Appena le porte dell'ascensore si aprirono, Wesley vide un uomo in completo blu notte, con cravatta bordeaux, ai piedi scarpe lucide in pelle italiana, capelli corvini perfettamente acconciati all'indietro, occhiali Ray-Ban neri sul naso e l'aria da bastardo altezzoso, che controllava qualcosa sul suo iPhone.
Doveva aver sentito subito la presenza del professore perché appena uscì dall'ascensore girò il capo verso di lui, bloccò lo schermo del cellulare e se lo infilò in tasca.
"Ciao, Wesley," lo salutò.
Wesley trattene a stento una smorfia perché udire il suo tono di voce da avvocato convinto di avere ai propri piedi tutto il mondo gli provocò un profondo fastidio.
"Ciao, Stephan. Pochi convenevoli e dimmi subito a cosa devo la tua presenza," replicò Wesley, andandosi a posizionare ad almeno tre metri di distanza dal suo ex dato che aveva sempre più voglia di picchiarlo.
Stephan sogghignò. "Non mi fai salire? Dobbiamo parlare qui?"
"Poco più avanti c'è uno Starbucks. Possiamo andare a parlare lì... qualsiasi cosa tu voglia dirmi."Il sogghigno di Stephan si allargò. "Hai paura di farmi vedere il tuo nuovo appartamento?"
Wesley scosse il capo. "No, non voglio proprio vederti dentro al mio nuovo appartamento."Stephan fece spallucce, come se non gliene fregasse nulla, e sicuramente era così perché a Stephan importava solo di sé stesso.
Percorsero il tragitto a piedi fino alla caffetteria in completo silenzio, attesero le loro ordinazioni in silenzio, poi si sedettero al primo tavolino libero.
"Dunque," enunciò Stephan, dopo aver preso un sorso del suo cappuccino, peccato non gli fosse andato di traverso.
Si era tolto gli occhiali da sole e Wesley notò come lo sguardo scuro di Stephan fosse diverso da quello luminoso di Simon.
Simon aveva gli occhi grigi e grandi che brillavano di gioia, Stephan li aveva quasi neri, pieni di egocentrismo e vanità.
Il suo ex adorava follemente quando qualcuno provava ammirazione o invidia verso lui. Ci si faceva il bagno in quei sentimenti.
Simon e Stephan erano decisamente agli antipodi. Come aveva fatto a stare con un uomo così vuoto come lui per tre anni, Wesley ancora non lo aveva capito. Ma poco importava ormai, con Simon era felice come non lo era mai stato.
"Mi dovresti fare un favore," continuò a dire.
Wesley lo guardò, inarcando un sopracciglio. "Ah, sì? Ti sei fatto tre ore di auto per venirmi a chiedere un favore? Potevi dirmelo per telefono."Stephan prese un altro sorso di bevanda dal suo bicchiere. "Te l'ho detto che sono qui per lavoro e ho avuto la conferma che se ti avessi chiesto qualcosa per telefono non mi avresti risposto. Ho preso due piccioni con una fava, venendo qui a Rockford."
Wesley incrociò le dita attorno al suo caffè e guardò Stephan con improvvisa curiosità. Sì, era curioso di sapere quale favore volesse chiedergli.
"Sono tutto orecchie, adesso, Stephan. Fammi sentire quale favore dovrei farti."
Certo che aveva proprio la faccia come il sedere di una scimmia. Dopo avergli messo una costellazione di corna in testa, aveva avuto anche il coraggio di venirgli a chiedere una cortesia. Ma da Stephan ci si doveva aspettare quello ed altro.
"Mia sorella si sposa tra due settimane. Mi dovresti fare da accompagnatore al suo matrimonio."
Wesley guardò Stephan, sbattendo ripetutamente le palpebre. Stephan guardò Wesley continuando a sorseggiare il suo cappuccino al latte di soia con tutta la tranquillità di questo mondo.
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Grazie per il cocktail (Red Moon Saga 1)
Chick-LitTUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI. Opera coperta da marcatura Patamu © Simon, dopo essere stato cacciato di casa a quindici anni dalla sua famiglia perché lo scoprirono a baciare un suo compagno di classe, ha vissuto per cinque anni con sua zia. A ve...