Olly camminava. Camminava per le strade della sua infanzia, nell'Essex, riconobbe il pub che era solito frequentare con gli amici, la sua vecchia scuola elementare, la biblioteca del paese e la casa dei suoi, la stessa in cui aveva abitato fino a qualche anno fa. Non seppe perché, ma doveva continuare a camminare e lo fece, il bavero del cappotto alzato mentre il vento gli frustava i capelli. Improvvisamente si ricordò che doveva tornare da Hayley, il bisogno era divenuto impellente. Così, tornò indietro fino alla casa dei suoi e la vide, sotto il portico di casa sua, seduta sui gradini e con la testa tra le mani. Perplesso, Olly puntò verso di lei e un fiotto di felicità lo riempì quando lei alzò il capo e, incrociando lo sguardo con il suo, sorrise. La ragazza fece per alzarsi e raggiungerlo, Olly quasi corse verso di lei, il bisogno di vederla acuito al massimo. Ma si sentì i piedi bloccati al cemento e, stupefatto, abbassò lo sguardo ritrovandosi nell'acqua fino al petto. Inorridito dalla situazione scalciò e provò a stare a galla, ma più si agitava e più l'acqua non assecondava i suoi movimenti. Olly si guardò attorno disperato e urlò il nome di Hayley. Questa volta i suoi occhi marroni non incrociarono i suoi: c'era solo un'immensa distesa d'acqua, come un oceano, e Olly non riusciva a nuotare. La chiamò ancora, Hayley, ancora e ancora ma da lei non ci fu risposta. Si dimenò come un forsennato nel tentativo di liberarsi della morsa dell'acqua e quando stava per perdere le speranze vide un puntino, proprio di fronte a lui, che si sbracciava per provare ad attirare la sua attenzione. Riconobbe il suo nome urlato anche a distanza di chissà quanti metri.
«Hayley! Sono io!» urlò disperato e al tempo stesso sollevato. «Non muoverti, arrivo!»
Provò a fare un paio di bracciate verso la sua direzione, desiderava disperatamente raggiungerla, ma si sentiva le braccia pesanti e le gambe ancora ferme, bloccate. Gridò di nuovo e anche Hayley si sbracciò di più. Anche lei gli urlò qualcosa.
Provò di nuovo e di nuovo fallì. Si arrabbiò, gridò, scalciò, imprecò, ma non servì a niente.
Galleggiava, e basta.
Olly si svegliò improvvisamente sentendo qualcuno che tirava la tenda della stanza e lasciò entrare il sole. Le lame di luce gli ferirono gli occhi e nascose il viso tra i capelli di Hayley.
Dio, era accanto a lui. Era qui. Cercò di calmare il battito del cuore.
«Svegli ragazzi, che è mattina! Olly, non sapevo che avresti dormito qui» esclamò la voce squillante di Mac, a braccia incrociate di fronte a loro. Li osservò per un attimo con uno sguardo interrogativo. Olly si guardò intorno, disorientato, e ancor più confuso nel vedere Hayley accoccolata a lui, una mano che stringeva un lembo della maglietta e l'espressione imbronciata. Mugolò piano, e si voltò su un fianco. Gli si era addormentato un braccio e delicatamente lo tolse da sotto il collo di Hayley.
«Ma che ci faccio qui» biascicò Olly con la voce impastata di sonno, stropicciandosi gli occhi.
Mac scoppiò a ridere.
«Ehi, bell'addormentato, non ti ricordi che ieri sei venuto a mangiare la pizza? Credevo te ne fossi andato da un bel po' d'ore, è una sorpresa trovarti qui Murs». Sembrò terribilemente imbarazzata quando pronunciò l'ultima frase.
Olly la guardò, curioso, mettendosi a sedere sul materasso e cercando di metterla a fuoco.
«Non abbiamo dormito insieme in quel senso, Mackie. Non preoccuparti, siamo amici» spiegò con un mezzo sorriso. Non la biasimò per averlo pensato, sarebbe venuto in mente a chiunque nel vederli abbracciati da addormentati.
Mac alzò gli occhi al cielo.
«Mackie... Okay, d'accordo. Ti prendo in parola» lo minacciò sorridendogli. Olly alzò le mani scoppiando a ridere, in segno di resa.
STAI LEGGENDO
Cioccolato
De TodoOlly Murs è un ragazzo come tanti. Ha 30 anni, una famiglia stupenda, un lavoro che lo soddisfa ogni giorno di più, la sua carriera di cantante ben avviata verso un'orizzonte che sembra promettere solo successi. Eppure, nel suo grande, sente che gli...