"scusa"

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POV Ilary
Continuo a parlare con Gianmarco mentre Ciro ed Edoardo stanno in cucina a parlare. Non ci faccio molto caso ancora felice di aver rivisto Gianmarco sano e salvo. I miei genitori parlavano fitto fitto tra loro, proprio come anche Edo e Ciro, c'era qualcosa che non andava per il verso giusto ma probabilmente non mi volevano far preoccupare. Ad un certo punto si sente bussare incessantemente alla porta, vado per aprire ma i miei genitori mi tirano indietro. Mia mamma mi abbraccia stretta mentre mio padre dopo aver fatto un sospiro va ad aprire alla porta. Dei poliziotti entrano con veemenza, mia madre inizia a piangere mentre mi tiene sempre più stratta a se. I poliziotti mi tirano per un braccio e affermano <È in arresto per omicidio, ogni cosa che dirà verrà usata contro di lei> la voce mi inizia a tremare, urlo più forte che posso prima di scoppiare a piangere. Poco dopo Ciro ed Edo escono di fretta dalla stanza, mia mamma cerca di riportarmi a se, mio padre inizia a imprecare e cerca di consolare mia mamma. Sento qualcosa di freddo sfiorarmi i polsi, mi giro e noto le manette. Uno dei miei soliti attacchi d'ansia si impossessa di me, mi stacco dal poliziotto e corro verso Ciro <Ciro aiutami> grido piangendo e gli salto in braccio. Mio fratello rimane in silenzio, mi abbraccia soltanto e si gira verso le guardie <V preg lasciat ca port ij in tribunale, è pccrell s mett paur> dice e dalla sua voce trapela ansia e paura. <La legge non prevede questo> afferma un poliziotto mentre mi afferra bruscamente da dietro e mi blocca vicino al tavolo. Sbatto violentemente contro quest'ultimo è urlo di nuovo. <Na facit mal> urla in preda ad una crisi isterica Edoardo, sento nuovamente le manette sfiorarmi i polsi e questa volta riescono a mettermele. Mi giro nuovamente verso Ciro, l'unico di cui mi fidavo ciecamente <T preg Ci aiutami> dico disperata, lui mi guarda dispiaciuto sapendo di non poter far niente <Risolv tutt cos ij Ilariè, mo vai cu lor, aropp t raggiung> dice cercando di sorridere. Vengo trascinata via con forza, facciamo un breve tratto a piedi fino alla macchina della polizia. Mi giro verso il viale, proprio dove si trovava casa di Anna... noto tutti affacciati ai balconi a vedere la gente disgustata al comportamento dei poliziotti nei confronti di una quattordicenne. Ne approfitto per notare se anche la mia amica fosse affacciata al balcone, alzo lo sguardo e la vedo. Mi guarda e piange, io la guardo e faccio per avvicinarmi al portone ma le guardie mi bloccano. Guardo nuovamente il balcone ma lei non è più affacciata, qualche secondo dopo la vedo giù, nel suo bellissimo pigiama, che corre verso di me. Fa per abbracciarmi dispiaciuta ma le guardia mi ficcano con forza dentro la macchina. Chiudono la portiera m, mi affaccio al finestrino e ci appoggio una mano sopra. Lo fa anche lei e con le labbra mima la parola "scusa" , poi la macchina parte e riesco solo a percepire il rumore delle sirene. Arriviamo in centrale non so quanto tempo dopo, la mia mente è in trans totale, non so esattamente cosa o come uscire dalla situazione. Arriviamo in tribunale e subito vengo interrogata da un uomo senza capelli con una lunga barba nera. Mi fa alcune domande ma l'unica cosa che riesco a dire in quel momento in preda al panico è <Mi dispiace io non volevo, volevo solo salvarmi > mente vengo interrotta da pianti isterici. Dopo mi portano in una specie di celle, insieme ad un'altra ragazza a cui non faccio molto caso per via della situazione. L'unica cosa che noto è che lei era molto più tranquilla di me, anzi, sembrava quasi felice di trovarsi lì. Dopo un po' di tempo vedo Ciro Edoardo e i miei genitori venire verso la cella. Subito mio fratello parla <Ilariè nun t preoccupa, amm parlat co a direttric, mo sta interrogann a Gianmarco che sta testimoniando a favor tuoj. Stanott a pass rind a cell e riman fai u colloquio p vre che pena darti, ma vrenn a situazion nun t rann na pena grav pccre, stai tranquilla> lo guardo riconoscente e dico <Grazie Ci, t vogl bene>. Riesce sempre a calmare le mie crisi, sono così contenta di averlo sempre vicino a me. Mi giro verso Edoardo <pur a te> dico soltanto e lui mi sorride riconoscente. Poi Ciro continua < ah e siccom mo tu si turnat mo turnamm pur nuj ca dind, almen ci vrimm e sfuggit, vabbuo?> io annuisco semplicemente, poi saluto i miei genitori e mi avvicino nuovamente alla ragazza. <Comunque piacere io sono Ilary> dico anche se con un aria ancora intontita e dispiaciuta. <Si lo avevo capito, comunque io Nadiza> dice ridendo, probabilmente avrà ascoltato la conversazione di prima. < Si a sor e Ciro Ricci è ve?> continua lei, <Si > dico semplicemente io non mi andava di parlarne. Lei sembra capirlo e lascia perdere la situazione. Io mi metto un po' a pensare, oltre a quella situazione anche alla vista di oggi di Anna, alla sua parola mimata, "scusa", mi manca così tanto... vengo risvegliata dalle guardie che portano me e Nadiza nell instituito di Nisida.

CIAUU, ecco un nuovo capitolo è un nuovo personaggio inserito nella storia. Questo capitolo è un po' tragico ma sinceramente mi piace molto e spero anche a voi. Buona notte e a domaniii🥰

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