Capitolo 18

62 4 0
                                    

Fermò l'auto, si girò verso di me che, con sguardo basso, stavo aggiustandomi un ciuffo dietro l'orecchio.

"Sei pronta?" Mi disse quasi in un sussurro. Sembrava annegassi nei suoi grandi occhi verdi.

"Non sono io che devo partire, tu sei pronto?" Spostai lo sguardo. Guardavo la sua mano stretta alla mia; la strinsi di più e lui fece lo stesso. Il suo calore fece riscaldare la mia fredda. Non stava morendo e non mi stava lasciando, dovevo smettere di essere così egoista e di ingigantire le cose. Soprattutto non ero sola.

Lui annuì.

Uscimmo dall'auto. Il parcheggio era pieno di macchine e aspettavo con ansia do rivedere il cielo coperto dal tetto del parcheggio, così che l'aria fresca entrasse nei miei polmoni lasciandomi respirare normalmente come prima. Il respiro mi si affannava ogni passo di più.

Eravamo usciti dal parcheggio, finalmente. Harry allungò le sue dita sul palmo della mia mano così da far intrecciare le nostre dita. Il vento ci scompigliava i capelli ma non mi importava e poi era veramente sexy con i capelli scompigliati.

La porta a vetri dell'entrata si aprì appena ci fummo davanti. Il rumore delle varie voci registrate che annunciavano i voli provocavano un rumore insopportabile sommato alle voci delle persone dentro l'aeroporto.

Harry andò a fare il check-in mentre io mi diressi ad una sedia per aspettarlo.

Ero seduta su una sedia a gambe incrociate e Harry era di fianco a me. La sua valigia sembrava troppo piccola per il tempo che sarebbe stato a Dallas ma non mi importava, volevo solo che il volo non partisse mai. Anzi magari doveva partire ma tornare un po prima di un mese.
Alzai lo sguardo dalle mie scarpe per incontrare i suoi occhi verdi. Sorrise. Si avvicinò lentamente alla mia guancia e ci posò un piccolo bacio. La mia pelle fredde al contatto con le sue calde labbra mi fece arrossire lievemente.

Il mio telefono ci interruppe. Vibrava senza fermarsi nella mia tasca così dovetti prenderlo e rispondere.

"Pronto?" Uscì dalla mie labbra con un tono un po scocciato.

"Tes! Scusa Tes ti disturbo?" Una voce maschile dall'altra parte della cornetta che apparentemente non avevo voglia di sentire, almeno adesso.

"Veramente... Alex ti chiamo poi io, ok?" Forse si era offeso, ma non mi importava di nessuno adesso, volevo solo Harry. Solo lui e basta.

"Si, certo, scusa. Ciao, allora." Si era offeso.

"Ciao" lo salutai senza pensarci troppo. Aveva chiamato nel momento sbagliato, ne pagava le conseguenze.

Tornai a guardare Harry, il quale aveva lo sguardo puntato fuori dalle grandi pareti di vetro dell'aeroporto. Portai una mano sui suoi capelli morbidi, che tanto amavo. Si girò verso di me, posò una mano sul mio viso. Sentivo il suo pollice strofinarsi contro la mia guancia; mi fece socchiudere gli occhi per qualche secondo. Quando stavo per riaprirli sentii la lieve pressione delle sue labbra contro le mie. Gli portai l'altra mano sul viso, e incominciai ad accarezzare la sua guancia morbida.
Sentivo qualcosa di strano in lui. O forse ero soltanto io che mi sentivo strana, però percepivo una linea di freddezza in quel bacio... era come... distante, con la testa da un'altra parte. 

"Hei... che succede?"cercai istintivamente qualcosa nei suoi occhi che mi facesse capire. Spostò gli occhi, si alzò dalla sedia e se ne andò chissà dove. Rimasi impietrita, incapace di muovere alcun muscolo. 

Cos'avevo fatto? 

Mi alzai dalla sedia, corsi verso di lui cercando di raggiungerlo. Si era fermato davanti ai finestroni che davano sulla pista di atterraggio. Mi avvicinai e gli posai una mano sulla spalla.
Si girò, mi guardò. Io, quasi con le lacrime agli occhi, gli fiondai le braccia al collo e lo strinsi così forte che non sarebbe più riuscito più a respirare. 
Rimase freddo. Non mi strinse.
Le lacrime iniziarono a scendere, a rigare il mio viso, bagnandomi le guance.
C'era qualcosa che non mi aveva detto e non mi diceva.
Lo guardai, piangeva. Guardava lontano, oltre di me, nel vuoto, muovendo gli occhi da persona a persona senza soffermarsi. Mi stava distruggendo lentamente e non se ne accorgeva.

"Non è un mese, né una settimana, né qualche giorno. È un tempo indeterminato. Tes, ti ho mentito: non è volontà di mia nonna questo viaggio, ma mio zio vuole che lo raggiunga a Dallas per un lavoro che mi ha offerto tempo fa." Non dissi una parola. Mi guardava come se volesse comprensione. La mia, comprensione. Non potevo crederci. Lui, Harry, il ragazzo che conoscevo da sette anni e che non mi aveva mai mentito, l'aveva fatto. Mi sentivo come svuotata. Le lacrime avevano cessato di bagnare le mie guance, i miei occhi si spensero, il mio cuore quasi non batteva.
Mi sentivo malissimo.
Il mio sole personale, che tutte le mattine mi svegliava accarezzando dolcemente il mio viso, si stava spegnendo lentamente, andandosene in un altro Stato, mentendomi.

"Vaffanculo." uscì dalle mie labbra come un sussurro, pareva avesse una nota dolce, in quanto lo amavo più di me stessa.
Quello che piangeva adesso era lui.
In fondo in fondo soffrivo per lui, perché non era totalmente colpa sua. Ma mi sentivo tradita.
"È finita."

Helloo♡
Come state?
Mi scuso per avermi fatto aspettare così tanto, mi dispiace. Però ecco a voi questo capitolo che spero vi piaccia.
Buon fine settimana a tutte :)

-C.

Take my hand ||H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora