Capitolo 6 - Wesley

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"Bene, ragazzi, per la prossima settimana vi assegnerò un compito sull'età vittoriana. Deve essere lungo almeno tre pagine. Scrivete tutto quello che riuscite a trovare e, per favore, evitate i copia ed incolla da internet. Fate un salto in biblioteca piuttosto. Okay?"

Nell'aula si sollevò un brontolio di assenso. Se si evitava di soffermarsi sulla loro espressione perennemente insofferente ed annoiata, quegli studenti poco più che diciassettenni non erano tanto male. La maggior parte di loro era sveglia e aveva notato con piacere come durante le sue lezioni prendessero appunti. Gli appunti, se scritti bene, semplificavano di molto lo studio. 

Attese che tutti gli studenti fossero usciti dall'aula, salutandoli; poi, mise in ordine il suo materiale scolastico e si avviò verso l'aula professori per la pausa pranzo. Cercò con lo sguardo Sabrina e, appena la vide, si avvicinò a lei, regalandole un sorriso cordiale.

"Pranziamo insieme?" le chiese.
Sabrina ricambiò il sorriso. "Oh, sì, sto morendo di fame."
Fianco a fianco, si avviarono verso l'atrio dell'istituto. Era una bella giornata, perfetta per mangiare all'aria aperta.

Si sedettero ad un tavolo nell'area riservata ai professori ed entrambi cacciarono dalle loro borse un contenitore con il pranzo e una bottiglia d'acqua presa al distributore.

"Allora, cosa mi racconti di bello? È andata bene la giornata?" gli chiese Sabrina.
Wesley annuì. "Sì, mi trovo bene qui. Ho dei bravi studenti. Non posso lamentarmi."
Sabrina annuì, poi si fece di colpo seria. "Senti, Wesley, non penso di essermi ancora scusata abbastanza per il comportamento di Simon al pranzo della settimana scorsa. Solitamente, non è così tanto sfacciato."

Solo sentendo il nome di quel ragazzino, a cui Wesley non aveva per niente pensato dopo il pranzo a casa di Sabrina - assolutamente, non aveva pensato a lui nemmeno per un istante -, gli si drizzarono i capelli sulla nuca.

Per quale bislacco motivo gli facesse un simile effetto, ancora non lo aveva compreso e, forse, non voleva nemmeno capirlo perché un ventiduenne non poteva avere tutto quell'ascendente su di lui.

"Invece, ti sei scusata a sufficienza, Sabri. In fin dei conti, non ha fatto nulla di grave."
"No, ma ti ha dato fastidio."

Leggermente.

"Sono abituato ad avere a che fare con i ragazzi, tranquilla."

Sì, ma non sei mai stato attratto da nessuno dei ragazzini con cui hai avuto contatto, lo rimbeccò quell'indisponente della sua coscienza.

Wesley non era attratto da Simon. Per niente.

Sabrina sospirò. "Bene, perché domenica è il mio compleanno e vorrei invitarti nuovamente a pranzo. Sempre se non sei impegnato."

Wesley le sorrise. "Non sono impegnato. Qui non conosco ancora tanta gente e sono felicissimo di venire al tuo compleanno. Posso chiederti quanti anni compirai o mi propinerai la solita storiella che alle donne non si domanda mai l'età?"

Sabrina ridacchiò. "Ne compirò trentadue."
Wesley quasi si fece andare di traverso il riso che stava mangiando. "Cosa? Ma sembri appena uscita dall'Università!"

Sabrina sogghignò e si portò un paio di ciocche di capelli castani dietro le orecchie. "Beh, grazie. Lo stesso vale per te, che sembri uscito da una rivista di moda. Ho notato come ti fissano le tue alunne e anche qualche docente."

Wesley era abituato ai complimenti rivolti al suo aspetto fisico. Era onesto con sé stesso e sapeva di essere un bell'uomo. Gli piaceva esserlo. Il suo carattere spinoso, però, lo penalizzava nei rapporti interpersonali.

Grazie per il cocktail  (Red Moon Saga 1) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora