16 capitolo - IN ARRIVO

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Olly si trovava in studio. Lui e Matt, il chitarrista, finirono di strimpellare le ultime note di una potenziale nuova canzone. Il ragazzo si tolse le cuffie, con un sorriso esausto. Non era mai stato il miglior chitarrista del mondo ma il lavoro che faceva l'aveva costretto a imparare lo strumento e bisogna dire che se la cavava. Sapeva giusto suonare qualche accordo. Si lasciò cadere sul divanetto in pelle con la chitarra tra le braccia, pizzicandone gentilmente le corde. Osservò Harry, tutto intento a discutere con due tecnici del suono. Gli altri, -lo staff, John, Darren e i ragazzi della Modest,- stavano chiacchierando allegramente tra loro. Il brusio delle loro voci lo cullò, insieme alle dita che si muovevano lentamente sulle corde della chitarra. L'atmosfera non poteva non essere più rilassata: erano tutti così sereni e calmi, e le note scompagnate della sua chitarra inseguivano i loro discorsi e si mischiavano nell'aria. Ad occhi chiusi, assaporò il momento di relax di fine lavoro. Negli ultimi due giorni era passato a casa solo per dormire, svegliarsi e dirigersi di nuovo al lavoro, in studio e a fare interviste per emittenti importanti. Hayley, neanche a parlarne, non l'aveva vista e il pensiero lo logorava. L'aveva chiamata in tutto tre volte e gli era sembrata contenta. Gli era mancata così tanto. In questi giorni di superlavoro non aveva nemmeno avuto il tempo di pensare a lei ma la sua assenza l'aveva percepita chiaramente. Il pensiero del tour imminente gli riempì la testa e non poté non immaginarsi come sarebbe stato stare senza di lei per giorni e giorni.

«Olly» lo chiamò Harry avvicinandosi a lui con in mano una cartellina degli appunti. Gli rivolse un classico sguardo da manager impegnato. «Domani cominceremo a registrare il video del nuovo singolo perciò cominceremo ad allestire il set per le sette e quaranta. Tu fatti trovare lì alle otto» gli comunicò dando un'occhiata alla cartellina. «Hai già conosciuto la tua partner?» A quanto pareva la giornata di domani sarebbe trascorsa praticamente uguale a quella di oggi. E sarebbe passato un altro giorno in cui sarebbe stata la telefonata giornaliera l'unico mezzo di comunicazione tra lui e Hayley.

Distratto, Olly gli rispose: «Ella, mi pare. Thompson me l'ha fatta conoscere ieri». Thompson era l'altro suo manager addetto alle pubbliche relazioni, quali rapportarsi nel modo giusto con i media e i giornali più influenti, dargli un'ottima immagine sociale, e rispondere, per calmare le acque, in caso uscissero notizie compromettenti su di lui, cose così. Non era un lavoro facile ma Thompson lo svolgeva al meglio. «Anche questa è fatta» fece spuntando qualcosa dalla cima della sua cartellina. Poi alzò lo sguardo su di lui, gli occhi che gli brillavano come se gli avessero detto che il Natale arrivava in anticipo. «C'è un'altra notizia che devo darti» aggiunse, lo sguardo sempre più eccitato. Reagiva così solo quando erano in arrivo notizie ufficiali. Sempre più distratto e stanco, Olly appoggiò la chitarra contro la porta e tirò fuori il cellulare dalla tasca. Decise di spedirle un messaggino.

Ehi, Lee. Anche questa giornata è passata. Sono distrutto. E la giornata di domani si prospetta esattamente identica a questa. Mi dispiace. Non volevo ritrovarmi così presto ad affrontarlo. Magari quando finisco faccio un salto a casa tua. Ho voglia di baciarti fino a farti mancare il respiro. Mi manchi, ti amo. Olly xxx.

«Ragazzi, avvicinatevi! Ho una notizia» gridò Harry e la sua voce poderosa e squillante rimbombò nella stanza e nel corridoio. Lo staff, John, Darren e la band li guardarono incuriositi e si misero attorno a loro, aspettando. Il ragazzo si accigliò. «Olly, non è il momento di messaggiare, è importante» lo rimproverò Harry irritato. John scoppiò a ridere.

«Harry, dagli un po' di respiro! Magari stava parlando con la sua bella» fece bonariamente strizzandogli l'occhio, con una pacca amichevole sulla spalla. Olly sorrise e in quell'istante il suo iPhone tremò nella mano. Lo sbloccò e lesse il nuovo messaggio.

Ti fai troppi problemi! Smetti di pensare come potrei reagire io e resta concentrato! Se c'è qualcosa che mi dà fastidio te lo dirò, prometto. È il tuo lavoro Olly, non colpevolizzarti. È vero, anche tu mi sei mancato. Ma non preoccuparti. Ti aspetto dopo a casa. Ti amo anch'io.

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