Changbin si svegliò che il sole era già alto, quel giorno. Non succedeva da un po' che rimanesse a letto per così tanto ma era anche normale, era stato sveglio per gran parte della nottata. Avrebbe volentieri dormito ancora un po', si sentiva come se avesse appena scalato una montagna ma pienamente soddisfatto, rilassato.
Sollevò un angolo della bocca e girò la testa di lato per guardare di fianco a sé; il ricordo della sera prima gli scaldò nuovamente il ventre. Changbin allungò una mano verso il centro del letto, con la punta delle dita sfiorò la schiena nuda del corpo prono da parte al proprio. Percorse tutta la curva sulla pelle morbida, l'avvallamento della zona lombare e l'arco del sedere, si fermò all'inizio della coscia.
Hyunjin dormiva ancora e Changbin non lo avrebbe svegliato. L'unico motivo per il quale non si rimetteva a riposare era che così poteva guardarlo. Poteva guardare le sue labbra gonfie e rosse schiuse, le ciglia dolcemente poggiate sulle gote, poteva guardare il suo viso delicato che lo faceva assomigliare in tutto e per tutto ad un angelo mentre da sveglio aveva sempre quello sguardo scuro e truce addosso. Gli spostò i capelli lunghi dal volto, attento a non svegliarlo.
Passò poco e Hyunjin aprì gli occhi pigri. «Buongiorno.» Lo salutò, rimanendo fermo con una mano sullo stomaco nudo.
Il biondo gli sorrise appena, mugolò mentre si sollevava sui gomiti per potersi avvicinare di più a Changbin, andandogli incontro come una pantera. Non ricambiò il saluto ma spostò una mano oltre alla testa del moro per sovrastarlo, si chinò su di lui e unì le loro labbra in un bacio. Changbin sorrise lievemente e gli poggiò le mani sui fianchi per mantenerlo sopra di sé, queste scivolarono sulla sua schiena per abbracciarlo mentre si esploravano le bocche a vicenda per augurarsi il buongiorno.
Un forte bussare fece sobbalzare entrambi, Changbin si allontanò dalle labbra di Hyunjin e aggrottò la fronte, la solita espressione dura che lo contraddistingueva gli vestì di nuovo il volto.
«Vice-sceriffo? Vice-sceriffo, dovreste aprire la porta. È urgente.»
Uno dei collaboratori era fuori dalla sua porta di casa e il bussare insistente non gli trasmise urgenza, piuttosto fastidio e nervosismo per aver interrotto un momento tranquillo.
«Scusami.» Disse mentre scostava il corpo di Hyunjin di lato, con delicatezza, prima di alzarsi dal letto.
Rapidamente si infilò un paio di calzoni, lasciò la camera da letto e a passo pesante raggiunse la porta di casa.
«Che c'è?!» Il tono sgarbato e arrabbiato però non sembrò toccare il ragazzo ora davanti a sé come avrebbe fatto normalmente, pareva nervoso e spaventato.
«Dovete venire con me, signore, lo sceriffo Beringar ha chiesto di chiamarvi.»
«Al momento sono impegnato, dì a Martin che lo raggiungo più tardi.»
Congedatosi, Changbin richiuse la porta ma il ragazzo infilò un piede tra lo stipite e il battente così che non potesse lasciarlo fuori.
«Vi prego. È davvero, davvero urgente.» Ora sembrava sull'orlo delle lacrime e Changbin che forse potesse trattarsi di qualcosa di importante sul serio.
Sbuffò e si passò una mano in faccia. «D'accordo. Mi vesto e arrivo.»
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Una mattinata tranquilla come tutte le altre nel villaggio di Salem sorgeva sugli alberi della foresta e i tetti delle case. I primi uomini uscivano dalla porta delle dimore per dirigersi al lavoro, l'aria fresca si respirava insieme alla leggera nebbia portata dall'autunno. Ascoltando attentamente, di solito, sembrava di poter sentire il rumore della brina sciogliersi gentilmente sulle poche foglie rimaste e sui fili d'erba ma non quel giorno, perché delle urla agghiaccianti squarciavano la quiete e il cielo nuvoloso.

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𝙀𝙫𝙞𝙡 𝙋𝙧𝙖𝙘𝙩𝙞𝙘𝙚 • 𝙎𝙩𝙧𝙖𝙮 𝙆𝙞𝙙𝙨
ParanormalSalem - 1692 Lee Minho, affermato esorcista dal temperamento di ferro e ardente Fede, viene convocato a Salem per curare un caso unico nel proprio genere: Han Jisung soffre da tempo per un'entità maligna che ha posseduto il suo corpo e che non inten...