ROMANCE
~sfumature Dark
~sfumature Thriller
A ventun anni Sam si sente sempre come la se stessa bambina: sola, diffidente nel fidarsi degli altri.
A ventiquattro anni Nicholas è tenuto alla larga da tutti come se fosse un cartello di pericolo, nero...
And I'm not giving up But tell me if I run away How long will I bleed?
Matt Maeson ~ Grave Digger
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Era una mattina soleggiata, lo stereo in soggiorno riproduceva la voce flautata e lenta di una cantante. L'odore di cannella e caffè impregnava la cucina.
Non riuscivo a stare ferma, dondolavo le gambe giù dalla sedia senza che i piedi riuscissero a sfiorare terra; mia madre mi implorò di non agitarmi. Provai a darle retta, davvero, ma la gioia mi riverberava nel corpo impedendomelo.
Nonostante tutto mamma sorrideva.
Quel suo sorriso fu l'ennesima conferma di quello che sospettavo.
Perché stava preparando quei pancake, con quella musica strana in sottofondo e la collana di corallo ad adornarle lo scollo: lo faceva solo quando papà era a casa.
Io non l'avevo ancora visto, doveva essere rincasato a notte fonda.
Dondolai con più forza le gambe e iniziai a saltellare sul posto sentendo dei rumori provenire dalla camera dei miei genitori. Mi costrinsi a stringere le manine tra di loro, in attesa; non volevo essere irruenta, non volevo essere maleducata.
«Nathan, se non vieni di qua, tua figlia rischia di buttarsi giù dalla sedia» urlò mamma sovrastando la melodia, una risata trattenuta tra le labbra.
La porta della camera si aprì.
Non resistetti più. Con un balzo enorme saltai dalla seduta e corsi.
«Delfino mio!»
La sua voce. Mi lanciai tra le sue braccia, dandomi lo slancio con tutta l'energia che avevo in corpo. Gli circondai il collo e strinsi forte forte affondando il viso nella sua guancia. Il suo profumo era un susseguirsi di risate, scampagnate nel bosco e caramelle alla menta.
Quando lui era lì allora io stavo meglio, la mamma stava meglio.
«Mi sei mancato» bisbigliai, l'euforia mi arrotondò le vocali.
Mi tempestò di baci, una risposta senza parole. La barba mi pizzicò la fronte in modo fastidioso. Ma avrei sopportato ogni prurito pur di tenerlo stretto a me.
«Guarda che ti ho sentito, Sam!» gridò mamma.
Rimasi avvinghiata al collo di mio padre anche quando lui la raggiunse.
«Sam, devi smettere di parlare solo quando vuoi tu!»
Nascosi il viso contro la maglia di papà e lui intervenne. «Lasciala stare, Amy. Dalle tempo.»
«Tempo? Ti ricordo che Sam ha sette anni, non due. Non può parlare solo quando vuole lei, ovvero mai! E facendo così continuerai solo a viziarla.» Ma la sua voce, sul fondo della frase, si era ingentilita.