Capitolo 7 - Simon

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"Non ti ho mai visto così nervoso, Simon. Tutto okay?"

Simon, dopo aver lanciato l'ennesima occhiata trepidante all'entrata del locale, da cui stava intercedendo chiunque, tranne l'oggetto dei suoi desideri, spostò l'attenzione su Zack.

Zack era uno dei ragazzi che nel fine settimana si esibiva al Red Moon insieme a lui. Era per metà norvegese e possedeva tutte le fattezze fisiche tipiche di un norvegese doc. Alto, muscoloso, capelli lunghi e biondi ed occhi azzurri. Un figo da paura che sembrava essere uscito direttamente dal culo di Poseidone. E con cui Simon ammetteva di averci scopato un volta o due.

Si aggiustò per la centesima volta le bretelle del suo costume da pompiere sexy. Era uno dei pochi costumi che tollerava, quello da pompiere. Quello che invece odiava di più era quello da babbo Natale sexy che il capo gli faceva indossare durante il periodo delle feste natalizie. Il perizoma era fatto con un tessuto del diavolo che gli irritava sempre il culo e per colpa di quell'unico pezzo di stoffa demoniaca finiva per camminare come un pinguino zoppo per almeno tre giorni. E lui voleva camminare come un pinguino zoppo solo per merito di una bella scopata.

"Tutto okay, Zack," mentì. "Perché me lo chiedi?"

Zack lo scrutò attentamente e Simon si sentì improvvisamente più nudo di come lo sarebbe stato nel giro di mezz'ora circa.

Quel ragazzo era intelligente. Forse troppo. Faceva lo spogliarellista per guadagnarsi qualche dollaro in più mentre finiva di studiare medicina o scienze infermieristiche, non ricordava bene. Non voleva sminuire Tom e Luca, gli altri spogliarellisti, però quei due, a differenza di Zack, avevano il quoziente intellettivo pari a quello di una mosca ubriaca. L'unica cosa che interessava loro era controllarsi la ricrescita dei peli sotto le ascelle o sul petto e aggiornare le loro fotografie su Grindr.

"Ti sei controllato il costume almeno venti volte e non fai altro che adocchiare l'entrata. Deve arrivare qualche tuo amico?"
"Nessun amico. Sei completamente fuoristrada," replicò immediatamente. Forse, troppo velocemente.

Lui e Wesley non erano amici. Non lo sarebbero mai stati. Wesley era per Simon un prurito che non vedeva l'ora di grattarsi.

Sarebbe riuscito a grattarselo, prima o poi, e, successivamente, avrebbe sospirato di puro sollievo perché Wesley era uno di quei pruriti molto persistenti. Lo aveva capito dalla prima volta che lo aveva visto, seduto al bancone del Red Moon mentre fissava, pensieroso, il suo bicchiere di whisky.

Lo aveva invitato allo spettacolo di quella sera con l'intento di indispettirlo maggiormente. Era sempre così composto, il professore, ed era divertente dargli fastidio perché quando parlava con Simon gli si arruffavano tutte le penne.

Simon sapeva essere parecchio irritante, quando ci si metteva d'impegno e con il professore si impegnava molto. Proprio come quando andava ancora al liceo.

Avevano parlato tre volte in croce e ogni singola volta avevano discusso perché viaggiavano su due strade di pensiero parallele.

Simon era onesto con sé stesso ed era arrivato alla consapevolezza che quella strana situazione tesa che si era creata con Wesley gli piaceva un sacco. Doveva comprendere, però, se stava diventando un sadico o un masochista.

"Mhmm... Tu non me la conti per niente giusta, amico. Secondo me, hai incontrato qualche tipo sexy e lo hai invitato a vederti stasera. Prova a contraddirmi, ora."

Simon lanciò un'occhiata nervosa a Zack. "Ti ho detto che sei fuori strada."
"Sei un pessimo bugiardo," commentò Zack.
"E tu sei un ottimo rompicoglioni," ribatté Simon.

Zack sghignazzò e Simon dovette ammettere, per la milionesima volta, che quel mezzo norvegese era proprio bello come il peccato.

Aveva i pensieri pieni di un certo professore imbronciato e sexy, ma ci vedeva perfettamente e ricordava anche benissimo come Zack a letto fosse una vera macchina del sesso.

Simon aveva voglia di scopare e per colpa di Wesley non lo faceva da un bel po'.

Gli stava incasinando fin troppo il cervello.

"Allora, bei manzi, pronti ad entrare in scena?"
"Sì, ho proprio voglia di far arrapare qualche vecchio maiale, stasera."
Era stato Tom a parlare per primo, seguito poi da Luca.

Simon si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo e a Zack venne da ridacchiare quando lo guardò in faccia. Lui era più calmo rispetto a Simon e non perdeva mai la pazienza. Sarebbe stato un ottimo medico o infermiere.

"In realtà, stavamo aspettando voi. Come al solito siamo in ritardo e Jamie ci ha già richiamato due volte per conto del capo," borbottò Simon.

Michael, il capo, era un tipo maniacale e fiscale. Gestiva quel posto con precisione certosina perché le magagne che solitamente si creavano in un qualunque locale gay a lui non piaceva risolverle. In quel posto si poteva solo bere e scopare nei cessi o nel parcheggio; era attento a non far entrare alcun tipo di droga, difatti, aveva buttafuori sparsi per la sala che si assicuravano che nessun coglione con le tasche piene di pasticche volesse fare il furbo nel posto sbagliato.

Tom e Luca sorrisero come se non gliene fregasse nulla del nervosismo del capo e a lui salì il livello di irritazione.

Cervelli di gallina.

Zack gli strinse una spalla. "Forza, in posizione. Avviso il DJ di far partire la base."

Luca e Tom si misero davanti a tutti perché erano due prime donne del cavolo; Zack e Simon li seguirono, posizionandosi alla base delle scalette che conducevano al palco del Red Moon dedicato agli spettacoli di loro spogliarellisti.

La musica che rimbombava dalle casse del locale venne sostituta da Toxic di Britney Spears e a Simon si ingrossò leggermente l'uccello perché tutta quella storia degli spogliarelli lo eccitava sempre.

Con l'adrenalina che gli vibrava sotto la pelle, si fece schioccare le bretelle del costume sul petto nudo e con un sogghigno impertinente esclamò: "Facciamoli venire tutti nei pantaloni!"

I ragazzi esultarono in coro e con passo sensuale marciarono tutti sul palco, pronti ad intascare un bel po' di mance.

Simon, però, continuò a sperare che Wesley fosse tra quei maschi accaldati che affollavano il locale e, alla fine, lo vide.

Grazie per il cocktail  (Red Moon Saga 1) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora