Capitolo 19

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Undici giorni. Quattro ore. Nove minuti.
Harry non c'era.
Era colpa mia, come sempre.

Avevo mandato tutto a puttane, come mio solito. Ero solo un'egoista. Non volevo che mi mentisse, non volevo che se ne andasse. Non volevo. Ma cosa non voleva lui? Non lo sapevo. Riuscivo a pensare solo a me stessa.

Le immagini di quel giorno mi ritornavano in mente, apparivano come flash di macchine fotografiche che ti accecano, ma non puoi farci niente se non aspettare che passi. Suonarono alla porta e andai ad aprire.

"Tes..." Liam. La mia salvezza. Non lo vedevo da quando Harry se n'era andato. La sua voce invase il mio corpo portando uno strano brivido dappertutto. Un piccolo sorriso accennato spuntò dalle mie labbra. Mi era mancato, come quella voglia di sorridere.

"Liam...!" Persino la mia voce aveva come un tono diverso, più alto, più felice. Volevo abbracciarlo, stringerlo forte, tenerlo stretto e non farlo andare via, almeno lui. Con mia sorpresa lo fece lui, avvolgendomi i fianchi, portandomi in punta di piedi e facendo, così, combaciare i nostri corpi. La mia testa nell'incavo del suo collo, le mie narici invase dal suo profumo forte, intenso, non avrei saputo dire che fragranza avesse, sembrava quasi dolciastra ma non del tutto.

Quasi piansi. Da quegli undici giorni in cui ero rimasta chiusa in casa non volendo vedere nessuno, a quei pochi minuti, da quando arrivò Liam, nei quali volevo uscire, correre, respirare l'aria fredda di quella mattina londinese. Solo una persona mi provocava quell'effetto, una persona adesso lontana. Nessuno era più venuto a bussare alla mia porta, a passare un po' di tempo con me anche senza fare niente, solo per la sua presenza. Nessuno mi aveva più chiesto come stavo. Non si erano più interessati a me. Tranne Liam, che in pochi secondi mi aveva fatto tornare la voglia di sorridere, di vivere.
Eravamo sul divano, parlavamo, si era interessato a quello che mi stava passando e mi aveva fatto molto piacere che almeno una persona si era preoccupato di me. Mi sorrideva, mi coccolava, volevo bene a Liam.

Arrivò il momento in cui dovette andarsene. Mi sentì malissimo, come se quell'allegria di pochi minuti prima mi stesse lacerando il petto, lasciandomi. Cercai di non farglielo notare. Quando Liam uscì di casa e chiusi la porta, un silenzio assordante invase la stanza. Feci passare le mani dal viso ai capelli mentre scivolavo contro la porta d'ingresso, piangendo.

La casa era rimasta così vuota da quando Harry se n'era andato; non riuscivo ad abituarmi a questa solitudine. Cercavo di essere forte, di non far vedere la mia debolezza, di avere sempre il sorriso sulle labbra anche se gli occhi tradivano.

***

4:45 am. Avevo dormito si e no tre ore, avevo due occhiaie spaventose.

Sentii suonare alla porta. Mi strofinai gli occhi e mi sedetti sul letto quando sentii qualcuno bussare alla porta finestra di camera mia. Accesi la luce sul mio comodino, spostai la tenda dalla finestra e vidi Liam, con la faccia insanguinata e la camicia strappata. Mi tremavano le mani, quasi non riuscivo ad aprire la porta.
Avevo aperto per farlo entrare e si accasciò tra le mie braccia. Cercai di metterlo sul letto, si lamentava, gli faceva male tutto il corpo. Corsi in bagno, presi del cotone, del disinfettante e delle bende poi tornai in camera e tamponai le sue ferite con del cotone bagnato nel disinfettante. Gli bruciava ma era l'unica soluzione. Dopo dieci minuti si addormentò, io presi una coperta e andai sul divano per cercare di dormire.

***

Non dormii molto, quando mi svegliai andai in cucina a preparare la colazione. La testa sembrava esplodere talmente faceva male. Presi un'aspirina e tornai sul divano, cercando di chiudere gli occhi ancora per un po'.

[Liam's pov]

Era difficile anche respirare. Che coglione.
Dov'ero?
Riuscii a capirlo dopo aver visto quella foto sul comodino. Era davvero una bella foto di per sé. E lei era davvero bella con quegli occhi ghiaccio e i capelli scuri che quasi toccavano le spalle. Era cambiata da quella foto; i capelli arrivavano fino al seno finendo con un arcobaleno sulle punte, era anche dimagrita un po' e si era fatta il piercing al naso, il septum precisamente. Non so quale delle due preferissi, suppongo quella di adesso avendola conosciuta qualche mese fa, con l'arcobaleno ancora nel cielo.
Non so spiegarmi come, ma dal giorno in cui la conobbi mi sono sentito subito a mio agio con lei, posso essere me stesso.

C'era un buon profumo nella sua stanza, un miscuglio di fiori non troppo dolce o nauseante. Era molto accogliente.

Cercai di alzarmi per preparare la colazione, ricambiare il favore, ma appena provai a sedermi sul letto, sentii la testa girare e dovetti sdriaiarmi nuovamente.
Ero un disastro. Che sciocco ero stato ieri sera. Avevo paura che mi chiedesse qualcosa, ero praticamente sicuro che l'avrebbe fatto.

Ciao a tutte♡
Chiedo umilmente perdono per questo ritardo assurdo, scusate.
Ecco questo nuovo capitolo che spero vi piaccia :)
Buona giornata
Bacini
-C.

**scusate se ci sono errori, ma non ho riletto**

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