Cuori a pezzi

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Ad un tratto lo scatto della serratura e la porta d'ingresso che si apre ci riporta alla realtà.
Scatto in piedi rapidamente, è tornato Andrea.
Francesco lo saluta con un misto di imbarazzo e dispiacere.
Lui è invece piuttosto seccato.
Fra prende Thomas dal lettone e lo porta in auto cercando di non svegliarlo. Vorrei aiutarlo ma mi dice di non preoccuparmi e mi fa cenno ad Andrea.
Già, Andrea.
Nei giorni a seguire ci sentiamo ma avverto una certa freddezza che non so spiegarmi bene.
Scendo a Roma per le registrazioni che faccio abitualmente e quando risalgo approfittando del fatto che Andrea è a lavoro e che sono da solo faccio una serie di progetti.
Metto via un po' di vestiti, chiamo Auri per un aperitivo, passo da Stefano per le ultime cose sulla linea di moda, chiamo mamma e Gaia per sentirmi gli ultimi scleri wedding planning.
Ho solo l'imbarazzo della scelta su quali e quanti di questi progetti attuare.
Alle 18.30 circa mi ritrovo a Basiglio. Fuori la sua porta.
E tutti quei bei progetti mentali sono rimasti solo mentali per l'appunto.
Mi manca.
Busso alla porta e poi vorrei scappare, ho fatto una cazzata.
L'ennesima.
Se apre lei? Non è che abbia tutta sta voglia di interagirci.
Se magari sono impegnati in cose loro? Se fossi stato desiderato sarei stato invitato.
Se non mi vuole vedere e sta per fatti suoi?
Mi apre lui.
T-shirt bianca, pantaloncini, scalzo, capelli sfatti e strofinaccio da cucina in mano.
"Ehi" mi dice sorpreso "entra" mi accoglie sorridendo.
"Scusa sono venuto senza preavviso. Scusami" mi sento un coglione.
"Hai fatto benissimo invece. Così mi fai compagnia"
"Ma sei solo?" Chiedo guardandomi intorno.
"Si"
"Ah!" Mi lasciò sfuggire deluso "io ero venuto per Thomas"
Giuro, lo giuro volevo vedere Thomas. Mi manca.
Lui ride "illuso io che pensavo fossi venuto per me"
"Hai smesso di essere il mio Oppini preferito tempo fa. Passato remoto amore"
"Nel modo indicativo dopo i passati viene il futuro" dice sibillino lui
Devo ignorarlo. Devo.
"Insomma me lo dici il "cuoricino" mio dov'è? Posso aspettarlo? Ritorna?"
"Mi dispiace deluderti, compleanno nonno paterno, festa a sorpresa, resta a Bergamo con la mamma, io non avrei mai fatto in tempo a raggiungerli. Ho appena finito di lavorare"
"Ok ciao me ne vado" e fingo di avviarmi alla porta con fare solenne.
"Ma resta pirla"
"Ok resto, sei convincente"
"Tu il solito piciu"
"Siamo ai complimenti vedo. Mi vuoi rimorchiare per caso? Sappi che non hai speranze"
Mette su uno sguardo triste.
Ho toccato un tasto dolente. Quello si è mollato da poco con la sua compagna, la storia più importante che ha avuto, la madre di suo figlio ed io faccio il cretino.
"È stata dura chiudere con Cristina?"
Prima faccio la domanda e poi mi pento con tutto il cuore. Stasera non ne becco una giusta manco a pagamento.
Ma posso mai stare ascoltare le sue pene di amore con lei. Ma posso?
Lui forse lo intuisce e taglia corto.
"Adesso dico una di quelle frasi da baci perugina che odi tanto. Il cuore te lo spezzano una volta sola, tutto il resto sono graffi"
Applaudo sorridendo "questa è vecchia ma fa sempre effetto. Somma verità. Poi tra me e te ci siamo presi certi bidoni"
Passiamo il resto della serata a mangiare, a chiacchierare, a ridere, a fare i cretini che poi è la cosa che ci riesce meglio.
L'una.
Ma com'è possibile che certe volte il tempo voli.
Faccio per chiamare un taxi ma non vuole, insiste per accompagnarmi.
"Ma dai ma devi uscire di proposito, mi dispiace"
"Non è un problema mi rilassa guidare, ancora di più quando le strade sono semivuote, scarico la tensione"
"Ma poi devi prendere la macchina dal garage, dai"
"Prendo quella in leasing della concessionaria, è all'interno della struttura condominiale, ci metto niente. Ma sai quante volte sono dovuto uscire in piena notte per ciucci, latte o pannolini d'emergenza"
Arrivati sotto casa, c'è un po' di tensione, sarà la stanchezza e quella sensazione di stare bene, insieme da soli, di nuovo.
"Guarda che anche se mi hai accompagnato a casa, il bacio della buonanotte non te lo do e non lo voglio"
Stasera sto scherzando con il fuoco, lo so, qualcuno presto si brucerà me lo sento.
Lui ride di gusto.
"Graffio in più, graffio in meno. Il mio cuore per te si è già spezzato quella volta sola"
Impallidisco.
Mi sa che mi sono scottato io.
Ok. Quindi quella frase era per me.
Mi manca l'aria.
Scendo dall'auto senza aprire più bocca.
Entro nel portone senza voltarmi. Resto tipo 15 minuti giù la rampa di scala perché temo di non avere la forza di salire i gradini.
Me lo sono immaginato. Non l'ha detto davvero. Me lo sono immaginato.
No, non me lo sono immaginato. No, l'ha detto.
Accendo una sigaretta e comincio a camminare avanti e indietro all'una e trenta di notte in mezzo ad un cortile condominiale.
"Amore mio"
No non è quella voce. E l'altra.
"Amore che ci fai qui?" Mi dice Andrea baciandomi.
"Mi aspettavi?"
Annuisco perché non so fare o dire altro.
"Mi sei mancato tantissimo anche tu" mi dice "siamo stato troppo lontani"
Troppo lontani, è vero. Troppo lontani.

Angolo autrice:

Hello!!!
Che ne dite? Altra piccola bombetta in questo piccolo campo minato tra questi due.
Qualcuno non aveva capito o forse non voleva ammettere che nonostante la distanza, la paternità e tutto il resto, l'altro non l'ha mai superato.
Commentatemi se vi va.

P.s.

Notizia per voi, io di scrivere ho sostanzialmente finito, tranne qualche revisione ortografica quindi comunque vada la storia sarà conclusa 😜🤪😜.

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