M si mancat

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<Alló, mi devi dire qualcosa?> lo guardai spaventata. Mio padre aveva grandi occhi neri che aveva ereditato mio fratello e sembravano così crudeli ma non lo erano. <Papà non è successo niente non ti preoccupare> sbuffo io, facendo per andare in camera. <Ilary chill u strunz adda pava> Io sapevo che l'unico motivo per cui voleva uccidere quel mio "amico" era per mantenere alto il cognome Ricci. Mi sentivo così usata, così... triste. <Papà, p favor lascialo stare, fall p me t preg> Il suo sguardo sembrò addolcirsi per un attimo ma tornò subito serio. <Ilariè nu finisc ca, mo però t'agg ra na buona notizia> <vai papà dimmi> dico seria. <Riman vai a truva a fratt>, a quelle parole mi dimentico quasi di essere arrabbiata con lui, sorrido involontariamente ed emetto un gridolino felice. <pccre però mi devi ascoltare, io e mammá nu putimm veni perché seno di insospettiscono, devi porta na cosa a Ciro> ed ecco che di nuovo mi sento usata, mio padre continua <O comandante ha detto che ti fa stare in cella con lui domani per tutto il giorno, lui non lo sa e na surpes e capit?> inizialmente ero tentata dal rifiutare, poi però mi resi conto che era l'unica occasione che avevo per rivedere mio fratello, che mi mancava così tanto. <vabbuo ja lo faccio>, mio padre mi guarda compiaciuto <brav pccre>. Andai a dormire sconsolata ma elettrizzata allo stesso tempo, stavo cedendo alla criminalità, ma allo stesso tempo stavo per rivedere mio fratello, forse... ne valeva la pena. Mi addormentai con questi pensieri per poi risvegliarmi la mattina seguente. Sempre con quel misto di emozioni mi iniziai a vestire, volevo essere carina, infondo avrei rivisto mio fratello dopo tanto tempo. Misi un jeans a vita alta Neto abbinato a un top bordo molto carino. Avevo un seno abbastanza prosperoso e mi piaceva metterlo in mostra. Scesi in cucina dove mi aspettavano mia mamma e mio padre. <Tieni nascondila bene>mio padre mi pazzo una bustina con della polverina bianca. La nascosi nel mio reggiseno e uscii di casa. Arrivai al carcere minorile di Nisida con un pullman verso le dieci di mattina. Superai il cancello e notai il comandante che mi aspettava. <Tu sei Ilary Ricci giusto?> annui con la testa.  <Vien cu me, t port rind a sal di aspetto, e poi stai cu fratt tutt a jurnat> annuisco nuovamente sorridendo, ero così felice. Aspettavo ormai da qualche minuto, ero affacciata fuori quando sento una voce chiamarmi da dietro. <Ilariè si tu?> Mi giro di scatto sorridendo. <Cí e chi po ess?> rido di nuovo. Corro verso di lui e lo abbraccio. <vita mij comm m si mancat nu può capi> dice il mio fratellone. <pur tu Ciro> vedo con la coda dell'occhio che il comandante ci osserva sorridendo ma non vi faccio troppo caso. <oggi sto tutto il giorno con te, e na surpres, si felic?> mi guarda ancora più stupito <eccert ca so felic pccre> mi abbraccia un'altra volta e poi ci avviamo in cella...

CIAUU, questo capitolo è un po' corto perché oggi ho studiato parecchio ma domani ne uscirà uno ancora più lungo. Sono felice di continuare questa storia anche se non sembra molto apprezzata. Chiedo per favore di lasciare una stellina per invogliarmi a scriverla. Buona notte a domani🥰

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