«Hai capito, Seungmin?»
Il ragazzo a terra aveva smesso di urlare, temeva una reazione peggiore di quanto stava succedendo da parte degli aguzzini. Con gli occhi pieni di lacrime e il respiro irregolare girò la testa verso Changbin, che nel mentre aveva recuperato un bastone da un angolo della sala.
«È importante, voglio che guardi.»
Chan prese da terra un secchio pieno, lo imbracciò e lo fece dondolare, di modo che l'acqua contenuta fosse spinta fuori. Cadde in faccia al ragazzo e questo, svegliato di soprassalto, iniziò ad annaspare.
«Jeongin!»
Il ragazzino cercò di stabilizzare il proprio respiro, anche perché l'acqua lo aveva bagnato completamente e la temperatura di un sotterraneo di Salem in inverno non era poi così piacevole. Girò finalmente lo sguardo verso il fratello.
«Seungmin...» Un sussurro roco, l'altro capì dalla sua voce che in quei giorni di carcerazione era stato trattato molto peggio di quanto non avessero fatto con lui.
L'aiutante afferrò Jeongin per le spalle, lo sollevò di peso e lo sistemò su una sedia di legno parecchio rinforzata. Seungmin fece di tutto per non ricominciare ad urlare ma i singhiozzi lo colsero nuovamente a scuoterlo dalla testa ai piedi. Jeongin sembrava debole, forse per questo non cercava di opporsi a tutto quello; forse, invece, sapeva di non poter niente contro quel bestione del proprio aguzzino.
«Padre Minho è stato così gentile da lasciare che Chan mi aiutasse; immagino non potesse rifiutarsi, ma è stato comunque un gesto gentile.»
Sul volto di Chan nessun espressione, Seungmin stava facendo di tutto per non dover guardare in faccia Changbin che invece guardava solo lui. Polsi e caviglie di Jeongin vennero assicurati e legati con cinture di cuoio ai braccioli e alle gambe della grossa sedia, poi in vita così che rimanesse seduto e non potesse muoversi troppo.
«Che gli vuoi fare?» Chiese il ragazzo incatenato a terra.
«Deve espiare i suoi peccati, no? Glieli faccio espiare.» Affermò con un sorriso soddisfatto in volto Changbin.
Chan si sistemò dietro alla sedia, si accovacciò ed iniziò ad armeggiare con i giunti, finché non riuscì agevolmente a rimuovere lo schienale. Ciò che per il momento faceva più impressione, agli occhi di Seungmin, era come Jeongin si stesse abbandonando al proprio destino senza opporsi in alcun modo; lo guardò rimanere seduto con gli occhi bassi sull'ormai sgabello coi braccioli che lo teneva prigioniero. Chan afferrò una frusta da una mensola sul muro e, appena la vide, Seungmin riprese a gridare.
«No! Fermati! Punisci me, Chan, ti prego!»
Changbin represse di nuovo l'istinto di tirargli un calcio per farlo tacere, poi si mise al fianco di Seungmin, comunque a distanza perché non potesse raggiungerlo grazie alla lunghezza della catena.
«Goditi lo spettacolo.» Augurò a Seungmin col sorriso bastardo di prima stampato sulle labbra, poi si rivolse a Chan, che aspettata soltanto il via libera. «Prego.»
I lacci di cuoio vibrarono fendendo l'aria, la squarciarono come frazioni di secondi dopo fecero con la schiena di Jeongin. Il ragazzino gridò, ma subito dopo strinse i denti nel tentativo di tacere il più possibile; il tessuto della camicia si tagliò subito, velocemente i bordi si colorarono di rosso mentre il corpo legato iniziava di nuovo a tremare.
Seungmin era impietrito, sconvolto da quanto stava accadendo davanti ai propri occhi e dall'artefice di tutto quello. Changbin osservava la scena fiero, soddisfatto come Seungmin non lo aveva mai visto.
Arrivò la seconda frustata e Jeonjin ringhiò a denti stretti, in un vano tentativo di sfogare il dolore. Il fratello in catene guardò i primi colpi, la camicia che si lacerava e la mandibola contratta del ragazzino, il sudore e le lacrime che gli colavano per le tempie e le guance.

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𝙀𝙫𝙞𝙡 𝙋𝙧𝙖𝙘𝙩𝙞𝙘𝙚 • 𝙎𝙩𝙧𝙖𝙮 𝙆𝙞𝙙𝙨
ParanormalSalem - 1692 Lee Minho, affermato esorcista dal temperamento di ferro e ardente Fede, viene convocato a Salem per curare un caso unico nel proprio genere: Han Jisung soffre da tempo per un'entità maligna che ha posseduto il suo corpo e che non inten...