Capitolo 17 - Simon

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Simon, in quel preciso istante, aveva la percezione di stare assaporando un pezzetto di Paradiso.

Il suo cervello sgombero da qualsiasi pensiero negativo e l'assuefazione che gli provocava il buon sesso, che gli invadeva il sangue e gli riscaldava la pelle, lo faceva sentire come se stesse fluttuando su una nuvola.

Gli mancava solo il suono delle trombe degli angeli nelle orecchie, ma preferiva indubbiamente ascoltare i gemiti e i mugolii di piacere di Wesley. Quelli sì, che erano musica per le orecchie di Simon.

Finalmente, aveva l'uomo per cui era letteralmente uscito fuori di testa e per cui aveva impiegato più tempo per conquistare. Wesley era bloccato, alla sua completa mercé e con il corpo tremante per l'eccitazione che Simon stesso gli stava facendo provare.

Se proprio doveva essere onesto con sé stesso, non era proprio convintissimo di averlo conquistato, facendogli comprendere che per quanto fosse un'amante del sesso, anche praticato con più uomini insieme, con Wesley aveva intenzioni serie.

Lui stesso non riusciva ancora a credere di voler mettere la testa a posto per un uomo. Però, da quando aveva incontrato Wesley qualcosa dentro di sé era cambiata radicalmente. Era diventato geloso, possessivo e leggermente maniaco.

Ma obiettivamente, Wesley era sexy come l'incarnazione del peccato, intelligente e con la lingua affilata. In tutti i sensi. Il professore sapeva usare quell'appendice sia per sputare fuori rispostine argute sia per baciare. Con il tempo, Simon avrebbe scoperto se avesse saputo usarla anche in altri modi.

Tempo al tempo, Simon.

In quel momento, preferiva, però, usare la sua di lingua e la sua di bocca per compiacere il suo uomo. Perché Wesley era il suo uomo e se avesse anche solo provato a contestarlo quel professorino snob si sarebbe ritrovato con tutte le sue bella camice distrutte.

"Simon..." sospirò Wesley.
Lui alzò gli occhi e si beò della visione che gli si parava davanti in tutta la sua gloria.

Wesley aveva buttato la testa all'indietro, i lunghi capelli sparpagliati sul cuscino, i tendini del collo tesi e la pelle sudata e arrossata.

Semplicemente perfetto.

Simon continuò a dargli piacere, il sapore del sesso di Wesley gli stava dando alla testa, come se fosse sotto l'effetto di una qualche droga.

L'uomo gli infilò le dita tra i capelli e strinse fino a procurargli delle piccole stilettate di dolore, come se tanti spilli gli stessero punzecchiando il cuoio capelluto, poi l'uccello gli colpì la gola.

Simon mugolò e roteò gli occhi all'indietro perché un po' di dolore inflitto quando faceva sesso gli era sempre piaciuto.

"Simon... ci sono... quasi..." ansimò Wesley e Simon decise di impegnarsi ancora di più per donare all'uomo il miglior orgasmo che avesse mai avuto in vita sua.

L'uccello di Simon, intanto, stava cercando di attirare come meglio poteva la sua attenzione perché proprio non ce la faceva più di restare recluso sotto due strati di stoffa.

Si staccò con uno schiocco umido e sentì Wesley gemere di scontentezza.
Simon lo sguardò. Una leggera spruzzata di peli castani gli ricopriva il petto, non aveva la tartaruga definita, ma era messo comunque bene perché il suo fisico era asciutto, senza un filo di grasso. Si vedeva che il professore era attento alla linea.

Wesley si afferrò l'uccello con una mano e lo vide stringersi la base di esso. Mugolò.
"Quell'orgasmo è mio, prof," disse a Wesley con voce arrochita.
Simon in cinque secondi netti scese dal letto, si spogliò e andò a stendersi nuovamente sul corpo di Wesley.

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