10 capitolo - ANNI PASSATI

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A questo punto cosa c'è da dire? Le cose non potevano andare meglio. La vita era diventata ancora più meravigliosa di quanto lo fosse già. Adesso c'era un reale motivo per urlare e saltare dalla gioia, fare cose folli e senza senso e non vivere solo passivamente. Hayley, per tutto questo tempo, se l'era vista scorrere accanto e non aveva minimamente provato a fermarla. Quella gli era scappata come acqua tra le dita. Olly era diventato il suo centro: l'universo, all'improvviso, TUTTO il suo universo, sembrava essersi concentrato su di lui, ruotava attorno a lui. La forza di gravità non la imbrigliava più al pianeta, adesso era Olly a tenerla ben salda al suolo. Questa alchimia, questa chimica, forte, tra loro li teneva prigionieri insieme, l'uno faceva un passo seguendo l'altro, e viceversa e poi ancora daccapo. Lei si muoveva e lui anche. I loro passi erano sincronizzati su quelli dell'altro, mai un passo indietro, mai uno troppo in avanti. Insieme, camminavano lungo quel sentiero che era stato tracciato per loro.

Quando erano ritornati a casa, dopo la giornata al mare, niente fu più lo stesso. Basta finzioni, scene, amicizie false e sentimenti repressi. Olly e Hayley si resero conto di non essere mai stati amici, mai, neanche per un secondo. Neanche all'inizio, quando i loro sguardi si erano incrociati e ancora non si conoscevano. Quando la vita di lui, da cantante, a volte frenetica e impegnativa, gli aveva impedito di passare del tempo con lei come avrebbe voluto, no, neanche in quel momento l'amicizia c'entrava. C'era stato sempre e solo l'amore. L'amore era l'unico colpevole di tutto quel tempo perso ma al tempo stesso guadagnato a conoscersi.

Aveva deciso di presentarsi così, mascherato, travestito da qualcos'altro e aveva riso nel vederli così sciocchi e ingenui, crederci. Ma sotto sotto c'era lui. E poi, quando aveva desiderato essere riconosciuto ed essere vissuto, come meritava davvero, si era tolto la maschera e si era mostrato in tutta la sua intensità, che lo rendeva quasi fragile.

Sulla porta di casa, si erano salutati con un bacio profondo e intenso. Non avrebbero mai voluto staccare le labbra. Olly le sorrise e la baciò di nuovo, lento, sfiorandole il naso con il suo, come gli eschimesi. Aveva appoggiato la fronte sulla sua e lei aveva chiuso gli occhi, appoggiando le mani sul suo petto e la maglietta, ancora umida, gli si era appiccicata addosso. Le aveva detto "ci sentiamo presto" e se n'era andato. Hayley era rimasto ad osservarlo salire in macchina dalla finestra della cucina.

I giorni passarono. Olly e Hayley si erano finalmente trovati. Nonostante i continui impegni del ragazzo, avevano passato così tanto tempo insieme da perdere il conto.

Mac, probabilmente, ebbe la reazione più spropositata: si portò le mani a coppa alla bocca e gridò come un ossessa, facendo volare via da un ramo di ciliegio una coppia di uccellini spaventati. Il frullare delle loro ali riecheggiò per qualche secondo.

Ai suoi, Stephanie e Luke, Hayley non l'aveva ancora detto. Si sentiva stringere lo stomaco dal nervosismo tutte le volte che ci pensava. Sua madre sarebbe passata dal rosso al verde peggio di un semaforo, gli occhi luccicanti e un sorriso enorme in faccia. L'avrebbe chiamata la "mia bambina" e avrebbe chiesto dettagli a non finire. Già se la immaginava, agitarsi sulla sedia. Suo padre, uomo per natura più tranquillo e razionale, si sarebbe limitato a sgranare gli occhi e fare una risatina, abbassando lo sguardo imbarazzato. Avrebbe chiesto anche lui i particolari di come era nata, ma più sporadicamente e senza la curiosità palpabile di Stephanie. Non c'erano abituati, questo era certo. In ventitré anni, non le era mai accaduto niente di particolare. Niente prime cotte, nessun innamoramento, niente baci, nulla. Nessuna rosa per San Valentino, neanche un cioccolatino, di quelli con bigliettino dentro, a mo' di biscotto cinese. Nessun primo appuntamento, niente prima volta. Alle volte, Hayley si sentiva un'estranea in questo e forse era proprio per quello che non era riuscita a trovare molti punti d'appoggio con le altre persone. Era un continuo fingere e fingere, e mentire di aver fatto chissà cosa e andare avanti. Hayley aveva saltato quelle tappe, importanti, forse, magari necessarie, nell'adolescenza ormai passata. Si era preclusa, non per sua volontà, tutte quelle esperienze che, diciamo, la maggior parte della gente fa entro i diciotto, diciannove anni.

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