Jisung si era svegliato stanco. Non era una cosa nuova, ormai si poteva definire addirittura quotidianità. Non faceva niente tutto il giorno, per lo più dormiva e quando si svegliava gli sembrava di aver appena sradicato un albero con le sole braccia.
A Jisung non piaceva quel posto, era troppo tetro e da quando si trovava lì non aveva visto il sole nemmeno una volta. La gente non lo trattava molto bene, sopratutto il vice-sceriffo, quello che sapeva il coreano; parlava di Jisung come fosse un oggetto, non gli si rivolgeva mai direttamente e conversava solamente con padre Felix.
Oh, padre Felix era proprio l'unico che lo trattava con una parvenza d'umanità. Si conoscevano da molto tempo, loro due, erano nati lo stesso anno e anche se non erano mai stati grandi amici si erano sempre rispettati. Poco dopo che il ragazzo dai capelli argentei fu nominato nella parrocchia, Jisung aveva iniziato a sentirsi strano. Ogni qualvolta mettesse piede in chiesa per seguire la Santa Messa sveniva sul pavimento e dopo un paio di settimane non faceva nemmeno in tempo a raggiungere la struttura che perdeva i sensi. Pensando fossero semplicemente delle casualità decisero che Jisung era malato, che aveva bisogno di riposo. La notte sua madre lo sentiva mormorare parole incomprensibili e se tentava di svegliarlo, il ragazzo iniziava ad urlare come un forsennato. Ci si iniziò a preoccupare davvero quando lo trovarono una mattina in mezzo alla piazza del paese, un numero indefinito di piccoli animali come scoiattoli, uccellini e lepri morti e sventrati sparsi intorno al ragazzo che dormiva beato sui ciottoli di pietra.
Padre Felix, allora, iniziò ad occuparsi di lui. Non era un esorcista né un esperto in materia ma la sua Fede era forte e ciò poteva aiutare in qualche modo, secondo padre Chae. Jisung venne legato al letto, nella propria stanza, così che non potesse ripetersi l'episodio che aveva sconvolto i pochi cittadini che avevano avuto la sfortuna di vedere la scena e denunciare il fatto.
Jisung non ricordava niente di tutte le ore passate ad urlare, di come avesse fatto a farsi sanguinare i polsi e le caviglie stretti nei ceppi di ferro, non ricordava padre Felix leggergli la Bibbia per tutta la notte come fosse una ninna nanna. Non aveva ricordi di quei momenti e non sapeva cosa fosse peggio: sapere e rendersi conto del mostro che era o rimanere all'oscuro della propria ignoranza?
Salutare il suo fratellino era stato difficile, dire addio a sua madre era stato anche peggio. Non voleva partire, non voleva lasciare la propria casa ma nello stesso tempo sapeva di non rendersi conto di quali erano le sue reali condizioni. Era ancora giovane, Jisung, ma era sicuro non avrebbe potuto passare in tutta la sua vita un periodo peggiore di quello trascorso durante il viaggio per arrivare a Salem. Le poche stanze della nave erano già state occupate, i "posti letto" affittabili erano delle semplici amache sistemate in coperta al vascello. Jisung però aveva la sua camera privata, consistente in una gabbietta dalle sbarre di ferro di un paio di metri di altezza e larghezza; questo perché non si poteva rischiare che andasse in giro per la nave ad ammazzare qualcuno durante la notte. Padre Felix non ne era affatto felice e Jisung lo percepiva ogni volta che lo guardava in faccia; il ragazzo tendeva sin da bambino a non dire quel che pensava davvero, però era innegabile che le sue espressioni lo riducessero a essere un libro aperto.
Le notti, gli aveva raccontato il suo compagno di viaggio, erano la parte più difficile. Jisung urlava, gemeva, si aggrappava alle sbarre e tentava di farsi del male sbattendo contro alle pareti della gabbia e grattandosi la carne con le proprie stesse unghia fino a farsi sanguinare, così avevano iniziato a legarlo anche lì dentro. Gli altri viaggiatori lo guardavano male, durante il giorno; Jisung soffriva tutti quegli sguardi cattivi e spaventati, era mortificato per ciò che erano costretti a vedere ma non aveva mai il coraggio di dire nulla e la troppa stanchezza lo faceva tornare a dormire in poco tempo.
Chi però stava peggio di tutti era padre Felix. Nessuno lo aveva obbligato a prendersi cura di Jisung eppure lo stava accompagnando dall'altra parte del mondo per curarlo. Aveva cerchi scuri attorno agli occhi, talmente poco dormiva nel tentativo di calmare le crisi di Jisung, e ogni giorno appariva un po' più debole seppur la sua Fede rimanesse forte come sempre.
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𝙀𝙫𝙞𝙡 𝙋𝙧𝙖𝙘𝙩𝙞𝙘𝙚 • 𝙎𝙩𝙧𝙖𝙮 𝙆𝙞𝙙𝙨
ParanormalSalem - 1692 Lee Minho, affermato esorcista dal temperamento di ferro e ardente Fede, viene convocato a Salem per curare un caso unico nel proprio genere: Han Jisung soffre da tempo per un'entità maligna che ha posseduto il suo corpo e che non inten...