6 capitolo - LORO NON SANNO QUANTO SEI SPECIALE

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«Che ne dici se andassimo a fare una passeggiata?» propose allegramente Olly, dopo che ebbero divorato tutto il cibo presente sul tavolo.

«Bella idea» rispose Hayley leccandosi le dita ma, imbarazzata dalla sua espressione divertita, smise. Dopo aver seguito quel gesto tremendamente dolce e sexy, Olly lasciò che il so sguardo vagasse su di lei e seguisse i movimenti nervosi delle sue mani, e di come quel rossore, che ormai conosceva, le imporporava le guance.

Sentendosi addosso lo sguardo intenso di Olly, Hayley avvampò ancora di più. I suoi occhi azzurri la mandavano sottosopra, completamente: si ripromise di non guardarli ma fallì miseramente. Lentamente, alzò lo sguardo dal piatto fino alle iridi del ragazzo, accarezzando con il suo il profilo della guancia, con un filo di barba, come piaceva a lei. Quando si incontrarono, Olly sorrise, come per incoraggiarla a farlo di nuovo. Hayley si rimproverò della sua debole volontà, perché quando si trattava di guardarlo perdeva totalmente la bussola, il suo cervello impazziva insieme al cuore. Era una situazione esasperante.

Alla fine tossicchiò e si alzò dalla tavola una volta per tutte. Non sarebbe riuscita a sostenere quegli occhi azzurri un minuto di più, erano troppo intensi.

Uno accanto all'altro si diressero alla cassa e Olly tirò fuori il portafoglio, con l'evidente intenzione di pagare per entrambi. Anche Hayley, soprappensiero, tirò fuori il suo, convinta che dovesse pagarsi almeno la sua parte, ma Olly le bloccò la mano. Dio, quella ragazza aveva la pelle più liscia del mondo.

«Ehi,» le fece Olly «niente soldi, pago io. Altrimenti che cavolo di gentiluomo sarei se facessi pagare una donna?» Hayley scoppiò in una risata squillante, lusingata dal complimento.

Salutarono il proprietario del locale, un uomo pasciuto, di nome Jerry, che salutò gioviale Olly come un vecchio amico. La porta si aprì con un tintinnio e il contrasto fra il tepore del piccolo pub e l'aria ormai quasi invernale fu netto.

I due ragazzi notarono inoltre che il tempo, fino a poco prima soleggiato, si era notevolmente scurito. Nuvole grigie e pesanti vorticarono lente in un cielo bianco latte; e non prometteva bene. Le spalle di Olly si afflosciarono dal dispiacere, avrebbe tanto voluto portarla a fare una passeggiata... E adesso erano costretti a separarsi dopo un misero pranzo durato una sessantina di minuti, forse meno. Il tempo era volato e lui ne desiderava disperatamente altro.

Voleva spingere il tasto replay e rivivere tutto daccapo e, al tempo stesso, continuare a conoscerla vivendo il futuro. Riportarla indietro, a casa, avrebbe significato la fine di tutto. La fine di tutta quella ipotetica situazione. Chissà quando si sarebbero rivisti, con gli impegni di lui e l'università di lei.

Quella differenza tra loro, quel loro essere su due piani completamente differenti, la sentì, forte e chiaro, ma non volle demordere. Doveva darsi la possibilità di essere felice.

«Tra poco verrà un bell'acquazzone» commentò Hayley con la testa inclinata, volta a guardare il cielo, interrompendo il flusso dei pensieri di Olly.

«Già, purtroppo... A questo punto è meglio se ti riaccompagno a casa. Se pioverà non ha senso».

Hayley si voltò verso di lui con un sorriso ottimista.

«No, perché? Tecnicamente, non sta ancora piovendo» osservò lei, sorridendo di più. «Andiamo lo stesso»

«Sicura?» Il cuore gli capitolò. La linea dritta delle labbra si curvò. Gli occhi brillarono e il mare che racchiudevano dentro ondeggiò, come in tempesta.

Hayley gli toccò piano la mano, titubante. Olly la guardò, quella mano piccola che toccava a malapena la sua, e l'afferrò deciso.

«Se incomincerà a piovere ci ripareremo sotto qualcosa, giusto?»

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