31. Pedine

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You've been waitin'
Lookin' off into the night
Search the horizon
Watchin' out for smoke and fire

You knew this day would come
You aren't the only one
And so it begins

So it begins - Klergy

So it begins - Klergy

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NICHOLAS POV

NICHOLAS

La notte era una benedizione che mi scivolava addosso senza chiedere niente.

Mi lasciai casa sua alle spalle, il freddo mi irrigidì la pelle. Mi sentivo poco lucido, ed era l'unica cosa che mi serviva adesso: la lucidità. Affondai le mani nelle tasche dei jeans, alcune croste sulle mani vennero scalzate via dallo sfregamento.

Raggiunsi la Jeep infangata. Salii; la seduta cigolò sotto il mio peso. Non mi concessi il beneficio del riscaldamento; calai i vetri anteriori, lasciando che il gelo si riversasse all'interno.

Accesi il motore e mi avviai lungo la strada che portava fuori dalla città, oltre la periferia. Parcheggiai all'ombra delle fronde, celato alla vista. Il cancello in ferro battuto della villa rimase distante quanto bastava per non essere notato.

Solo allora, con il finestrino aperto e i suoni tetri del bosco notturno che filtravano dall'apertura, estrassi il tablet dal cruscotto e lo poggiai sulle gambe. La luce mi accecò. Con dita veloci inserii i codici scolpiti nella memoria per sbloccarne l'accesso.

Scorsi sui file che avevo a disposizione. Erano pochi rispetto a quelli di un tempo. Era stato un sollievo quell'essere estromesso.

Ci aveva messo poco a ritorcermisi contro.

Mi concessi altri minuti per cercare le informazioni di cui avevo bisogno, ma l'accesso mi era spesso vietato. Colpii il cruscotto con foga, uno scoppio, le nocche cozzarono con la plastica.

Poi successe.

Se non avessi avuto il telefono appoggiato sulle gambe con lo schermo rivolto verso di me forse non me ne sarei nemmeno accorto.

Era stato un brillio. Un istante appena.

Sollevai il telefono notando l'assenza di notifiche sul display che avrebbero giustificato il lampeggiare del sensore. Quel segnale che aveva appena risposto a una delle mie domande: mi stavano spiando.

Avrei voluto ridere, rigettando fuori il groviglio di asprezza che mi cresceva dentro.

Uno scricchiolio appena accennato. Bastò. Scattai sull'attenti.

«Sei stato tu?» sibilai nel buio della notte oltre il finestrino aperto.

Non fu necessario che le mie pupille cercassero nella penombra la sua silhouette. Lo sentivo che mi osservava. Quando me ne accorgevo era sempre troppo tardi.

Black Moon ~ Figli della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora