la strada, grattandosi dietro il collo. Era così tenero.

Quel momento venne interrotto dal mio telefono che squilló. Guardai il display: numero sconosciuto. Aggrottai la fronte e rivolsi un veloce sguardo a Liam prima di rispondere.
"Pronto?"
"Hey." Sentii una fitta al petto, il mio sangue si geló, i miei occhi si dilatarono e la mia bocca si spalancò. Non riuscivo a dire niente. Liam mi guardava preoccupato. Presi un respiro.
"Come hai fatto ad avere il mio numero?" non potevo crederci. Dopo tutto questo tempo, riuscì a chiamarmi solo ora. Non immaginava neanche come mi ero sentita quando se n'era andato.
"Non è questo il problema. Dobbiamo incontrarci, sorellina." disse Dave con una nota meschina nella sua voce. Non sapevo cosa rispondere. Volevo incontrarlo, ma dopo quello che aveva fatto ero riluttante.
'Non puoi continuare a nasconderti. Vai, a testa alta.' Pensai.
"Dove e quando?" Chiesi, seria.
"Brighton, domani mattina alle 07:00. Non mancare, sorellina." disse, prima di attaccare. Come poteva solo pensare di comportarsi in quel modo? Lo detestavo. Da quando si trasferì in Thailandia, non mi volle più rivolgere la parola. Sono passati due anni ormai, e così di punto in bianco ha trovato il mio numero per volermi incontrare? C'èra qualcosa che non mi convinceva.

Arrivammo a Brighton per le 14:00, morivo di fame. Andammo in piccolo albergo vicino al mare.
Appena scesi dalla macchina, il vento fece volare i miei capelli, disordinatamente. Sentivo il vento passare vicino le mie orecchie e il mio viso, mi scappò un sorriso.
Presi la valigia e seguii Liam verso l'entrata dell'albergo. Le porte automatiche si aprirono, rivelando un pavimento rivestito da una moquette nera. Davanti all'entrata si trovava un bancone nero lucente dal quale si alzò una donna con i capelli raccolti in una coda alta per accoglierci con un sorriso. Ci diede le nostre stanze e andammo verso l'ascensore.
Entrata nella stanza, vidi subito quanta luce entrava da una grande finestra che dava sui letti. Sorrisi.

***
06:45, Brighton.

Uscii dalla stanza d'albergo, presi l'ascensore e respira profondamente, preparandomi mentalmente all'incontro con mio fratello. Rivolsi un sorriso alla ragazza alla reception e, quando uscii dall'albergo, un lieve vento mi accolse facendomi rabbrividire.

numero sconosciuto:
Vai sul retro dell'albergo, c'è una porta: entra e aspetta lì, sorellina.
D.

Mi arrivò un messaggio da Dave; il sangue si gelò quasi quanto la prima chiamata.
Seguii le sue indicazioni e, quando aprii la porta, si mostró una piccola stanza dalle pareti grigie con un tavolo di legno appoggiato sulla parete sinistra e una sedia. Nessuna altra porta, nessuna persona.

"Finalmente ci rivediamo, sorellina" un ghigno era stampato sul viso di Dave, quando spuntò da una porta nascosta nella parete. Non era cambiato molto dall'ultima volta in cui lo vidi: i capelli neri erano leggermente più corti, portava gli occhiali e sembrava più robusto.

"Ciao, Dave" risposi fredda. Rimanevamo distanti, uno di fronte all'altra.
La porta nel muro si mosse e sentii una fitta al petto quando incrociai i suoi occhi.

Ciao a tutte:)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto:) devo ammettere che quella fitta lo provata veramente mentre scrivevo e ho paura per quello che possa succedere lol
Al prossimo capitolo:))
-C.

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