17 capitolo - NOVITÀ

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«Dai, Olly, siamo arrivati» fece Hayley parcheggiando di fronte al suo appartamento. Scese dall'auto e aprì la portiera di Olly, prendendolo senza tante cerimonie da sotto il braccio. Mezzo addormentato, si stupì di ritrovarsi improvvisamente in piedi. «Andiamo» disse di nuovo la ragazza passandosi il braccio di lui attorno al collo. Superato l'insidioso vialetto e i possibili pericoli che potevano costituire per uno leggermente ubriaco, Hayley aprì la porta e con uno scatto accese la luce. Il suo profumo familiare le invase le narici e sorrise, sebbene stesse sorreggendo il suo proprietario in uno stato pietoso. Lo portò in camera da letto e lo fece sedere sul materasso. «Amore, come ti senti?» sussurrò preoccupata, prendendogli il viso tra le mani. Scottava come se avesse afferrato delle braci ardenti. Olly la guardò e tra i fumi della sua mente si rese conto che lei non l'aveva mai chiamato amore. Le premette le labbra sulle sue, afferrandola dietro la schiena. «Grazie» le disse staccandosi, non del tutto cosciente, né sobrio. «Non ho ancora fatto nulla!» esclamò stupita lei. «E comunque sono ancora arrabbiata con te. Sei tornato a casa ubriaco! Cosa pensi che dovrei fare?» Era esasperata ora. Olly pensò che il discorso era troppo lungo per articolarlo bene; riuscì a capire soltanto le parole "arrabbiata" e "ubriaco". Si prese la testa tra le mani, doleva ancora. L'aspirina non stava facendo effetto o forse non era entrata ancora bene in circolo. «Scusa».

Hayley strinse le labbra. Voleva sapere perché e, -oh sì-, gliel'avrebbe chiesto presto ma non quella sera. Stava troppo male per dirle anche solo mezza frase e probabilmente aveva la febbre alta. Sospirò e domandò: «Vuoi qualcosa da bere? Un bicchier d'acqua?» Olly annuì e Hayley si diresse in cucina per riempirgliene uno. Lui bevve come un bambino assetato, passandosi il dorso della mano sulla bocca. Hayley l'aiutò poi a spogliarsi, lasciandogli piccoli baci sul petto e tante carezze. Forse furono proprio quelle a farlo stare meglio. Ne aveva disperatamente bisogno. «Adesso ti misuro la febbre» lo informò Hayley sorridendogli dolcemente. Frugò nel cassettone vicino alla porta e, trovato il termometro, glielo infilò sotto l'ascella. Olly cercò di appoggiarsi alla bell'e meglio alla testata del letto e le rivolse un sorriso sghembo. Hayley gli sorrise e anche Olly ridacchiò. «Vieni qui» disse afferrandola con un braccio per i fianchi e attirandola a sé. Hayley grugnì qualcosa come «Attento al termometro» e si lasciò cullare sul suo petto caldo. Lui le baciò la fronte, le labbra bollenti. Sentì di non meritare una così premura dopo esser tornato a casa in quelle condizioni. Hayley sospirò, togliendogli il termometro e guardando la temperatura. Sussultò, sgranando gli occhi: trentanove pari. «Hai la febbre altissima Olly» esclamò saltando giù dal letto. Schizzò in bagno per bagnargli un panno di acqua fredda. Tornata in camera, lo trovò in dormiveglia. «Ecco» disse, più a sé stessa, appoggiandogli il panno freddo sulla fronte. Sperò che gli desse sollievo. Si morse il labbro: era preoccupatissima. Non aveva idea di che fare in quei casi. Il panno bagnato l'aveva visto in televisione. Ma poi? Pensò di chiamare il dottore ma a quell'ora nello studio non doveva più esserci nessuno. Si ricordò di una medicina contro la febbre alta che sua madre le somministrava da piccola. Per un attimo, il sapore dolciastro e nauseabondo lo percepì sulla punta della lingua. Andò in cucina e cercò freneticamente tra i medicinali di Olly. "Sì!" esclamò tra se e se quando trovò la scatola rosa e bianca. Un fiotto di sollievo la invase come calore. Per fortuna Olly era stato previdente. Corse di nuovo in camera e versò un po' della medicina viscosa nel bicchierino di plastica. Olly aprì gli occhi e le rivolse uno sguardo interrogativo. «Sciroppo» rispose Hayley sorridendogli e avvicinandoglielo alla bocca. «Mmh» borbottò lui, disgustato, ma lo prese e lo bevve tutto d'un sorso. Storse la bocca. Hayley gli sistemò il panno, facendolo scorrere sul suo collo e sulle guance. «Meglio?» Olly le rivolse uno sguardo dolcissimo e ubriaco. «Sì, meglio». Beh, era venuto il momento di dormire, per quanto fosse stato possibile. Hayley cercò nell'armadio una T-shirt di Olly e si tolse i propri vestiti. Olly, malgrado febbricitante, la guardò con la coda nell'occhio. Se la godette tutta. Si compiacque che i fumi dell'alcol non alterassero la sua capacità di giudizio. Era bellissima. Con le sue spalle esili, i fianchi, la linea delle gambe, il rigonfiamento del seno. Ed era sua. Hayley sentì lo sguardo perforante di Olly sulla nuca e un brivido di piacere le invase le membra. «Forse non sei così malato come sembra» fece sarcastica, concedendogli uno scorcio di lei mentre si infilava la sua maglietta. Olly deglutì rumorosamente ripensando alla notte che avevano passato insieme. A quando lui le aveva appoggiato le mani sui fianchi e lei era arrossita vedendo il suo sguardo venerante di Olly sul suo corpo. Ridacchiò, alla sua battuta. Era davvero bellissima. E non lo sapeva.

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