5 capitolo - PRANZIAMO?

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Era quasi l'ora di pranzo quando Olly finì la sua esibizione, dopo un'ora e mezzo di scherzi e canzoni. Il pubblico strepitò e ci fu una standing ovation fantastica. Hayley rimase alzata, i piedi doloranti e le mani rosse a forza di batterle una contro l'altra. Si sentiva così fiera di lui.

«Grande, Olly!» strillò Mac accanto a lei, alzando i pugni. Anche Hayley urlò, ma la sua voce si confuse sopra quella delle altre.

Dopo un paio di inchini e tanti saluti, Olly scese dal palco e andò sul retro. "Sbrigati, sbrigati", si disse, togliendosi gli auricolari e il microfono attaccato ai jeans. Aveva in mente una certa idea, potenzialmente pericolosa e eccitante, che doveva assolutamente mettere in atto.

Adesso non poteva lasciarla andare via così, non in quel momento, non ora. Mai.

«Olly è andata alla grande! Il pubblico è in delirio» commentò Darren dandogli una pacca sulle spalle, dopo averlo raggiunto dal palco. John rise e si disse d'accordo anche lui.

«Che hai in mente?» indagò John, guardandolo attentamente.

Olly lo guardò e gli sorrise. Era il sorriso più grande e vero che gli avesse visto; gli si era formato nel modo più spontaneo e fluido sul volto.

«Vedrete» rispose il ragazzo con un sorriso ambiguo, togliendosi il cappellino. Si infilò le dita tra i capelli per sistemarsi il ciuffo, poi sbirciò fuori dal palco: i fan si stavano disperdendo, avevano capito che Olly non sarebbe uscito di nuovo per fare delle foto.

«Bene» mormorò lui, tenendo d'occhio Hayley che insieme all'amica era in piedi vicino a una panchina. Sembrava nervosa a vederla da lontano, come se si aspettasse qualcosa di cui non era sicura che sarebbe arrivata.

«Ma dove vai!» sibilò John quando vide Olly sfrecciare oltre il palco e oltrepassare un paio di alberi del parco. Col cuore a mille e la testa che gli girava vorticosamente, Olly le arrivò alla spalle, sorridendo all'amica che rimase come pietrificata.

Delicatamente, le appoggiò i palmi delle mani sugli occhi. La sentì sussultare.

«C-chi è?» balbettò lei «Mac, che diavolo fai?» La sua voce. Gli era mancata così tanto.

«Posso rubartela per un po'?» chiese il ragazzo mentre con la guancia le sfiorava i capelli. Sapevano di miele. Mac spalancò la bocca, stupefatta.

«I-io, sì, c-certo».

«Mac?» chiamò Hayley, preoccupata, il cuore che continuava a sbatterle nella gola. Aveva riconosciuto quella voce. La SUA voce. L'avrebbe riconosciuta ovunque.

Camminando dietro di lei e continuando a tenerle le mani sugli occhi, Olly la diresse sotto i rami di un albero vicino.

«Continua a camminare dritto, così» le suggerì e lei rispose un debole "okay".

Sotto i rami dell'albero, Olly lasciò scivolare via le mani. Hayley si voltò subito e sorrise, enormemente. Il suo cuore pianse di gioia.

«Ciao» disse Olly. Il sorriso di lui si allargò ancora di più quando gli occhi color cioccolato della ragazza incrociarono i suoi, più azzurri del mare. Così incompatibili, ma così uguali.

«Olly». La ragazza pronunciò il suo nome con un sussurro, come si gli mancasse il respiro, come se tirasse su la sua ancora di salvezza. Olly l'abbracciò un poco, senza forzature, ma capì che non ce n'era bisogno: lei gli si attaccò al petto, appoggiandoci la guancia.

Il cuore di Olly non capì più nulla: impazzì, semplicemente. Per un attimo gli mancò il respiro.

«La ragazza con gli occhi di cioccolato» disse e lei ridacchiò sommessamente. Si staccarono l'uno dall'altro, ma fu la cosa più dura che fecero in quel momento.

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