🎶 Ancora tu... ma non dovevamo non vederci più 🎶

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Passano tre anni.
Ho un programma tutto mio ed uno in cui sono giudice di talent, ho un uomo da due anni, si tratta di un mio coetaneo che lavora nelle maestranze TV. Conviviamo da un anno e mezzo e stiamo bene insieme. Mi fa stare bene. Ci vogliamo bene. Non posso dire se è il grande amore o no. Non mi interessa più questo. È quanto di più vicino all'amore abbia mai provato fino ad ora. C'è molta intesa fisica e tanta affinità intellettiva ed emotiva.
Abbiamo preso insieme un altro cane. Lui cerca di essere presente nelle produzioni milanesi in cui ci sono io per poter condividere del tempo anche a lavoro. Viaggiamo molto. Ed io mi sento libero, leggero, amato e voluto senza se e senza ma.
Basta belli e dannati. Basta tormenti.
Normalità, tranquillità, serenità. E ta ta ta. Può sembrare una vita scialba ma a 29 anni sono più maturo e preferisco emozioni controllate e controllabili a tornadi emotivi in cui ci posso rischiare le penne.
Devo fare un'ospitata per un nuovo programma in partenza, in genere evito le ospitate perché non credo mi valorizzino molto e soprattutto non mi fanno sentire a mio agio perché non credo di dare il meglio.
Ho prenotato un volo perché voglio fare una toccata e fuga nella capitale. Voglio tornare il prima possibile.
Salgo in aereo, trovo il posto e mi accomodo, a sto giro secondo me questa ora di aereo me la faccio a dormire e recupero un po' di energie.
Socchiudo gli occhi e sento un frastuono accanto a me, è arrivato il mio compagno di viaggio penso. Speriamo non sia un hater e soprattutto uno stan account perché non voglio parlare con nessuno.
Apro gli occhi e merda credo di avere un'allucinazione. E che miseria!!!
Fa un passo indietro e sbianca neanche avesse visto un fantasma.
Tre anni dopo, ci rivediamo per la prima volta faccia a faccia. Non ho più seguito nulla di lui né nella vita reale né sui social, non ne so più nulla e rivederlo di sicuro mi sorprende.
Ma non ho emozioni. Non provo nulla. Non posso provare nulla niente.
Magari solo stupore, ecco.
Bello è sempre bello. Questo è oggettivo. I capelli sale e pepe, il pizzetto lo rendono ancora più uomo, più affascinante.
"Oh" dice a metà tra chi vorrebbe cominciare a parlare e chi si maledice di essere in questa situazione. Non mi sembra infastidito della mia presenza io dalla sua un po' lo sono, lo ammetto.
"Posso…"
Che cazzo "posso" penso nella mia testa e lui che evidentemente ha ancora quel potere di leggermi nei pensieri chiama l'assistente chiedendo di sostituire il posto.
Questa lo prega di attendere che avrebbe fatto il possibile ma alla fine dice che non puoi concedere cambi e che nessuno ha mostrato la stessa esigenza di variare il posto.
Sbruffo e gli faccio capire che può sedersi in fondo fare il bambino capriccioso per un posto aereo su un volo ha poco senso.
Io l'ho superato. E uguale a qualsiasi altro sconosciuto che avrebbe potuto sedersi accanto a me stamattina.
Richiudo gli occhi sperando quanto meno di rilassarmi che sono nervosetto. Ste coincidenze del cazzo sempre a me e a lui.
Armeggia con il telefono, credo scriva qualcosa tipo un articolo, se non sbaglio ha preso anche il patentino come giornalista e scrive di sport. Decolliamo e buttando un occhio sul suo cellulare noto la foto del bambino. Che bello e che dolcezza.
Lui nota e me la mostra meglio facendo un sorriso. Quel sorriso.
Gli faccio i complimenti e lui risponde orgoglioso come il bravo papà che sicuramente è.
Mi chiede come sto… Lui ha sempre avuto esigenza di sapere come sto. Una delle cose che mi hanno sempre più colpito di lui. E non lo dice per retorica, lui lo chiede perché lo vuole sapere davvero.
Comincia una chiacchierata "tranquilla" a tratti più tesa a tratti divertente e allegra.
Scopriamo che dobbiamo partecipare allo stesso programma in blocchi di puntate che andranno in onda separatamente, ovviamente nessuno sapeva dell'altro. Per molto tempo io ho messo come condizione lavorativa nessun riferimento o eventuale presenza sua in qualsiasi cosa ho fatto, ma ora che sono passati tre anni praticamente chi se ne ricorda più?
Il mondo della TV e dei social brucia tutto così rapidamente che ad oggi se ci vedessero insieme non si ricorderebbero del "tutto".
Il volo sembra passare in niente, continuiamo a chiacchierare anche sullo shuttle e alla fine prendiamo il taxi insieme per andare in studio.
Non va bene, qualcosa dentro di me mi porta in alert, salutalo ed amen.
Arriviamo allo studio televisivo ed ognuno prende la sua strada.
Tanti saluti.
Chiamo Andrea e tutto torna della mia dimensione serena e sicura.
Registro il mio intervento che va molto bene, mi fermo in camerino per chiacchierare con dei colleghi e delle colleghe. Improvvisamente un frastuono e delle urla spaventate.
Figuriamoci l'ansioso, il pavido che è in me perde il controllo. Urlo di riflesso e scappo dal camerino e mi ritrovo nel mezzo di un trambusto in corridoio. Vedo fumo e sento odore acre di bruciato, ma che diamine sta succedendo?
Panico. Urla. Non si capisce molto.
Il mio assistente mi spiega che mentre registravano in studio c'è stato un black out ed è andato in fumo qualcosa.
Infatti mi invita ad uscire nel cortile esterno degli studi, prendo una boccata d'aria pulita perché dentro si è creato, sostanzialmente, una coltre di nebbia per il fumo.
Vedo due ragazze della produzione agitate che parlano tra di loro. È arrivata anche un'ambulanza. Pare che i vigili del fuoco presenti per legge abbiamo già posto tutto in sicurezza. Si rumoreggia che i sanitari stiano medicando qualcuno. Madonna pensa se fosse successo mentre stavo registrando io. Sospiro per il sollievo. Ma il sollievo dura poco.
"Bisogna vedere come sta Oppini, era quello più vicino"
"Secondo me si è fatto male, praticamente lo scoppio è avvenuto nella sua direzione"

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