Patatrac

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"Sei il solito vigliacco" mi parte l'embolo. Non voglio che se ne vada ma voglio che se ne vada. Non voglio perderlo ancora. Ma quando mai è stato mio? Non voglio stare di nuovo senza di lui ma maledico che dopo tre anni ci siamo incontrati su quell'aereo. Alla prossima ospitata mi faccio dare in netto anticipo anche il nome di chi pulisce i cessi perché non deve accadere mai più. Al prossimo viaggio aereo, treno, macchina prenoto ogni posto disponibile così col cazzo che me lo ritrovo più davanti per caso, a sorpresa. Congiunzioni astrali di sta minchia.
"Tommaso sei ingiusto" interviene mia madre.
"Io? IO? Mamma non voglio essere scortese ma stavi andando via. Meglio che tu vada"
"Non prendertela con tua madre. Il problema sono io" dice andandosene.
"Si, era meglio non ci fossimo mai incontrati di nuovo" gli urlo e lui mi sente. Eccome se mi sente.
"La colpa è sempre mia"
Sbatte la porta.
Lo raggiungerei solo per prenderlo a schiaffi. Lo raggiungerei solo per baciarlo ancora una volta perché come al solito tra di noi non so mai quando sarà l'ultima volta. Finiamo sempre per trovarci senza che ci siamo dati appuntamento, senza aspettarcelo e ci lasciamo nello stesso modo. Senza preavviso.
"Sei ingiusto con lui" ripete mia madre riportandomi sui binari della realtà.
"Questo lo ha già detto avvocato, altre arringhe in sua difesa? Sembri sua madre invece che la mia. Assurdo"
"Lui non ha mai smesso di occuparsi di te. Mai. Non ha mai smesso di preoccuparsi di te"
Sgrano gli occhi "Che cazzo significa? Non lo vedo da tre anni? Ma interessato a me ma quando? Ma ti ha drogato mamma?"
"Tommaso non mancarmi di rispetto, lo sai che non lo tollero"
"Ma tu dici cose senza senso"
"Senza senso per te, perché non sai"
"È allora invece di essere tutti criptici e prendermi per il culo alle spalle, parla.
Parlate"
"Noi ci siamo sempre sentiti. Anche con Gaia si sente spesso. Siamo rimasti sempre in contatto"
"Ma non ha nessun senso. Nessuno. Dovevi sposartelo tu?"
"Metti da parte questo sarcasmo stupido che sai benissimo non porta a nulla. Non in questo caso"
"Posso anche mettere da parte la mia ironia iconica ma quello ha dei problemi gravi. Ed io voglio la psichiatra"
"Tommaso! Quello non ha mai smesso di tenere a te. E credimi che dirti questa cosa mi costa una fatica immane perché so che per quanto vi amiate finite spesso per farvi male. Ci rimettete entrambi non solo tu. Anzi per il tuo modo di essere forse tu riesci anche a gestire meglio certe cose"
"Certo talmente bene che per lui me ne stavo andando all'altro mondo. Io devo difendermi lo capisci? Ed ogni volta che mi costruisco una corazza mi ritrovo in battaglia nudo"
"Ma io lo so tesoro mio, lo so. Sono tua madre. C'ero io accanto a te. Ma non hai sofferto solo tu questo è quello che voglio farti capire"
"Vi siete visti in questi anni?" Chiedo solo per curiosità, perché qualcosa in più la devo sapere.
"Conosco Thomas"
Mia madre ovviamente non ha bisogno di giri di parole
"È un bambino bellissimo. Di una dolcezza unica. È un dono davvero. Adesso chiacchiera e mi chiama "Nommanda"
"Come Normanda? Nommanda?" Rido.
"Si è una specie di crasi tra nonna e Armanda"
"Ma vedi anche gli altri. Non capisco!"
"Certo conosco abbastanza bene Cristina, ho anche un rapporto di profondo rispetto e stima con Alba"
Sputo l'acqua che stavo bevendo.
"Ho incontrato anche in alcune riunioni di famiglia Ada e Franco, sono due tesori. Anche Gaia è di famiglia. Anzi devo confessarti che a volte ti abbiamo palesemente dato buca per Thomas e per spupazzarcelo"
"Belle merde!!!"
"Tommy, l'amore ha forme e modi che non possono essere catalogati, non vanno combattuti ne falsati. Vanno accettati, vissuti, apprezzati"
"Grazie per la sua riflessione filosofica saggia Armanda, ma io le uscite da famiglia allargata non le faccio. Mi viene da vomitare al solo pensiero. Divertitevi pure avete anche la mia benedizione"
"Nessuno lo ha chiesto a te. Francesco non è riuscito a fare meno di te e si è "accontentato" di noi. E noi gli vogliamo sinceramente bene perché di persone come lui ne esistono poche al mondo".
E giustamente lo dice a me. A me!?!
"Quindi l'ospitata e l'incontro in aereo era tutta una cazzata. Magari glielo hai detto tu. Anzi sicuramente. Pure il posto vicino gliel'hai detto tu. Mi avete teso un'imboscata"
"Amore, ma sei paranoico!"
Oddio, forse giusto un tantino, eh!
"Ho intuito che partecipavate allo stesso programma ma sapevo che trattate argomenti completamente diversi. Anzi sarà anche già sicuramente capitato che avete registrato cose "vicine" e neanche vi siete beccati. Poi è vero che ci sentiamo ma mica scendiamo in questi dettagli. Ma rifletti"
"In effetti, mica ti dico il biglietto aereo con il posto" mi rispondo da solo.
"Io l'ho contattato dopo la questione dell'incendio in studio. Dopo essermi rassicurata con te, ho pensato a lui. È lui mi ha spiegato che era rimasto coinvolto. Poi del padre. Ho visto Andrea ieri mattina ed era perplesso sulla tua permanenza "infinita" a Roma. Due più due fanno quattro"
"Andrea, amore!" Dico sospirando.
"Eh amore. Lui crede che stai facendo colloqui per qualche progetto importante e che per scaramanzia non gliel'hai detto"
"Ecco"
"Ora vado non so se ho sistemato qualcosa come avevo intenzione di fare o se ho fatto più danni"
"Insomma" le dico abbracciandola "Ti voglio bene mamma"
E lei si commuove visto che non glielo dico quasi mai. Di sicuro non glielo dicevo da un po'.
Sono di nuovo solo e con un gran casino nella testa. Restare a Roma non ha più alcun senso ora. Torno a Milano stasera stesso.
Gli manderò un messaggio domani solo per sapere del padre anzi volendo posso chiedere a mia madre visto che è sempre stata sul pezzo.
Prendo il primo treno disponibile, sono a casa a mezzanotte. Non ho avvisato nessuno. Visto che siamo in periodo di sorprese, ma fammi vedere un po' anche Andrea che combina.
Apro la porta chiusa a chiave dall'interno, Gilda e Madame mi vengono subito incontro e ci coccoliamo, vedo le luci dalla TV del salotto e quindi mi dirigo lì e vedo il mio dolcissimo André addormentato sul divano in mezzo ai resti di una cena da asporto.
Ho una stretta allo stomaco.
"Amore" mi accoglie e mi bacia con trasporto.
La stretta allo stomaco persiste e si intensifica.
"Perché non mi hai avvisato? Ti venivo a prendere"
"Diciamo che ho fatto tutto all'improvviso come mio solito"
"Mi sei mancato tantissimo"
"Eh" rispondo solo.
"Andiamo a letto dai"
Ovviamente ci dedichiamo a noi e ci regaliamo una sana trombata ma io sono confuso, distratto e assente.
Colpa del mal di stomaco.

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