𝓥𝓮𝓷𝓽𝓸𝓽𝓽𝓸

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Choi Hayoon era sempre stata una donna molto astuta. Facendosi rispettare persino da sua moglie che era un'alfa e lei una semplice omega. Aveva amato molto sua moglie, per sua fortuna si era innamorata di una donna ricca con la quale si era potuta sposare. Pur avendo una grande differenza di età. All'epoca Hayoon aveva quindici anni e si era persa nel volto serio di Choi Hanbit di venticinque anni. Aveva confessato con timidezza il sentimento d'amore che provava all'alfa prima che questa partisse per la guerra scoppiata dall'uccisione del figlio del generale. Hanbit aveva sorriso intenerita dalle guance rosse della giovane ragazza per poi promettere che se sarebbe tornata con vita avrebbe chiesto la sua mano. Aveva l'età di Jimin quando Hanbit tornò per sposarla come aveva promesso e poco tempo dopo nacque il loro unico figlio Jongho. Avevano una buona vita, ma la improvvisa morte del loro ventottenne figlio fu l'inizio della loro disgrazia. Jongho, morto a causa di un forte colpo alla testa, aveva lasciato due genitori ed una fidanzata distrutti. Cinque anni dopo la giovane si sposò con un francese con il quale andò a vivere a Parigi e praticamente dopo Hanbit morì. Hayoon rimase sola e come consolazione si dedicò a visitare i suoi nipoti, figli di suo fratello. Jimin fu, senza vergogna, il preferito. Non era un suo familiare di sangue, ma come sua madrina si era affezionata come se fosse suo figlio. Lo adorava e desiderava per lui tutto il mondo. Si era emozionata appena vide il bel omega ormai un giovane, l'ultima volta che lo aveva visto era stato cinque anni fa e Jimin era un piccolo ragazzo di dodici anni. Come aveva sempre immaginato, Jimin, era una bellezza che godeva di attributi che pochi asiatici avevano. Hayoon era quasi caduta a terra dopo aver sentito tali parole uscire dalle belle labbra del ragazzo che aveva visto crescere.

"Sei scappato di casa con un profugo della giustizia?! Oh Dea, Park Jimin! Chanyeol sarà sicuramente rosso dalla rabbia e Baekhyun morirà dalla preoccupazione!" esclamò per poi avvicinarsi con le braccia aperte per abbracciarlo.

"Lo so, madrina, lo so" abbracciò lo anello corpo della donna e nascose il suo volto tra i vestiti neri. Quindici anni erano passati dalla morte di suo figlio e continuava ad indossare vesti nere.

"È fuori?" domandò. Jimin annuì ancora nascondendo il volto.

"Cosa hai intenzione di fare? Conoscendo il temperamento di Chanyeol e di quanto Baekhyun preferisce abbassare la testa... Dubito molto che ne uscire con vita, tesoro" disse. Jimin rimase in silenzio e nemmeno tremò a le crudeli parole.

"Madrina, io sono destinato a morire prematuramente in questa vita, non importa il modo. Se mio padre decide di uccidermi non importa, lo farò anche se mi perdona la vita" sussurrò.

"Di cosa stai parlando? Tesoro?" il silenzio predominò per ancora qualche minuto finché Jimin iniziò a piangere.

"Sono molto malato. Mio padre ha cercato un dottore capace di curarmi, me nemmeno il dottore francese più sperimentato sa cosa fare. Sono malato di tubercolosi" pianse ancora più forte stringendo la camicia nera della sua madrina a tal punto di rovinarla.

"Deve pur esserci un modo!" Jimin negò.

"Purtroppo la mia malattia non ha una cura, non è ancora stata scoperta una al momento. Non ho molto tempo e... Mi sono innamorato. Ho perso la testa per un uomo molto più grande con solo vederlo una volta, lo so che sembra una pazzia, un capriccio, ma io sono sicuro, ne sono certo, lui è il mio destinato. Il destino è stato crudele con me in questa vita, ho finalmente trovato la persona dei miei sogni e non potrò stare con lui per anni ed anni. Quanto tempo mi rimane? Un mese? Due? Non lo so, so solo che non è troppo. Il tempo a mia disposizione è contato, madrina. Ecco a cosa ho pensato quando ho deciso di andare via: se morirò, almeno per un'istante desidero provare come si sente essere un adulto. Amare qualcuno ed essere amato, svegliarsi la mattina con accanto la persona a cui hai promesso fedeltà ed amore eterno. Madrina, desidero tanto provare tutto ciò con quell'uomo che non mi importa se divento la pecora nera della famiglia, non mi interessa dover vivere negata dai miei genitori, forse quello che mi farà sentire male è non poter rivedere mia sorella, ma imparerò a vivere con ciò. Voglio solo trascorrere i miei ultimi momenti assieme all'alfa che la Luna mi ha dato, soltanto questo desidero. Vi prego, aiutatemi... aiutateci" singhiozzi rimasero bloccati nella sua gola, copriva la sua bocca con le mani cercando di essere silenzioso.

True Love - KV Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora