16. Una lama alla gola

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Lee Minho, in tutta la sua vita, non era mai stato così in ansia come lo fu in quei tre giorni.

Le ricerche smettevano solo per permettere a tutti di mangiare e riposare la notte; coreani e britannici camminavano per la foresta in una formazione a ventaglio così da poter setacciare perfettamente il letto del bosco. Tutto ciò che venne ritrovato fu la coperta che per quei mesi era stata tenuta di fianco al letto di Han Jisung.

Mentre fissava la ciotola tra le proprie mani, quella sera, Minho pensava.

Pensava che le probabilità di trovare il cadavere del ragazzo ormai erano alte, pensava di aver fallito per la prima volta nel proprio lavoro e nella propria missione da Dio affidatagli. Una vocina nella testa gli disse "la prima sconfitta è la più dura, col tempo ti abituerai" ma Minho non aveva assolutamente intenzione di abituarsi al fallimento. Quella sarebbe stata la prima e ultima volta.

Tuttavia, la speranza di trovare Jisung infreddolito e nascosto in una piccola grotta continuava a solleticargli la mente. La stessa vocina gli diceva di smetterla di fantasticare, che le cose nella vita non sempre vanno a buon fine, anzi, è più facile che vadano male.

Tutta quella faccenda gli procurava dispiacere e non solamente perché infieriva sul proprio lavoro; aveva capito, col tempo, che Jisung non era un cattivo ragazzo, che non aveva fatto niente per il quale il Demonio lo avesse scelto, che le cose erano semplicemente andate così. Jisung era innocente e a Minho dispiaceva per tutto quello che aveva dovuto passare.

Non primo, ma sicuramente più significativo, era stato il loro ultimo incontro. Il sacerdote aveva creduto che dopo l'auto-espiazione violenta che aveva eseguito tutto sarebbe andato meglio; lui avrebbe dovuto rimettersi a posto la coscienza e Jisung avrebbe dovuto stare meglio. Minho aveva continuato a ripetersi per giorni che ciò che era stato fatto era necessario ma la stessa, malvagia e crudele vocina gli diceva che aveva solamente stuprato un ragazzo, rischiando di farlo uccidere e di farsi uccidere. Il pensiero continuava a tormentarlo e non voleva lasciarlo in pace, sopratutto in quelle ore in cui il sacerdote stava valutando l'idea di fermare tutti, gettare la spugna e fare ritorno a Salem.

Il cielo terribile minacciava pioggia nonostante lo sceriffo Beringar avesse detto che secondo lui non sarebbe caduta una sola goccia, o almeno questo era quello che Minho aveva capito con la propria ridottissima conoscenza dell'inglese acquisita in quei mesi. Finita la cena i due si guardarono e concordarono silenziosamente che fosse ora di andare a dormire ma non fecero in tempo ad alzarsi che un gruppetto degli uomini di Minho tornò all'accampamento schiamazzando, i volti piuttosto sconvolti.

«Signore, lo abbiamo trovato.» Disse uno di loro e Minho saltò immediatamente in piedi.

«Guidatemi.»

La notte prima non aveva dormito, come da ormai una settimana a quella parte, ma tutto il sonno gli passò di colpo non appena fu in piedi e in marcia dietro ai propri collaboratori con il cuore in gola. Camminarono a passo spedito per un paio di minuti prima di sbucare fuori dagli alberi, in un'ampia radura.

Jisung era al centro di questa, illuminato dalla luna piena, senza sensi, sdraiato e completamente nudo. La parte peggiore? Il viso era interamente sporco di sangue come le mani e parte del torace ma come se non bastasse, dormiva beato – o forse no – al centro di un cerchio ricavato con le carcasse di piccoli animali morti e sventrati. Conigli, scoiattoli, uccellini e persino alcune vipere incorniciavano il corpo del ragazzo, dentro al più grande pentagono creato con foglie ed erbacce secche che Minho avesse mai visto.

Degli uomini dello sceriffo si erano addentrati nella sagoma, che invece i propri collaboratori avevano rispettato sapendo quanto quelle cose fossero pericolose. Ronzavano attorno al corpo svenuto e con un bastone lo punzecchiavano, dicendo chissà quali idiozie nella loro lingua. Minho andò velocemente in escandescenza.

𝙀𝙫𝙞𝙡 𝙋𝙧𝙖𝙘𝙩𝙞𝙘𝙚 • 𝙎𝙩𝙧𝙖𝙮 𝙆𝙞𝙙𝙨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora