Capitolo 22

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Come dimenticarli.
Rimasi impietrita, delusa e impaurita per ciò che sarebbe potuto accadere. Mi sarei aspettata tutto da lui, ma questo... questo proprio no. Era come una pugnalata dritta al cuore. Forse la vera definizione per come mi sentivo era come la piazza del mercato dopo che le bancarelle ormai se ne sono andate: devastata.
Il ghigno sul viso di Dave, persisteva.
"Non c'è bisogno di presentazioni, immagino" ridacchiò Dave. "Andiamo."
Aprì la porta nel muro ed entrammo in un'altra stanza molto grande, meglio presentata: aveva pareti rivestite da una carta da parati verde, al centro di trovava un tavolo di legno con quattro sedie ai lati ricoperto da una tovaglia verde a righe nere molto fini. Mi chiedevo come fosse possibile che queste stanze si trovassero nel retro di un piccolo albergo e come mio fratello ne conoscesse l'esistenza.
Prendendo posto e Dave tirò fuori una fotografia: ritraeva mia madre e mio padre, o per meglio dire i nostri genitori. Non capivo. Cosa c'entravano adesso loro due?
"Sono morti." disse Dave.
Mi trattenni dal piangere. "E cosa c'entra lui?" dissi indicando Harry.
"Mi è servito per trovarli e tenerti sotto controllo" spiegò Dave. Continuavo a non capire perché questa messa in scena solo per dirmi della morte dei nostri genitori.
"Il fatto è che ci nascondevano un segreto che sono riuscito a scoprire con l'aiuto di Harry, che si è rivelato un hacker sensazionale", Harry sorrise. Teneva la testa bassa sulla tovaglia e giocava con un filo che usciva da una riga nera.
"Quello che ci stavano nascondendo è che siamo stati adottati." Dave era alquanto sconvolto e deluso mentre raccontava, ma a me ormai non faceva più tanta impressione. Dal giorno in cui me ne sono andata di casa due anni fa, non li ho mai più sentiti né visti. Non sono mai stati dei genitori nei miei confronti.
"So quanto tu li odiassi e penso che quello che ti sto per dire te li farà odiare ancora di più..." fece un lungo respiro e questa cosa mi spaventò. "Tuo padre è... il vero padre di Harry."
Io e Harry spalancammo gli occhi increduli. Dalla sua reazione, capii che non ne sapeva niente. La mia mente si affollò di immagini di me e Harry. Il nostro primo bacio, la nostra prima notte insieme...

***
"Tes? Tes sei tu?"
Quando mi svegliai sentii sabbia dappertutto. Immaginai di aver dormito in spiaggia e mi domandavo come fossi sopravvissuta al vento notturno. Presi conoscenza e davanti a me vidi due occhi verdi profondi, preoccupati.
Era ancora strano per me ricordare di essere fratelli.
"Dio santo, per fortuna sei viva! Mi hai fatto spaventare!" rise. La sua risata mi era mancata, e non poco. Sorrisi e gli tesi una mano per aiutarmi ad alzarmi.
Lui aveva tirato troppo forte e finimmo molto vicini, una vicinanza che non mi dispiaceva. Allungai le braccia intorno al suo corpo e lo strinsi forte a me: sentivo il suo respiro e il suo battito che accelerava e sorrisi. Allentai la presa e lo guardai fisso negli occhi.
Presi il suo viso fra le mani e feci combaciare le nostre labbra. Dopo quel bacio intenso, più intenso del primo, gli sussurrai un leggero 'addio' all'orecchio e camminai in direzione dell'albergo.

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