Cazz faje strunz

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Ovviamente non parlo a nessuno delle mie idee, nemmeno a Gianmarco perché per quanto può essere gentile con me, è comunque un camorrista che sta dalla loro parte. In questo momento odio un po' la mia famiglia è la mia città, se fossi nata da qualche altra parte e da una altra famiglia sicuramente non sarei in questa situazione... chissà cosa starà succedendo fuori, se sono preoccupati per la mia scomparsa, sento la porta aprirsi scaccio questi pensieri e faccio finta di dormire. <Dai svegliati> sento la solita voce, quella di Gianmarco, e faccio finta di svegliarmi solo in quel momento. Subito dopo essermi vestita con dei panni presenti già nella casa, scendiamo giù. Tutte le persone vicino a un tavolo stavano parlando ma appena entro io smettono subito. Io metto in atto la mia solita tattica, ma un ragazzo sulla ventina d'anni sembra stufarsi di questo mio giochetto. Ordina a Gianmarco di cambiare posto in modo che lui si possa sedere accanto a me. Dopo qualche minuto inizia a farmi delle domande <Come ti chiami?> chiede per prima cosa, <Ilary> rispondo io freddamente continuando ad evitare lo sguardo, <quanti anni hai?> continua lui, <14> continuo io. <Ah sei piccolina, e pure non sembra> afferma, mettendo una mano sotto il mento, costringendomi ad alzare lo sguardo. Tutti finalmente posano lo sguardo sul mio viso, e io rassegnata guardo i loro. Ormai anche la mia ultima speranza è andata perduta. Un uno adulto dopo poco afferma <Domani io e i miei uomini dobbiamo svolgere un compito importante, è servo anche io, quindi la ragazzina starà con Gianmarco e Matteo, farete a turno>, Matteo è il nome del ragazzo che mi ha costretto ad alzare lo sguardo, già lo odio, ma almeno domani avrò tempo per pensare a un piano per fuggire. Guardo con la coda dell'occhio Gianmarco, voglio lasciare la tavola, lui comprende e si alza per accompagnarmi ma viene fermato dal così detto Matteo <lasc sta Gianmà c pens ij> dice con un finto sorrisino. Io prima lo guardo e poi guardo Gianmarco, mi fa paura Matteo, e Gianmarco sembra capirlo, ma si siede e mi guarda dispiaciuto. Io mi alzo svogliatamente e seguo il ragazzo fino alla mia stanza. Ci entro dentò e faccio per chiudere la porta, ma la sua mano la blocca <già me ne devo andare? Se non sbaglio ieri Gianmarco è rimasto tutto il giorno, famm tras> afferma in modo autoritario spaventandomi. <voglio riposare> dico io sicura di me, cercando di chiudere la porta. <Fa per bloccarmi il braccio ed entrare ma in quel momento arriva Gianmarco <Ja Matteo lascia ij, c penz ij a ess> dice e gli sbatte la mano sulla spalla in modo fintamente amichevole, Matteo non può far altro che andarsene e io entro dentro seguita dal mio salvatore. <Chill m fa paur a me> affermo con le lacrime agli occhi, <riman nun m lascia sul cu iss, t preg> continuo sempre piangendo. Gianmarco mi guarda sempre più dispiaciuto <Pccre stai tranquilla, nun t lasc ra sul riman, nu chiagnr > dice. <Secondo me si voleva approfittare di me, ne so sicura Gianmà> dico io sempre più preoccupata <Nun o dic propr Ilariè, stai tranquilla> afferma e piano piano mi calmo. <Lo sai i ragazzi troppo grandi mi terrorizzano> dico dopo un po' <Ah e come mai?> chiede incuriosito Gianmarco <Non ne sono sicura, ma credo che sia perché sono tutti troppo volgari e fanno del male alle ragazze, e poi sono la sorella di Ciro Ricci, mi ha sempre protetta lui, non saprei cosa fare se mi trovassi in difficoltà con un ragazzo da sola> dico aprendo un po' il mio cuore. <Ua e poi tu non hai un ragazzo? Comm e possibl?> dice ridendo il ragazzo affianco a me. Mi viene in mente Edoardo e a questo punto decido di parlarne < Non sono molto interessata ai ragazzi, c'è n'era solo uno che mi piaceva da morire, ci conosciamo da quando eravamo piccoli> dico non sapendo se continuare o no <E chi è chist? Ja racconta tanto non posso di niente a nessuno> dice lui curioso, e mi decido a continuare. <Si chiama Edoardo Conte, mi sa che lo conoscete è il migliore amico di Ciro, una sera la mia amica ha fatto una battuta poco carina senza accorgersene sul fatto che mi piace, e da allora mi sono dovuta per forza confessare, ma lui ha detto che mi meritavo di meglio di un camorrista come lui, che lo faceva per proteggermi, ma secondo me era una scusa per dirmi che non gli interessavo> dico io freddamente, <Secondo me invece lo pensava davvero, sono un camorrista anche io e avrei fatto lo stesso a una persona a cui tengo> dice sinceramente ma io decido di cambiare discorso. Passiamo il resto della giornata così, fino al giorno dopo. La mattina torna per svegliarmi e scendere per la colazione, a tavola non c'era nessuno a parte una donna che cucinava, e Gianmarco e Matteo. Come previsto, saremmo stati tutto il giorno da soli. Dopo la mattinata, passo un po' di tempo ad elaborare un piano, ma non riesco a pensare a niente di fattibile... come potrei mai fuggire con tutti questi controlli... poi arriva Gianmarco e passiamo il resto della giornata assieme, vedo solo di sfuggita Matteo e questo mi fa piacere. Verso sera però, mentre Gianmarco era stato chiamato da un signore per essere aiutato in qualcosa, Matteo si avvicina a me. <Ciu ciu, vieni un attimo, ti porto a vedere la mia stanza> dice lui con un sorrisino malizioso che mi dava sui nervi. <Resto qui e aspetto Gianmarco> dico io freddamente, <Ci sei stata tutto il giorno con Gianmarco, mo vien nu poc cu me> dice lui arrabbiato e mi trascina con forza nella sua camera. È abbastanza grande, ci sono un sacco di oggetti ma non ci bado troppo siccome sento la sua mano sfiorarmi la guancia. La sposto immediatamente e provo ad allontanarmi, ma lui si avvicina e continua a provare a sfiorarmi parti del corpo <lasciami stare> dico io e provo ad uscire correndo dalla stanza. <aro vaj> dice lui mi prende per il braccio facendomi sbattere sul suo letto. Provo ad urlare ma una sua mano mi tappa la bocca. Si mette a cavalcioni su di me. Io piango silenziosamente, lui mi obbliga a girare la testa mente posa le sue luride labbra sul mio corro e inizia a baciarmi. Provo un voltastomaco enorme e provo a divincolarmi ma lui, essendo più forte di me, mi blocca. Mi abbandono a me stessa, mi sento una fallita, un oggetto, sento una sensazione orribile di disprezzo. Piango ancora quando sento le sue mani provare a levarmi la maglia, noto però con la testa ancora girata, una pistola sul comodino e non desidero altro che averla in mano. In quel momento, si sente la porta sbattere, non vedo chi è ma sono sicura sia Gianmarco. <Cazz faj, strunz > dice e sento subito il corpo del ragazzo strattonato lontano dal mio. Mi abbasso la maglietta e mi alzo di scatto dal letto. Gianmarco si assicura che stia bene e si avvicina a Matteo. Iniziano a discutere pesantemente e volano anche molti schiaffi e spintonate, il mio sguardo si posa sulla pistola, e senza pensare, ancora sconvolta la prendo e la metto nel reggiseno, ovviamente si nota uno strano rigonfiamento così mi giro e dico <Ho la maglia strappata vicino al seno, prendetemi una felpa> sempre piangendo. Gianmarco si leva la sua e me la passa da dietro, io la prendo e la indosso subito, in questo modo non si nota nulla. Prego Gianmarco di andar via e così facciamo. In camera mia nascondo la pistola in un cassetto vicino al lavandino, ma dovevo agire in fretta, il nascondiglio non sarebbe durato molto... saluto Gianmarco e lo ringrazio e mi metto nel letto. Penso a ciò che ho fatto, non credo di riuscire ad usarla ma dovevo agire.



CIAUU, ecco un nuovo capitolo, spero vi piaccia, la storia tra non meno di pochi capitoli prenderà una svolta interessante, buona giornata e a domani🥰

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