Capitolo 15

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[Tessy's pov]

Liam scese dell'autobus e mi salutò dal finestrino. Gli sorrisi e scossi la mano per salutarlo dal vetro. Un attimo dopo tornai alle mie cuffiette e a guardare lo schermo del telefono intenta a scegliere una canzone. Scelsi la canzone e alzai lo sguardo per osservare il paesaggio della città a quell'ora. Nel frattempo il pullman si riempiva ad ogni fermata e l'ansia di non riuscire a scendere saliva ogni minuto di più ad ogni persona che saliva.

Tra la musica sentii una voce registrata che annunciò la mia fermata così cercai di farmi spazio tra la gente per avvicinarmi alle porte e scendere.

"Scusi, permesso... scusi..." chiedevo gentilmente permesso visto che sarebbe arrivata a breve la mia fermata.

Finalmente l'autobus si fermò, le porte di aprirono e scesi accompagnata da altre quattro persone.

Davanti a me si ergeva un edificio molto alto con le pareti fatte quasi interamente di vetro. Mi avvicinai all'entrata e spinsi la porta per entrare. Sulla sinistra, vedi una ragazza chinata sotto la scrivania che appena sentì la porta chiudersi si alzò a guardarmi sistemandosi i capelli biondi che le arrivavano alle spalle. Non era molto alta neanche molto magra, aveva gli occhi azzurri quasi grigi e indossava un giacchetto blu abbinato ad una gonna della stesso colore. Mi avvicinai alla scrivania alla quale era seduta e mi fermai davanti a lei. Finì di sistemarsi e si rivolse a me.

"Buongiorno, come posso aiutarla?" aveva una voce sorprendentemente bassa per il suo aspetto fisico e per come me la immaginavo.

"Ehm buongiorno, avrei un colloquio con..." cercai il più veloce possibile nella mia borsa il foglio con scritto il nome con la persona con cui avrei avuto il colloquio. Lo trovai e lessi ad alta voce il nome scritto. "Jennyfer Brooks" tornai a guardarla con un piccolo sorriso sulle labbra.

"Oh, certo, la porto da lei" mi disse alzandosi dalla sedia dove stava seduta dietro alla scrivania. Iniziò a camminare e io la seguii per il grande corridoi nel quale si affacciavano vari uffici. Da uno di quelli uscì un ragazzo, penso hawaiano, che salutò la segretaria e mi sorrise.

"Ciao, Hillary" disse chiudendosi la porta alle spalle.

"Ciao Jeremy" Hillary ricambiò il saluto con un sorriso per poi proseguire attraverso il corridoio. Sorrisi al ragazzo, Jeremy, che mi passò di fianco il quale ricambiò.

Arrivammo alla fine del corridoio dove sulla nostra sinistra una porta di un marrone scuro quasi rovere e più scura delle altre, indicava l'ufficio della signora Brooks. Bussò così delicatamente alla porta che mi chiesi come avrebbe fatto la persona dentro l'ufficio a sentirla.

Dall'interno una flebile voce di donna rispose al suono provocato dai colpi sulla porta con un 'avanti' con un tono gentile.

Hillary aprì la porta ed entrò, la seguii.

"Signora Brooks, c'è qui..." si voltò verso di me con una faccia interrogativa. Mi ero totalmente dimenticata di comunicarle il mio nome.

"Tessy. Tessy Jenner" dissi rivolgendomi alla signora Brooks. Hillary continuò presentandomi.

"La signorina Jenner... per un colloquio." finì.

Guardai la signora Brooks. Una donna sui trentacinque se non quarant'anni, capelli corti neri come la pece che le evidenziavano gli zigomi, due grandi occhi verdi le illuminavano il viso avendo una carnagione olivastra. Una bocca sottile formava un piccolo sorriso verso di me.

Hillary se ne andò congedando la signora Brooks con un cordiale 'arrivederci'. Lo sguardo della signora Brooks tornò verso di me e iniziò con il colloquio.

La porta vetrata si aprì e trovai la macchina nera di Harry ad aspettarmi sul ciglio della strada vicino al marciapiede. Uscii dall'edificio abbastanza delusa. Mi avvicinai alla macchina di Harry e aprii la portiera. I suoi occhi verdi mi fecero sorridere. La mia salvezza.

"Hei piccola" mi sedetti sul sedile di fianco a lui e mi allungai verso di lui che mi diede un bacio sulla guancia. Le sue labbra morbide si posarono sulla mia pelle e quel tocco mi fece sorridere ancora di più. "Com'è andato il colloquio?" Continuò guardando dritto di fronte a sé mentre accendeva la macchina.

"Mah... diciamo... non mi hanno presa" mi girai verso di lui che continuava a guardare la strada. "Ma va bene così, non mi piaceva quel posto." Dissi guardando fuori dal finestrino.

"Mi spiace, ci saranno altre occasioni, tranquilla, orsetta" accennò una risatina. Non mi aveva mai chiamata 'orsetta' e penso che rise per quello. Era... tenero, 'orsetta', detto da lui ancora di più. "Cosa vuoi mangiare?" mi chiese. Guardai l'orologio della radio nella macchina: segnava le 14. Stavo morendo di fame. Pensai un attimo alle cose che mi sarebbe piaciuto mangiare. Pizza... pasta... hamburger... cose molto salutari. Poi mi vennero in mente gli hot dog. Avrei potuto rivedere Alex che, per la cronaca, non mi aveva scritto.

"Hot dog? Ti va?" Proposi aspettandomi un 'si' o magari un 'certo'.

"Di nuovo? Va bene" mi crebbe un sorriso gigante sul viso. "Grazie".

Ritornai a guardare fuori dal finestrino. Persa nei miei pensieri. Nella mia mente apparivano due immagini che prelavano sulle altre: le labbra di Harry, dalle quali ero in astinenza ormai da troppo tempo e il viso di Alex, con la sua fascetta rossa e il suo sorriso dopo che gli consegnai il tovagliolo con il mio numero. Che gesto impulsivo. Forse avevo sbagliato a darglielo o forse era giusto così. Tornò il viso luminoso di Harry, con le sue fossette. Poi mi arrivò l'illuminazione. Guardai il telefono. 1 febbraio. Era il compleanno di Harry. Come avevo potuto non ricordarmene?

"Fermati!" Quasi gridai. Harry subito fermo l'auto, si voltò verso verso di me con uno sguardo allarmato.

"Che succede piccola?" La sua voce era spaventata, mi sa che avevo esagerato con il volume e il tono della mia voce.

Lo guardai. I suoi occhi verdi spaventati aspettavano una risposta alla mia pazzia. Abbassai gli occhi per rialzarli subito dopo e tornare a guardare quello splendore.

"Buon compleanno" sussurrai. Non sapevo se fosse riuscito a sentire ma anche se avesse sentito ripetei quelle parole più forte, così le avrebbe sentite perfettamente. "Buon compleanno, Harry" mi avvicinai al suo viso che presi tra le mani. Sentii il suo respiro caldo sfiorare il mio viso e lasciai le mie labbra comandare i movimenti che si susseguirono. Lui approfondì il bacio quando dopo una manciata di secondi prendemmo fiato e il suo respiro affannato pronunciò "sei pazza" mentre in un sorriso, con gli occhi semichiusi, stava a pochi respiri da me.

"Non avrei dovuto urlare" mi scusai senza mai togliere gli occhi dalle sue labbra, dal suo sorriso. Con le dita di una mano giocherellavo con i suoi ricci soffici mentre l'altra accarezzava la sua pelle, sulla guancia.

"Ssh" rimise le sue morbide e calde labbra sulle mie, quando lo interruppi nuovamente.

"Cosa vuoi fare oggi?" eravamo così vicini che lui poteva sentire i miei battiti se non avessimo parlato. Gli sorrisi aspettando una sua riposta. Non volevo fare l'egoista e costringerlo a mangiare degli hot dog il giorno del suo compleanno solo perchè mi sarebbe piaciuto vedere Alex.

Lo guardavo. Guardavo i suoi occhi smeraldo pensierosi che ogni tanto tornavano nei miei e ogni tanto si abbassavano.

"Qualsiasi cosa. Voglio solo stare con te." un sorriso si allargò sul mio viso e alla vista anche sul viso di Harry si aprì un sorriso che fece intravedere i suoi denti bianchi e le sue fossette. Lo baciai.

Saalve ragazze!!
mi scuso infinitamente per questo ritardo, che mi rendo conto essere un'infinità. Ma in questo periodo tra verifiche, interrogazioni e questo capitolo che non si voleva scrivere, ho ritardato così tanto... Comunque eccolo qua.
Ho anche visto che aumentano le visualizzazioni e sono felice per questo.

Come dimenticare? Oggi è il compleanno del mio angelo, del mio eroe e marito, quindi Buon ventunesimo compleanno ricciolino mio.

Vi abbraccio forte<3

Take my hand ||H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora