11. Un crollo interessante

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Ogni esistenza è diversa da tutte le altre; possono essere lunghe o corte, intense o piatte, possono avere possibilità o nessuna scelta. Si può dare un senso, alla propria esistenza, come si può decidere di non rispondere ad alcuna chiamata o fare finta che non sia mai arrivata per lamentarsi e autocommiserarsi.

Per Minho non era mai stato facile prendere decisioni, anche se da fuori poteva non sembrare così. Le sue scelte lo avevano schiacciato sin da piccolo, pesandogli sulla schiena e riempiendolo di dubbi per tutto il giorno; arrivava poi, dopo intere notti a pensare, alla decisione finale e la convinzione con cui si difendeva faceva credere a tutti di non aver faticato e penato tutto quel tempo.

Così era accaduto quando aveva deciso di prendere i voti; si sentiva vicino a Dio ma sapeva di essere in qualche modo vicino anche al Buio e non poteva permettersi di infangare qualcosa di così puro. Poi aveva trovato la sua strada, anche se prima aveva ovviamente avuto dubbi. Dal primo giorno si era sentito investire di una forza oltre l'umano, avvertiva il potere Divino dentro di sé, sapeva che avrebbe potuto combattere qualsiasi battaglia senza perderne nemmeno una e così era stato: per anni quella fiamma lo aveva protetto e rafforzato, niente lo faceva vacillare e lui non temeva di cadere. Non aveva mai temuto alcuna situazione fino a quel momento.

Ora, dopo aver salvato la vita a Jisung, si sentiva sporco, corrotto, compromesso al punto che non sapeva se Dio lo avrebbe più accettato come suo emissario. Non era in alcun modo pentito, sapeva di aver fatto la cosa giusta, ma questo non bastava.

La camera da letto era buia e silenziosa; Minho era in ginocchio davanti al giaciglio, le mani congiunte sotto al mento e gli occhi aperti fissi sul materasso. Una luce entrò dalla porta lasciata aperta sul corridoio e, insieme a questa, padre Felix. Il ragazzo fece qualche passo nella stanza e poggiò la candela sul comodino prima che Minho decidesse di lasciar perdere le preghiere e rivolgere all'altro la propria attenzione.

«La porta era aperta, sono entrato-»

«Hai fatto bene.» Lo interruppe Minho mentre si rialzava stancamente in piedi per fronteggiare il collega.

«Volevate vedermi?» Padre Felix sembrava a disagio come ogni volta in cui era in presenza di qualcuno, teneva le mani giunte davanti a sé e rimase in tensione finché Minho non gli confermò, con un cenno del capo, di averlo cercato. Il ragazzo mantenne il silenzio in attesa che venissero date spiegazioni.

L'esorcista avanzò fino a fronteggiare l'altro, gentilmente gli tolse il mantello e lo lasciò sul materasso del letto. «Ho bisogno di qualcuno che possa leggere le Sacre Scritture ad alta voce.» Da una tasca della veste estrasse la Bibbia che portava sempre con sé, la porse a padre Felix.

Questo l'accettò senza pensarci troppo, strinse il libro tra le mani ma tenne lo sguardo in quello del maggiore nel tentativo di capire se ci fossero ulteriori indicazioni.

«Accomodati.» Disse il maggiore indicando con un cenno della testa la poltrona vicino al comodino. «Inizia pure quando vuoi.» Felix si sedette e guardò la Bibbia tra le proprie mani. Aveva un segnalibro di carta a dividerne le pagine, dedusse fosse stato padre Minho a mettercelo per fargli sapere da dove doveva iniziare; il giovane sacerdote cercò con gli occhi la riga esatta prima di cominciare a leggere ad alta voce.

Minho attese di udire le parole del ragazzo, poi raggiunse il lato del proprio letto. Cercò sotto a questo con una mano finché non trovò il proprio bagaglio, lo afferrò e tirò fuori. C'erano diverse cose che non aveva ancora tolto dalla valigia e una di queste era proprio l'oggetto che cercava.

Quando aveva scelto di diventare un esorcista, era stato affidato ad un sacerdote esperto che gli fece da mentore e gli insegnò il mestiere. Inevitabilmente gli si era affezionato e quando Minho era stato svezzato per seguire il proprio primo caso, l'uomo gli aveva fatto un dono.

𝙀𝙫𝙞𝙡 𝙋𝙧𝙖𝙘𝙩𝙞𝙘𝙚 • 𝙎𝙩𝙧𝙖𝙮 𝙆𝙞𝙙𝙨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora