Il cuore cominciò a battermi più velocemente ad ogni passo del medico, un uomo alto, capelli corti e castani, occhi scuri. Girai lo sguardo verso Iryn che si alzò dalla sedia, più proccupata di me.
"Allora... Beh... Steven Sarlmon, l'uomo che avete portato qui, ha superato l'operazione per un soffio, ma ci potrebbero essere delle complicazioni. Questa notte rimarrà qui, sotto osservazione" il medico, il dottor Daveson, ci spiegava le condizioni dell'uomo con una calma surreale, come se stesse leggendo una storia da solo nella tranquillità più assoluta, mentre io continuavo a preoccuparmi sempre di più.
"Oh, bene... mi fa piacere...serve che qualcuno stia qui, in ospedale?" la voce di Iryn era stranamente più bassa e si riusciva a cogliere ancora un po' di preoccupazione, la stessa che aveva negli occhi mentre guardava il dottor Daveson.
"Non è un obbligo ma sarebbe meglio un parente del signor Sarlmon, sa' qualcuno che lo conosce bene e che mi puoi dire di più su di lui." il dottor Daveson continuava a guardare la cartella medica di Steve.
"Va bene, allora arrivederci dottor Daveson" gli stringemmo la mano e uscimmo dall'ospedale.
Appena usciti dall'ospedale, Iryn si accese una sigaretta e così anche Zayn. Il fumo mi ha sempre dato fastidio e dovetti allontanarmi da loro, seguita da Harry.
"Hey ragazzi, noi torniamo con l'autobus, se volete potete andare" ci disse Zayn
"Ok, allora andiamo. Ciao" li salutammo e ci diregemmo alla macchina
"Finalmente torniamo a casa... che strana giornata"
Salimmo in macchina e mi allaccia la cintura, guardavo un po' fuori dal finestrino, un po' Harry. Sul suo volto era disegnata un'espressione stressata e stanca. I suoi occhi erano puntati sulla strada. I miei oūcchi seguirono tutto il suo braccio fino ad arrivare alla mano sulla leva del cambio delle marce. Con l'indice sfiorai il palmo della sua mano gelida al contatto con la mia. Al semaforo si fermò e spostò i suoi occhi sulle nostre mani vicine. Sorrise, con quel suo sorriso che mostrava le sue fossette, le sue straordinarie fossette. Sorrisi anch'io e lasciai la mano sulla sua tornando a guardare fuori dal finestrino.
"Hai fame?" la sua voce ruppe il silenzio.
"Mh, un pochino" i suoi occhi erano fissi sulla strada e i miei su di lui.
"Hot dog?"
Sposati lo sguardo verso di lui. "Va bene" sorrisi
Entrammo nel fast food e dietro il bancone, un ragazzo indaffarato si girò verso di noi sentendo la porta aprirsi. Non era molto alto, aveva i capelli castani abbastanza lunghi raccolti in una specie di coda. Una strana fascetta rossa impediva ai ciuffi davanti di cadergli sugli occhi. Vedendoci sorrise. Riuscì a leggere il suo nome sul cartellino appeso vicino alla tasca della divisa bianca e arancione che indossava. Alex, semplicemente Alex.
"Ciao ragazzi cosa posso servirvi?" La sua voce era stranamente più bassa di quello che mi aspettavo.
"Due hot dog, per favore" gli chiese Harry
"Arrivano subito, ragazzi" Annuimmo e andammo a saderci.
Dopo qualche minuto arrivarono i nostri fumanti hot dog, finalmente.
"Scusa posso farti una domanda?" il ragazzo, Alex, si rivolse verso di me dopo aver appoggiato gli hot dog sul tavolo.
Rivolsi una veloce occhiata a Harry per poi riguardare il ragazzo in piedi davanti a me aspenttando una risposta. "Ehm... si certo"
"Forse mi sbaglio, ma sei per caso Tessy, Tessy Jenner?" aveva spostato i suoi occhi sulla sua mano prima di dire il mio cognome per tornare a posarli su di me.
"Sì, sono io. Perchè?"
"Sono Alex Rotewood, non ti ricordi? La scorsa estate in Colorado...?" colsi una nota di speranza nella sua voce
"Oh, si! Certo! Se non mi sbaglio... Arvada! E come stai?" ecco dove avevo già visto quel ragazzo dai capelli castani lisci e lunghi.
"Tutto bene, ma dimmi di te! Come stai? Come vanno gli studi?" sembrava veramente eccitato di avermi trovato, come se mi avesse cercato dal giorno in cui ci eravamo lasciati l'estate scorsa.
"Tutto alla grande" accennai una risata "Ma aspetta, questo è Harry... il mio ragazzo" la scintilla nei suoi occhi quasi si spense del tutto a sentire quelle parole uscire dalla mia bocca.
Harry allungò una mano verso di lui e sorrise. Lui la strinse."Alex!!" girò la testa verso la cucina. Una ragazza magra e alta con i capelli neri che le scendevano sulle spalle, era dietro al bancone al posto di Alex, abbastanza indaffarata con tutta la gente che stava entrando nel fast food.
"Il dovere mi chiama. E' stato bello rivederti, Tes" mi sorrise, si girò a salutare Harry e tornò dietro al bancone ad aiutare la ragazza. Scrissi il mio numero di telefono su un tovagliolo e glielo sporsi prima di uscire dal fast food. "Anche per me" lo salutai e uscimmo.
Era ormai buio fuori e le luci dei lampioni illuminavano il marciapiede dove stavamo io e Harry. Ci dirigemmo verso la macchina ma prima di entrare restammo sul Tamigi, vicino al Tower Bridge, il mio posto preferito.
Ci sedemmo su una panchina davanti al fiume a guardare le imbarcazioni galleggiare sull'acqua al chiaro delle luci della sera. Nel cielo, un'enorme palla bianca luminosa risplendeva sul fiume e illuminava la nostra panchina.
Eravamo seduti vicini, io e Harry, e lui aveva messo un braccio sulle mie spalle come per un abbraccio, io avevo posato la testa sul suo petto."Harry? Ti ha dato fastidio?" chiesi guardandolo dal basso.
"Penso abbia dato più fastidio a lui. Hai visto la sua faccia dopo che hai 'il mio ragazzo'?" ridemmo anche se un po' mi dispiaceva per Alex...
"Dai andiamo, sono un po' stanca" ci alzammo dalla panchina e entrammo in macchina. Mi allacciai la cintura e dopo qualche minuto caddi addormentata.
Salve adorabili lettrici<3 finalmente sono riuscita ad aggiornare la storia! Volevo augurarvi buon anno anche se un po' in ritardo, ma meglio tardi che mai!! Spero che questo capitolo vi piaccia e mando la buona notte a chi domani dovrà svegliarsi presto per andare a scuola come me :)
Vi stringo forte<3
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Take my hand ||H.S.
Hayran KurguTessy, una ragazza di 17 anni che vive a Londra, ha un amico molto speciale: Harry Styles. Si conoscono dalla prima media e passano anche il liceo insieme. Un giorno una spiacevole separazione cambiò la sua vita; con l'aiuto di un amico speciale, ca...