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<Okay allora, se non vi dispiace, dato che abbiamo finito, noi due andiamo in camera> Disse Dylan alzandosi, mi girai dalla sua parte e lo guardai confusa, lui mi fece segno di venire e iniziò a camminare <Grazie mille è stato tutto buonissimo> Dissi alzandomi anche io <Mamma abbiamo trovato qualcuno che apprezza la tua cucina> Disse Julia e in cambio le diede un pugnetto affettuoso, mi girai ed inziai ad andare da Dylan, entrai dentro camera sua e chiusi la porta alle spalle <Che stai facendo?> Chiesi <Avevo bisogno di parlare okay?> Disse lui cercando di convincermi <Cosa ce da dire?> Chiesi io ancora vicino alla porta ormai chiusa <Ti devo delle spiegazioni> Disse avvicinandosi a me <Oh dai Dylan sono tutte stronzate lo sai anche te> Dissi girandomi per volermene andare ma i miei polsi vennero legati dalle mani di Dylan e messi alla porta facendomi appoggiare anche la schiena, eravamo fin troppo vicini e la mia voglia di buttarmi sulle sue labbra non mancava <Ascoltami un attimo> Disse ma in quel momento non riuscivo a sentire più niente, solo la voglia che si stava ampliando a ogni suo respiro che accarezzava la mia pelle, i suoi occhi penetrano nella mia anima facendomi dimenticare tutto il dolore che mi aveva procurato, era come una calamita e non sarei riuscita a resistere ancora per molto, era troppo vicino a me, sentire i nostri fiati unirsi e i miei polsi bloccati dalle sue mani non faceva altro che eccitarmi, così che i miei ormoni diventarono più forti di tutte le altre emozioni, di colpo avanzai con la testa distruggendo le distanze tra noi, rimase un attimo perplesso ma non ci volle molto a ricambiare il bacio con la lingua, entrambi eravamo affamati dell'altro e non saremo riusciti a fermarci.

(⚠️ATTENZIONE: Scena spinta⚠️)

Si staccò dalla porta per andare verso il letto e mi ci buttò senza mai staccare le nostre labbra, i nostri respiri pesanti si facevano già sentire e non appena misi la mia coscia in mezzo alle sue gambe non potevo che sentire il gonfiore da sua intimità, questo gesto le fece uscire un piccolo gemito che mi fece eccitare ancora più <Dy- Dylan> Carcai di dire col fiato corto, si fermò e mi guardò negli occhi <Ti voglio> sussurrai facendole quasi esplodere il pantalone dal gonfiore, non se lo fece ripetere due volte che iniziò a baciarmi tutta la mandibola fino a scendere nel collo, mordicchiò qualche parte facendomi uscire un gemito, scese sempre di più fino ad arrivare all'inizio del mio vestito, tornò dalle mie labbra e ricominciò a baciarmi, nel mentre le sue mani finirono sul mio interno coscia sotto il vestito, fino a salire dalle mie mutande iniziando a fare movimenti circolatori con un dito, gemetti sulle sue labbra nuovamente fino a che non iniziò ad andare su e giù, cosa che mi fece andare di matto, scese con la testa e, al livello della mia intimità, mi alzò il vestito e mi tolse le mutande, di seguito si avvicinò e iniziò a infastidirla con la lingua <Dy-Dylan...> Cercai di dire <Mi... mi vuoi morta...> Dissi, lui ritornò all'altezza della mia testa divertito <Quindi... mi vuoi?> Chiese con voce roca e io annuì, di seguito fece entrare due dita dentro di me facendomi scappare un altro gemito, iniziò a farlo uscire ed entrare costringendomi a mettermi una mano sulla bocca per non farci sentire, iniziò a prendere velocità facendomi ansimare sempre di più, inarcai la schiena e non appena vennè tolse le dita portandosele alla bocca <Ora stai meglio?> sussurrò e io annuì col fiato corto, non riuscivo a emettere ancora parola, mi sentivo rilassata e i muscoli avevano ormai cessato di essere tesi.

***
La luce che penetrava dalle finestre arrivò fino ai miei occhi facendoli aprire, mi guardai intorno cercando di realizzare cosa fosse successo e solo ora mi ricordai...

CHE CAZZO HO FATTO! Sono stupidaa!!! No ho fatto una cazzata, dopo quel che mi ha fatto mi sono lasciata andare così facilmente?!

Nella mia testa continuavo solo a insultarmi, mi girai di poco per notare che Dylan mi stava abbracciando, mi allungai per prendere il telefono e notai l'ora: 9:00.... <CAZZO SCUOLA> Urlai alzandomi di colpo <Il prof mi ammazzerà> Dissi, mi buttai giù dal letto ma qualcosa cosa non andava <Non posso andare a scuola vestita così!> Continuavo a disperarmi <Hey Ludo tranquilla ti do le mie cose> Disse alzandosi anche lui <Non so se hai notato ma abbiamo taglie leggermente diverse> Dissi scazzata inziandomi ad alterare <Hey calma... ora sistemiamo tutto...> Cercò di calmarmi ma io non ci capivo più niente, ero incazzata di quel che avevo fatto la notte prima e ora farò pure tardi a scuola così che pure mia madre mi ammazzerà <Si sicuramente tu riuscirai a sistemare> Dissi <Ma che ti prende?> Chiese aggrottando le sopracciglia <Mi prende che ho fatto una cazzata!> Quasi urlai dirigendomi in bagno <Pensavo fossi stata bene ieri sera> Disse seguendomi, mi fermai di colpo girandomi dalla sua parte <Questo non vuol dire aver fatto la cosa giusta> Dissi per poi ricominciare a camminare <Quindi basta? Tra noi... dico...>
<Lo sai anche te Dylan... quel che hai fatto>
<Ma non mi hai neanche lasciato spiegare!>
<Sei tu che ieri ti sei fermato a parlare!>
<Io?! Mi sei saltata addosso!>
Stavo per avere una crisi di nervi <Puoi perfavore darmi qualcosa invece di continuare a rincorrermi!> Dissi ormai al limite della pazienza, mi passò dei pantaloni che stranamente erano della mia taglia e una maglietta larga <E questi? Dove li hai presi> Chiesi confusa <Non so se ti ricordi ma quando siamo corsi a casa mia con la pioggia hai lasciato qua la tua roba> Disse abbassando i toni <Si...> mi limitai a rispondere, mi ricordavo quando eravamo solo agli inizi e tra noi andava magnificamente bene <E per la precisione... farai tardi a lavoro> gli ricordai, annuì e andò verso la camera a prepararsi.

Stavo per uscire di casa <Ludo aspetta> Disse Dylan, ormai la sua voce era impossibile non riconoscerla <Ti accompagnò io>
<No Dylan vado a piedi>
<Dai ci mettiamo molto di meno>
<Dylan hai già fatto abbastanza>
<Ti sto chiedendo se posso accompagnarti, tanto sono di passaggio>
<Okay ma solo per quello, non per altro> Dissi come ultimo uscendo dalla porta seguita da lui, salimmo subito sull'auto in silenzio e per tutto il viaggio non si sentì volare una mosca.

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you are everything I wanted || Dylan Obrien ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora