3 capitolo - UN OCCASIONE

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Da quella notte, la più limpida dell'anno, Olly Murs e i suoi concerti andarono avanti, la vita di Hayley anche. Ma come dimenticare? La loro vita si era fermata quella notte, nell'istante esatto in cui i loro sguardi si erano incrociati. Entrambi erano rimasti indietro rispetto al mondo, loro due, piccole anime che si cercavano da troppo tempo e ritrovavano nell'altro la perfezione. Erano rimasti abbagliati da qualcosa di molto più grande di loro e non riuscivano a pensare ad altro che a quei brevissimi istanti, rimproverandosi cose non dette e pensieri taciuti. Volevano rivedersi, dovevano rivedersi anche solo per assicurarsi che non fosse stato solo un sogno. Quello successo tra loro andava oltre la loro volontà e capacità d'intendere, ma entrambi capirono che era una possibilità unica e che non potevano lasciarsi scappare.

Era stati lasciati indietro in modo che potessero incontrarsi ancora. E ancora e ancora.

In cuor suo, Olly sperava in un altro incontro casuale, imprevedibile. Lei l'aveva lasciato senza fiato. Hayley. Il suo nome gli sembrava già così familiare. Doveva rivederla a tutti i costi o sarebbe sicuramente impazzito; Darren e John non lo sopportavano più a forza di parlare di lei. Aveva chiamato addirittura Fay, sua sorella, dall'Essex per chiederle un parere femminile sulla situazione assurda che stava vivendo.

«Olly, non farti troppi problemi. La rincontrerai sicuramente».

«E se non accadesse?» domandò Olly giocherellando con il bottone sulla manica della camicia.

«Accadrà, se porti lei da te» rispose Fay con un sorriso, al di là della cornetta. Suo fratello era sempre un tenerone, anche se non lo dimostrava moltissimo.

«Poi non la conosci nemmeno, ci hai parlato mezza volta!»

«È questo il problema... È che... Mi ha fatto sin da subito una bella impressione». Bella impressione era l'eufemismo dell'anno, pensò Olly. Se si definisce bella impressione il fatto di aver smesso di cantare di fronte a centomila persone per una ragazza, allora chissà che sarebbe successo se si fosse innamorato di lei.

Fay rise.

«Ma non le hai chiesto il numero di cellulare? O almeno l'email».

Olly scosse la testa, ma poi si ricordò che sua sorella non poteva vederlo.

«No. Merda, che stupido». Si battè il palmo della mano sulla fronte e chiuse gli occhi per um attimo. Il suo viso sorridente gli apparve di nuovo di fronte a lui. Sapeva solo il suo nome, Hayley, il che non era molto visto chissà quante Hayley vivevano in Inghilterra o nelle vicinanze. Aveva avuto così tante possibilità di chiederle il numero e di sfoderare il "fascino dei Murs" o quel carisma che lo contraddistigue, eppure non l'aveva fatto. Quella ragazza l'aveva mandato proprio in pallone, direttamente su un altro pianeta da dove non avrebbe fatto più ritorno. Doveva avere più o meno ventidue o venticinque anni, e aveva il viso da bambina e gli occhi color del cioccolato. Sorrise senza che l'avesse comandato ai muscoli delle labbra.

Fay rise di nuovo, oggi era di buonumore. Sentire suo fratello le metteva sempre allegria.

«Ah, fratellino... Sembri un ragazzino alle prime armi».

«Lo so, forse ci sto solo pensando troppo». Ed entrambi scoppiarono a ridere. Per un po' riuscì a non pensare ad Hayley, anche se fu solo per poco.

«Tu come stai? E Louie? Mi manca quel piccoletto» disse il ragazzo con un sorriso, pensando a quel nipotino biondo, che pareva la sua fotocopia.

«Tutto okay, anche mamma e papà stanno bene...»

«Sì, li ho chiamati ieri» l'interruppe Olly.

«... Louie con l'asilo tutto a posto, si trova bene coi compagni. Le maestre dicono che è un intrattenitore nato e non fa altro che parlare dello zio Olly» disse Fay e anche Olly si unì alla sua risata.

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