1. Oltreoceano

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Il tabernacolo era silenzioso da ormai un paio d'ore, il ragazzo inginocchiato sul marmo freddo mormorava sottovoce una qualche preghiera tra le mani congiunte e tenute vicino alla bocca; le labbra carnose sfioravano continuamente la pelle ruvida delle mani scaldata dal suo fiato. Presto sarebbe stata ora di tornare nel proprio alloggio, era stata una lunga giornata e lui aveva decisamente bisogno di farsi un bagno. Le ginocchia iniziavano a fare male ma la sua parrocchia aveva un solo cuscino per le genuflessioni e di diritto andava al reverendo del paese, l'uomo suo mentore a cui comunque avrebbe ceduto il privilegio, vista la differenza d'età. Spostò il peso del proprio corpo da una gamba all'altra e gemette per il dolore che gli si attorcigliò alle rotule, per mantenere il silenzio cercò con una mano la croce appesa al proprio collo e la strinse tra le dita; un altro paio di minuti di preghiera e sarebbe tornato a casa.

Le sue preghiere andavano alla famiglia, ai fratelli, ai pochi amici che era riuscito a farsi e ai parrocchiani che in quei suoi primi mesi di servizio come sacerdote lo avevano già riconosciuto come un punto di riferimento. Padre Chae lo trattava duramente dal primo giorno ma lui sapeva che era solamente perché potesse imparare meglio come servire il Signore; pregava anche per lui.

Come un lampo un pensiero gli attraversò la mente, ciò che più meritava le sue preghiere in quel momento; si era appena alzato ma si costrinse a tornare sulle ginocchia. Non aveva ancora finito.

Gli occhi gli divennero lucidi, complice il dolore alle rotule. Non pensava sarebbe arrivato tanto presto a dover seguire un caso simile, quando quella donna era arrivata in parrocchia chiedendo aiuto il ragazzo aveva pensato se ne sarebbe occupato il suo mentore. L'uomo, dopo un'analisi della situazione, aveva deciso di far sì che fosse il suo apprendista ad occuparsene, riempiendo il ragazzo di responsabilità, pensieri e preoccupazioni. Ulteriori motivi del perché stesse affidando la questione a qualcun altro erano per tutelare la riservatezza della famiglia e il tempo che il reverendo avrebbe dovuto dedicare alle attività in parrocchia.

Abbassò la testa e strinse gli occhi come se tentasse di infondere maggior potenza alle proprie preghiere, il dolore alle ginocchia era quasi anestetizzato dal gelo che il marmo gli aveva trasmesso. Non si accorse di aver iniziato a pregare ad alta voce finché dei passi non cozzarono con il ritmo delle proprie parole, riaprì gli occhi ed alzò la testa, perdendo tutta la concentrazione in un attimo un capogiro lo colse di sorpresa. Un ragazzino zuppo dalla testa ai piedi era appena entrato nella piccola chiesa e stava gocciolando sul marmo del pavimento.

«Mamma ha detto di chiamarti.» Il fiatone e i grandi occhi confusi da una situazione che non capiva ma che riusciva a spaventarlo.

Il sacerdote non si preoccupò di correggere il piccolo e di educarlo per come gli si era rivolto, si alzò in piedi e con le gambe tremanti e intorpidite si avviò frettolosamente alla sacrestia. Recuperò il proprio mantello, vi si avviluppò all'interno e seguì il ragazzino fuori dalla chiesa.

La pioggia cadeva scrosciante sulla strada sterrata, il sacerdote arrancò qualche metro dietro al ragazzino prima di afferrarlo per una spalla e stringerlo al proprio fianco, così da cercare di proteggerlo dall'acqua. Qualche minuto più tardi si trovarono alla porta della casetta, il piccolo si precipitò ad aprirla e lasciò entrare il ragazzo. Una donna gli corse incontro, gli occhi pieni di lacrime e i capelli disordinati.

«Padre Lee! Per fortuna ci avete raggiunto.» Lei si accostò alle spalle del ragazzo per afferrare il mantello fradicio e toglierglielo.

«Chiamami Felix, signora Han, ti prego.» Ripeté lui, guardandola con sguardo rassicurante e un mezzo sorriso nonostante in quel momento non venisse da sorridere a nessuno di loro.

«Padre Felix.» Accettò allora lei con le labbra strette e un cenno del capo. Poggiò il mantello del ragazzo sullo schienale di una seggiola e gli rivolse uno sguardo piuttosto urgente. «È da questa parte.»

𝙀𝙫𝙞𝙡 𝙋𝙧𝙖𝙘𝙩𝙞𝙘𝙚 • 𝙎𝙩𝙧𝙖𝙮 𝙆𝙞𝙙𝙨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora