13 capitolo - ALLA LUCE DEL SOLE

36 4 0
                                    

«Beccati».

Olly dispiegò il quotidiano sul tavolo della cucina e una foto di loro due spiccò nitida in mezzo alle pagine grigie. Aveva fatto una rapida corsa sotto l'acquazzone che ora stava infuriando fuori, per recuperare il giornale lasciato dal postino. Si era inzuppato tutto. Aveva i capelli scuriti dalla pioggia, quasi marroni, e piccole gocce d'acqua glieli imperlavano uno a uno. Era così bello. Hayley desiderò baciarlo, lì, subito, sul ripiano della cucina e non staccarsi più. Represse l'istinto irrefrenabile per concentrarsi sulla foto sparata davanti agli occhi. Riconobbe il posto. Erano a una partita di tennis, a Wimbledon, pochi giorni prima di Capodanno. Era stata una partita emozionante: Hayley non si era mai intesa di sport ma quella partita l'aveva tenuta incollata fino alla fine. I giocatori sembravano disposti ad arrivare allo stremo, pur di non lasciare cadere la palla e rispedirla con un sibilo acuto nel campo avversario. Il pubblico era così in silenzio che si sentiva solo il battito pulsante e affaticato dei tennisti. Sbuffi misti a saliva gli uscivano dalle bocche tutte le volte che colpivano violentemente la palla.

Hayley, nella foto, era ripresa con lo sguardo fisso sul gioco, concentrata; Olly, invece, stava storcendo la bocca per un'azione sbagliata battuta da un giocatore. Probabilmente, un paparazzo si era appostato nell'ombra e dietro il silenzio di un clic. Clic. E la foto era mandata in stampa.

«Beh, almeno siamo fotogenici» aggiunse Olly, continuando a guardare la fotografia con un sorriso diverso, soddisfatto. Hayley tenne lo sguardo fisso sull'immagine, i colori sciolti che colavano come mascara. Si trovava veramente sul giornale. Era leggermente scioccata.

«Già». Olly le sollevò il mento con l'indice e fissò lo sguardo nel suo. Aveva un modo così diretto di entrarle negli occhi che tutte le volte le sobbalzava il cuore.

«Ehi, che c'è? Non volevi?» Sembrò preoccupato. Hayley scosse la testa, sorridendo. «Olly, sono solo un po' sorpresa, tutto qui»

Anche lui si sciolse in un sorriso, dopo un momento di tensione. «Non voglio nascondermi con te. Ma non voglio neanche trascinarti in mezzo a tutto questo, in questa vita frenetica. Io ci sono abituato. Perciò ti faccio delle scuse, a metà» sorrise nel dirlo. «Voglio che tu abbia una vita più normale possibile, senza intrusioni da parte di giornali».

Hayley si sentì punta nel vivo. «Non credi che potrei reggere? Se mi confrontassi con il tuo stile di vita?»

«Tesoro, certo che reggeresti. Scusami, forse mi sono espresso male» le disse avvolgendola in un abbraccio. Le baciò il collo, una tecnica per tranquillizzarla. «Volevo dire che quello in cui lavoro è un ambiente difficile e non tutti riescono a reggere la pressione e tutte quelle aspettative di cui ti caricano all'inizio. Riescono a renderti la vita un inferno e la tua privacy diventa anche la loro, quando hai un sacco di visibilità» spiegò continuando a baciarle il collo.

Hayley spense i bollori appena accesi e si rilassò contro di lui. «Se stai cercando di distrarmi, funziona». Olly ridacchiò sulla sua pelle.

«Io non ti lascerei mai cadere. Se tu cadessi, cadrei anch'io. Se tu cadessi non ci penserei due volte a raggiungerti dovunque tu sia» mormorò, con le labbra che ancora sfioravano la pelle di Hayley. Lei emise un gemito e lo guardò.

«Lo so. Accidenti, come siamo romantici, Olly»

«Mi piace essere romantico, soprattutto se ti rende felice».

«Comunque ho capito quello che volevi dirmi. Scusa se ho reagito così. Anch'io non voglio nascondermi. È la prima volta che mi sento come se nulla potesse andar male!»

Olly piegò la testa di lato, con un sorriso curioso sul volto. Faceva sempre così quando gli veniva in mente un'idea. «E se... Ti facessi conoscere i miei genitori?»

CioccolatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora