"Io credo che per fare dei semplici Brownies serva un decimo delle cose che hai acquistato. Hai svaligiato il Walmart."
Simon spingeva il carrello all'uscita del supermercato, di fianco a lui camminava il professore ed erano diretti alla sua auto per caricare l'abbondante spesa appena fatta.
"Lo so, ho esagerato, ma dovevo fare anche la spesa per casa visto che, se dovesse dipendere da Bran, dovremmo sopravvivere mangiando pizza e bevendo birra o Sprite," replicò Simon.
Wesley lo guardò ed alzò gli occhi al cielo. Simon ridacchiò, consapevole del fatto che il professore non avrebbe mai tollerato Bran.
Soprattutto, non dopo aver speso per colpa sua una cifra esorbitante dal gommista per farsi sostituire tutti e quattro gli pneumatici alla sua costosa Audi da riccone.
Simon aveva adorato fare la spesa con Wesley, era una cosa stupida e non glielo avrebbe mai confessato, ma lo aveva messo di buon umore compiere un gesto così semplice insieme al suo ragazzo.
Facendo la spesa insieme, aveva scoperto informazioni nuove sul professore: non gli piacevano i peperoni perché non li digeriva, odiava con tutto il cuore gli avocado perché li trovava mollicci e aveva un debole per le caramelle frizzanti a forma di coccodrillo, ma evitava di mangiarle perché erano piene di zuccheri. Simon le aveva comprate, due pacchi, solo per irritarlo e per vederlo sorridere un attimo dopo.
Era talmente innamorato di quell'uomo che provava vergogna per sé stesso certe volte.
Erano quasi arrivati in prossimità della macchina di Wesley quando Simon vide uscire da un'auto familiare qualcuno che gli sbriciolò in un attimo il buon umore avuto fino ad un momento prima.
Era vero che le madri possedevano dei super poteri inquietanti, anche quelle bastarde come la madre di Simon, perché Laura Miller, come se avesse percepito la presenza della sua progenie, ruotò il capo verso il figlio e i loro sguardi si incrociarono.
Anche la nonna compì lo stesso gesto e Simon si ritrovò a guardare due delle tre persone che odiava di più al mondo.
"Porca puttana," borbottò a denti stretti.
Wesley lo guardò stranito. "Cosa c'è, Simon?"
Simon gli rispose senza guardarlo negli occhi. "Stai per conoscere la parte migliore della mia famiglia," gli disse, osservando Arpia Senior e Arpia Junior avvicinarsi a Simon perché figurarsi se quelle due avrebbero fatto finta di non vederlo come spesso era capitato con suo padre in quegli anni."Cosa stai dicendo..."
"Simon!"
Wesley spostò lo sguardo sulle due donne e aggrottò immediatamente la fronte.Simon irrigidì le mascelle e digrignò i denti. Sentì la bile ribollirgli nello stomaco assieme ai succhi gastrici.
"Non ci saluti nemmeno?" gli disse sua nonna.
Che faccia tosta che aveva quella donna. Più tosta della figlia maggiore.
"Non sono abituato a salutare persone verso cui non provo stima," ribatté Simon, stringendo le mani in due pugni serrati.
"Non dire sciocchezze, Simon. Siamo la tua famiglia e devi salutarci. Lo so che è dura essere educati dopo che hai vissuto tanti anni con tua zia ed avere intrapreso uno stile di vita discutibile. Noto che non hai perso l'abitudine di truccarti gli occhi come le donne," parlò sua madre con voce carica di veleno come sempre.
Simon prese un profondo respiro, i nervi delle spalle che gli divennero di granito. "Annie, Sabrina e nonno Jake sono la mia famiglia. E sì, mi trucco ancora gli occhi perché certe mattine quando mi sveglio non mi ricordo se sono uomo o donna, ma nel dubbio un po' di matita me la metto sempre. Adesso, non potete capire quanto mi dispiaccia lasciarvi, ma ci si scongelano i surgelati se non ci sbrighiamo a tornare a casa. Andiamo, Wes."
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Grazie per il cocktail (Red Moon Saga 1)
ChickLitTUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI. Opera coperta da marcatura Patamu © Simon, dopo essere stato cacciato di casa a quindici anni dalla sua famiglia perché lo scoprirono a baciare un suo compagno di classe, ha vissuto per cinque anni con sua zia. A ve...